cap. 35

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Quella notte si rigirò tra le coperte ma aveva un pensiero fisso che non riusciva a scacciare: Liam. Non che fosse una novità, d'altronde. Più provava a dimenticarsi di lui e più ci pensava. Immaginava cosa stesse facendo in quel momento e non lo rassicurava affatto il pensiero che non sapeva dove fosse e con chi fosse. Stava bene?
Era una domanda che continuava a martellargli nella mente, senza ovviamente risposta.

E si odiava perchè, cazzo, doveva smettere di pensarci.

I giorni passavano lenti, molto, troppo lenti.
La maggior parte del tempo dormiva e quando non ci riusciva fissava il soffitto di fronte a sè immaginando di essere sotto un cielo stellato, quello riusciva a rassicurarlo ogni volta, certo non per tanto, poi ritornavano i soliti pensieri e le voci che lo perseguitavano.

Aveva bisogno di fumare, di bere, di urlare.

"Malik, ha visite" una guardia in uniforme si presentò davanti alla sua cella, e gli ci volle più forza di volontà delle altre volte, per non cedere.

Stava fallendo ed era passato solo qualche mese.

Louis si girò verso Zayn, stringendo le labbra tra loro.
"Non vuoi ancora dirmi chi è questa persona che muore dalla voglia di vederti, ma che tu ignori abilmente?"

Il moro sbuffò

"È solo..una persona"
"Non vuoi parlarne, va bene, ricorda che sono qui se ti serve" gli sorrise lievemente e tornò a stendersi sul proprio letto.

In più le cose stavano già andando peggio. I suoi tentativi di non dare fastidio a nessuno non erano serviti. Un gruppo di detenuti l'avevano preso di mira e ogni giorno, senza eccezioni, andavano ad infastidirlo, lo insultavano, fortunatamente non erano ancora passati alle mani, ma Zayn era sicuro che lo avrebbero fatto presto.

Ed ecco che le voci gli tornavano in testa, sembrava gli sussurrassero nelle orecchie, lo facevano impazzire.
Non riusciva a sbarazzarsene in alcun modo.

Era un fallito, non aveva mia concluso nulla nella vita e non poteva dire di averci provato.
Rinunciatario, dimesso, egoista, debole, sottomesso alla vita, Zayn era questo.

Che cazzo viveva a fare? Non aveva più nessun motivo per andare avanti, molti per morire. Di certo lo voleva, se lo meritava.
Ci aveva già provato una volta e sicuramente se ne avesse avuto l'opportunità, non avrebbe esitato a riprovarci.

In mensa aveva trovato il tappo di una lattina, tagliente, perfetto.
Si era guardato intorno e se lo era infilato in tasca senza farsi vedere da nessuno, quasi fosse una banconota da cento euro.

Gli era mancato così tanto tagliarsi, più si lacerava la pelle e più si sentiva meglio.

E sapeva che non doveva farlo, cazzo, lo sapeva che non serviva a nulla, lo sapeva.
Eppure era la peggiore delle droghe, gli serviva per andare avanti.

I tagli non erano tanto profondi, con qualcosa avrebbe potuto coprirli, nessuno si sarebbe accorto di niente.

Nessuno si sarebbe accorto di niente.

"Zayn?"
Il moro si coprì di scatto il braccio con la mano, sbarrò gli occhi e deglutì a vuoto.
"Zayn che cazzo stai facendo?" Nella cella opposta Louis lo fissava quasi tremando, con la bocca semiaperta.

"Zayn m-mettila via cazzo, non so nemmeno cosa cazzo sia ma mettila via"
Avrebbe voluto passare oltre quelle cazzo di sbarre, per andare ad aiutarlo.

"I-io.." Il moro tentò con qualche spiegazione, ma che cosa cazzo poteva dirgli? Era esattamente quello che aveva appena visto, non poteva inventare inutili scuse.
"N-non dire niente, i-io..non ho nulla da darti per.."
"Louis, non..non fa niente, buonanotte" Chiuse semplicemente il discorso, non permettendo al liscio di controbattere.

Si sdraiò sul letto e strinse le coperte.
Inutile dire che non riuscì affatto a dormire.

♡spazio autrice♡
mi scuso come sempre per il ritardo, ciao cuori

I Don't Mind- Z.M.Where stories live. Discover now