Capitolo 49

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***Pov's Ricky***
"Andiamo con due macchine?" Mi chiede Alessio aprendo la porta della mia camera.
"Si per me va bene, fa come vuoi"
Vorrei riuscire ad avere il solito rapporto con lui, è il mio migliore amico e gli voglio bene ma non riesco, non riesco ad accettare che stia con mia sorella.
So che la tratta bene e che non la tradisce, non esce quasi mai la sera senza di lei e quelle poche volte che siamo usciti da soli non ha nemmeno guardato una ragazza, nemmeno da lontano.
Metto la giacca sopra la camicia blu, allaccio le scarpe ed esco, Alessio è in bagno che si sistema il ciuffo.
"Io vado, passo a prenotare il ristorante per non rischiare che non ci sia posto e vado a prendere quello che dicevamo prima, ci vediamo da Martina" lo avviso.
"Si perfetto, che ore sono?" Mi chiede passandosi soddisfatto la mano nel ciuffo.
"19 e 30" rispondo.
"Cazzo è tardissimo, devo ancora vestirmi" indosso ha ancora i pantaloni della tuta e una felpa.
"Io vado se no non arrivo, a dopo"
"Ciao!" Urla chiudendosi alle spalle la porta di camera sua.

Allora, sono le 19 e 55 e ho fatto tutto, sono un genio. Ho il tempo giusto per arrivare da loro che tanto saranno in ritardo come sempre.
Mando un messaggio ad Alessio per avvisarlo che è tutto apposto e salgo in macchina.

***Pov's Gioia***
"Apri l'armadio, c'è quello nero e bianco, quello con lo scollo a cuore e la gonna a palloncino" mi urla Martina dal bagno.
"Ma è cortissimo e poi è troppo attillato sopra, mi fa delle tette enormi" mi lamento, l'ultima volta che lo ho messo è stata quest'estate e mi ricordo perfettamente quanto era esageratamente corto.
"Ma la gonna è larga, sembra corto per questo, dai mettilo, ti sta da dio" mi risponde facendomi capire che non ha intenzione di darmi qualcos'altro.
Sbuffo prendendolo e appoggiandolo sul letto mentre mi spoglio.
Mi guardo nello specchio, il succhiotto sul collo é ben visibile e anche quello sul ventre risalta sulla mia pelle chiara, sorrido inconsciamente toccandomi il collo.
"Oh ma che cazzo è?! -Mi chiede Martina sbucando in camera mentre comincia a ridere- una sanguisuga? O forse un vampiro?!" Continua a ridere con le lacrime agli occhi. Che ci sarà di così divertente?!
"Fatti i cazzi tuoi!" Le dico urlando e lanciandole la felpa prima di coprirmi il viso con le mani. Scoppio in una risata isterica mentre cerco di mandare via il rossore delle mie guance.
"Allora aveva ragione Riccardo" mi dice continuando a ridere ma cercando di calmarsi.
"Cosa?" Chiedo smettendo di ridere, mi fa malissimo la pancia.
"Che non stavate parlando per 3 ore! Io vi ho anche difesi" mi dice ricominciando a ridere.
"Ma smettila!" Rido anche io.
"Dai vestiti che sono già i 45" mi dice facendosi seria.
Indosso il vestito che mi sta obbligando a mettere, infondo non è così male solo mi sento un po' troppo nuda, il sopra aderisce perfettamente al mio fisico risaltando il seno, mi piace come mi sta anche se preferirei fosse 10 cm più lungo.
"Marti!"
"Dimmi -mi raggiunge in camera sua- wow! Stai da paura!" Mi dice sbarrando gli occhi.
"Mamma mia quanto sei esagerata!" Le dico ridendo.
Scompare per qualche secondo tornando dopo con dei tacchi neri scamosciati, semplici ma bellissimi.
"Tieni metti questi" li appoggia davanti a me porgendomi delle calze color pelle.
Le indosso e infilo i piedi nei tacchi vertiginosi.
Anche lei indossa i tacchi, una gonna nera stretta fino alla vita e una maglietta larga, bianca infilata dentro alla gonna.
La maglietta è un po' scollata ma non esageratamente mentre la gonna è abbastanza corta ma le sue gambe sono perfette e le sta benissimo.
"Siamo in ritardo" le dico mentre mi metto una riga di eye-liner e un lucida labbra rosato.
"Si lo so, sono arrivati da 10 minuti" mi dice infilandosi il giubbotto di pelle.
"Poverini, io lo faccio sempre aspettare, ho una puntualità che fa schifo" dico ridendo.
Usciamo velocemente dalla stanza.
"Ehi! Dove correte?!" Ci chiede Francesco parandosi davanti a noi.
"Ehm, siamo in ritardo" dice Martina cercando di levarselo di torno.
"Per andare dove?" Ci chiede guardandoci dall'alto in basso.
"A cena" gli rispondo sorridendo.
Guarda fuori dalla finestra e scoppia a ridere.
"Che messi male quei due!" Dice lasciandoci lo spazio per passare.
Guardo Martina per chiederle cosa intende e lei alza le spalle facendomi capire che non sa cosa volesse dire.
"Perché?" Chiede Martina.
"No niente, l'amore fa brutti scherzi.." Dichiara ridendo ancora leggermente.
"Ciao Francesco -lo saluta Marti- non torno tardi, tranquillo"
"Ciao Fra!" Lo saluto anche io e senza lasciargli il tempo di fare le solite raccomandazioni usciamo di casa.
Ci blocchiamo entrambe nel vederli davanti a noi, in tutta la loro bellezza, appoggiati ognuno alla sua macchina con un mazzo di fiori in mano, rose. Amo le rose.
Alessio sorride con quel suo sorriso da togliere il fiato, quello che quando lo vedo ti viene un tuffo al cuore, quasi fatichi a respirare.
Resta lì, fermo in piedi, aspettando che sia io ad andare da lui, da lui così bello con quei jeans scuri e la camicia.
Mi butto fra le sue braccia, il calore del suo corpo mi fa sentire protetta, ci scambiamo un bacio veloce, non voglio problemi con Riccardo per questa sera.
"Ciao piccola" mi sussurra dandomi un bacio tra i capelli.
"Ciao amore -gli rispondo prendendo il mazzo di rose che mi sta porgendo, hanno un profumo buonissimo- sono bellissime" sorrido guardandole.
"Anche tu sei bellissima -mi fa allontanare di un passo guardandomi, arrossisco e abbasso lo sguardo, mi mette in imbarazzo quando fa così- e lo sei ancora di più quando arrossisci" mi dice sorridendo.
"Dai Ale, smettila" lo ammonisco spingendolo piano con la mano.
"Andiamo?" Chiede Martina sorridendo.
"Si, andiamo" le rispondo mentre Alessio mi tiene stretta al suo petto.
Riccardo apre la portiera a Martina , senza dire una parola.
Vado verso di lui e lo abbraccio, lo stringo forte come non facevo da tanto.
"Ricky, ti voglio bene" sussurro non staccandomi da lui.
"Ti voglio bene anche io sorellina, non sai quanto" mi accarezza la schiena.
"Mi manchi sai?" Gli dico guardandolo negli occhi.
Annuisce e mi stringe un po' più forte prima di staccarsi e darmi un bacio sulla guancia.
"Dai andiamo -afferma accennando un sorriso- siamo già in ritardo"
Sorrido e torno da Alessio che mi ha aperto la portiera.

"Il nostro piccolo grande amore" Alex -Dear JackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora