capitolo 25

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<Tu hai qualche idea?> gli chiedo, alzando lo sguardo dalla copertina del libro chiuso a lui.
<Io...io non lo so. Ma lui forse sì...> dice la prima parte a sguardo basso, poi lo rialza e punta il dito verso lo stipite della porta.
<Lui chi?> gli domando
<Ben.>
<Il vostro fratello morto...> sussurro <Puoi...che ne so... Farmi parlare con lui?>
<Certo!> esclama <È il mio potere, infondo.> aggiunge sorridendomi ed alzandosi per poi allontanarsi dal letto e iniziare a stringere i pugni. Questi iniziano ad essere circondati da una strana luce azzurra. Contemporaneamente a questo, si inizia a vedere una figura. Indossa una felpa nera con un cappuccio alzato, sopra la felpa indossa un giubbotto di pelle dello stesso colore della felpa. Indossa anche dei jeans scuri e delle scarpe nere opache.
<Quindi, tu sei Ben?> domando avvicinandomi e porgendogli la mano.
<In persona> risponde sorridendomi e affermando la mia mano in segno di saluto.
<Cosa sai?> gli chiedo dopo aver sciolto la presa.
<Prima, a pranzo, ho sentito Luther dire a Diego di raggiungerlo in palestra. Io li ho seguiti. Hanno parlato del metterti in una cella in cui non puoi usare i tuoi poteri o di metterti uno di quei bracciali che li disattivano. Solo che a Luther non convincevano queste idee e hanno chiuso l'argomento...> dice.
Ho una brutta sensazione. È simile alla paura, solo che non è portata solo da ciò che ha detto il fantasma, ma anche dal fatto che, mentre parlava, mi guardava negli occhi.
<Eden, tutto okay?> mi chiede Ben, avvicinandosi e mettendo una mano sopra la mia spalla.
Io annuisco per poi andarmi a sedere sul letto.
<Mettiamo caso che tu stia dicendo la verità, perché Diego e Luther vogliono farmi questo?> domando, guardando Klaus e Ben.
<Forse non si fidano...> sussurra, con voce debole, Klaus.
<Togliamo il forse > afferma il fantasma, avvicinandosi al fratello e a me.
<Eden, cercherò di fare il possibile per aiutarti e per scoprire cosa vogliono farti. Ti farò sapere tutto.> continua lui, mettendo una mano sopra la mia spalla. Alla sua frase, sorrido spontaneamente. Lui ricambia e poi scompare. Mi giro per guardare a Klaus, che ora è appoggiato alla mia scrivania, ma intravedo un qualcosa che non è come lo avevo lasciato...

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