Capitolo 1

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NARRATRICE ESTERNA POV...
Nata il 7 maggio 1947, Eden Hargreeves è la figlia acquisita di sir Reginald Hargreeves. La ragazza prese il suo cognome solo dopo che sua madre adottiva si sposò con l'uomo con cui un tempo erano colleghi di lavoro.
La ragazza proviene da un orfanotrofio di Dallas dove fu adottata da Grace alla giovane età di 8 anni.
La vita in orfanotrofio non  era delle migliori per la giovane, lì venivano fatti esperimenti illegali sulle bambine nate negli anni '40, e lei non ne era l'eccezione. Difatti, da quegli esperimenti, la ragazza ne prese dei poteri strani. Si parla della capacità di poter bloccare e viaggiare nel tempo e nello spazio.
Sfortunatamente, questa cosa le verrà rivolta contro... chissà come...

EDEN POV...
<Siamo i tuoi figli. Veniamo dal futuro.>sento dire, da dietro il monitor delle videocamere, da un ragazzino in divisa riferendosi a lui ed ad altre cinque persone lì presenti <Nell'89 ci hai adottati ed hai creato una squadra di supereroi.>continua lui.
Papà lo guarda scioccato aspettando che lui continui.
<Hai formato l'Umbrella Academy.> finisce il ragazzo.
<Basta.>dico  tra me e me spegnendo il monitor ed uscendo dalla camera di sorveglianza dell'hotel.
Scendo di un piano ed arrivo al ristorante.
Una volta lì passo accanto al tavolo dove si trova papà. Poi mi dirigo verso il bancone bar.
<Cosa le porto?>domanda il ragazzo dietro al bancone
<Fai tu, basta che sia alcolico.>dico sedendomi e guardando verso il tavolo.

Mentre bevo il mio drink,di cui non so il nome, vedo papà voltarsi verso di me, tutti gli altri lo imitano.
Il vecchio mi invita ad andare da loro ma in risposta ottiene solo un sorriso menefreghista e un terzo dito dalla sottoscritta.
Mentre lui continua a guardarmi male, il ragazzo in divisa si gira verso i suoi fratelli. Successivamente si alza e si... teletrasporta?
<Che cazzo?!?>commento io dopo essermi ritrovata accanto a papà.
<Ecco cosa intendevi con supereroi...>sussurro.
<Ci stavi spiando!!>urla uno dei ragazzi lanciando un coltello, verso la mia fronte, che schivo velocemente.
<DIEGO!!!>sento urlare da una ragazza con la carnagione più scusa.
Il vecchio mi lancia un'occhiata tale che mi fa comprendere che me ne devo andare. E così faccio.
Senza rispondere mi dirigo verso l'uscita .
Mentre cammino sento mr Monocolo parlare con i ragazzini, ma sono troppo concentrata sull'andarmene    che sul sentire le loro conversazioni.

<Mi chiedo come abbia fatto mamma a mettersi con 'sto qua...>domando a me stessa riferendomi ai miei due genitori adottivi.
Arrivo nella grande villa del vecchio ed entro.
<Mamma!!! Sono a casa!!>urlo.
<Eden! Com'è andata?>
<Beh, papà aveva degli impegni>rispondo freddamente mentre mi levo la giacca e la appendo dietro la porta.
<Quell'uomo non si merita il tuo amore.>commenta sbuffando.
Alla sua affermazione sorrido mentre mi dirigo verso la mia camera seguita da lei.

<Fatto sta che per ora sono sotto la sua e la tua tutela; quindi non me ne posso andare.>dico entrando in camera e sedendomi sul letto per poter togliere le scarpe.

~~~

<Tesoro, sai che ti voglio bene, vero?>dice di punto in bianco.
<Mamma, che intendi dire?>.
Ad un tratto lei esce due buste gialle. Me ne porge una.
La apro e trovo delle schede mediche
<Mamma, cosa sono?>domando con il groppo in gola che mi si è appena formato.
<Tesoro, non mi resta molto... Tra un po' rimarrai in mano al tuo patrigno... Mi dispiace.>dice lei iniziando a piangere.
<Mamma...>sussurro con gli occhi lucidi.
L'idea che lei un giorno se ne sarebbe andata mi è passata varie volte per la testa. Ormai sono a conoscenza della sua malattia da quasi un mese e queste lastre sono la prova che papà ormai ha abbandonato l'idea che si possa curare.

Senza pensarci due volte l'abbraccio. Rimaniamo così per un paio di minuti, finché non si alza e, dopo essersi sistemata la sua ampia gonna, si posiziona allo stipite della porta. Dopodiché dice:
<Tesoro, la seconda busta leggila domani mattina.>
Successivamente esce del tutto dalla mia camera lasciando sul letto la seconda busta gialla

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