capitolo 20

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<Tesoro, credevo che eri qui per la mi offerta di aiutarti...> dice sussurrando, ma con tono serio.
<Tesoro un paio di corna,Handler. Perché continui a chiamarmi così e perché mi hai messo queste cose in casa.> le domando, quasi urlando.
<La risposta è qui.> dice, prendendo in mano il libro che cambia colore davanti ai nostri occhi.

La guardo mentre lo apre e si ferma alla prima pagina, per poi passarmelo

<Leggi qui.> dice, sorridendo leggermente e passandomi il libro.

Lo prendo in mano ed inizio a leggere...
"Era il 19 giugno 1955. Miss Cooper mi aveva detto che quello era un giorno speciale, infatti lo era stato. Quello era il sabato delle adozioni e quel giorno la fortuna era stata dalla mia parte. Una donna, Grace Robinson, mi aveva adottata. Da quel giorno tutto era diventato più tranquillo. Avevo una casa, una famiglia e degli amici al di fuori di quell'inferno, comunemente chiamato "centro di adozioni". Lì dentro la vita non era affatto facile. Esperimenti venivano fatti su tutti noi. Esperimenti di ogni tipo, da scariche elettriche per vedere la nostra resistenza a iniezioni di sieri che neanche Dio sapeva cosa contenevamo. Fortunatamente ne ero uscita, ma ciò non voleva dire che ne ero uscita sana. Infatti, quegli esperimenti mi avevano creato dei super poteri che, inizialmente, neanche volevo, ma ormai era troppo tardi per eliminarli...
Quando Grace mi portò a casa sua, ricevemmo una visita da un certo Sir Reginald Hargreeves, quello che in futuro divenne mio padre non di sangue... Era un uomo orribile, senza cuore, perennemente freddo e con gli occhi unicamente sul lavoro. Non sopportavo la sua presenza. Solo che, più passava il tempo, e più diventava perenne la sua presenza in quella casa. Lo divenne fino al punto in cui mamma decise di sposarlo. Lì diventai sua figlia, non di sangue ovviamente, e la mia vita ricomincio ad essere sempre in bilico, poteva sembrare che si trovasse quasi appesa ad un filo. Tutto ciò, causato da un nuovo personaggio: Handler. Handler era il capo della Commissione. A quei tempi ancora non sapevo cosa fosse di preciso, ma averi preferito non sapere. Quella donna, quella stramaledetta donna, mi ha rovinato la vita, lei è-"

<Qua non dice più niente. Cos'è successo?> le chiedo ,passandole il libro.
<Mh..non so. Vorrà dire che ancora non sei pronta per saperlo.> risponde, chiudendo il libro e passandomelo.<Questo vuol dire anche che non posso spiegarti il perché di quei  biglietti. Anche perché il lavoro spetta al libro, non a me.> conclude.
Prendo tutto e lo metto nello zaino, lo chiudo e me lo metto in spalle.

<Almeno puoi spiegarmi perché il libro cambia colore?> le chiedo.
<Certo! Cambia colore in base al contenuto. Rosso è quando parla di un futuro felice, blu un futuro difficile e pieno di nodi da sciogliere, verde quando parla del passato.> dice.
<Ottimo...>concludo, uscendo dal suo ufficio e, successivamente, dall'edificio.

Non so il perché dei biglietti, ma almeno ora saprò distinguere i contenuti del libro. Ora sono sicura al cento per cento che questa è come una mia autobiografia, dato che parla della mia vita...

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angolo mio😼

Allora. Siamo giunti al capitolo 20, su 30. Fin'ora ho cercato di continuare la storia, di scrivere altri capitoli, ma non ho avuto molte idee belle. Sì, avevo un qualcosa su cui basarmi: una sottospecie di riassunto scritto durante lo scorso settembre, quindi, quasi un anno fa. Ma non è servito molto, dato che ho scritto generalizzando molto...
Comunque. Entro il fine della prossima settimana, dovrei pubblicare gli ultimi capitoli, che devo solo revisionare.
Detto ciò, vi auguro una buona lettura!

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