capitolo 24

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Dopo mangiato, mi dirigo in camera mia per stare un po' da sola e in tranquillità, o almeno era questo quello che volevo fare.
Appena poggio la mano sulla maniglia della porta sento Klaus urlare alle mie spalle...
<Eden!!!> mi chiama urlando.
<Cosa?> domando, un po' stufa, aprendo la porta.
<Posso entrare?> chiede, raggiungendomi ed indicando,con un cenno del capo, la porta ormai aperta.
<Andiamo.> sussurro entrando.
Lui mi guarda sorridente per poi seguirmi.

<Di che volevi parlarmi?> gli chiedo, andandomi a sedere sul letto accavallando le gambe.
<Non lo so.> dice sorridendomi.
Calo lo sguardo ridacchiando, per poi aggiungere un' "Okay" alla frase di prima e alzando lo sguardo.
<Allora, come ti sembrano gli altri?> fa lui, inclinando leggermente il capo.
<Ancora è presto per dire come mi sembrate. Infondo, vi conosco da solo 3 giorni. Vorrei evitare di giungere a conclusioni affrettate...> gli rispondo.
<Beh, non hai tutti i torti.> sorride, mentre inizia a guardare tutta la camera.
<Hai una bella camera> dice, riportando lo sguardo su di me.
Però poi si gira per indicare la scrivania
<Quello è il libro di prima?>
<Sì, perché?>
<Prima non era verde?> chiede, ancora.
Guardo meglio quell'insieme di pagine e solo ora mi rendo conto che è tornato rosso.
<È rosso...> sussurro alzandomi dal letto e prendendolo in mano.
Mi siedo affianco a Klaus e lo apro.

"Uscii da quelle quattro mura di ferro con ancora le nocche sanguinanti. Percorsi un buio corridoio, che non sapevo dove portasse, ma quando vidi una scala a chiocciola che andava verso l'alto, gli occhi mi si illuminarono. Corsi verso di essa e, una volta arrivata lì, incomincia a correre anche verso la superfice. Avevo l'affanno e le ginocchia che rischiavano di cedere, ma mai avrei smesso di correre.

<Mancano gli ultimi gradini!> esclamai, quando vidi la famosa luce in fondo al tunnel.

Mi sedetti sull'erba bagnata con il viso rivolto verso l'alto e la pioggia che continuava a bagnarmi il viso, mentre sorridevo di gioia.
Passarono pochi minuti e decisi di alzarmi e di andarmene da questa città che capii non essere più mia..."

<Cazzo!> commenta Klaus <Come diamine ci finirai in quella gabbia di ferro?> chiede.
<Non lo so...> sussurro, chiudendo il libro.

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