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HARRY POV

Da quando ero entrato in doccia a quando ero uscito, non avevo avuto il coraggio di dire una sola parola, troppo preso a rilassarmi sotto il dolce tocco di Louis, che in quel momento si stava proprio prendendo cura di me, facendo attenzione a non farmi del male.
Male che forsi gli avevo fatto io facendolo appoggiare al muro, ma non abbastanza.

Si prese la briga di asciugarmi i capelli, ciocca per ciocca, fin quando non ci fu nemmeno più una singola goccia ad inumidirli.
Mi ero stato costretto a sedermi per la mia altezza, altrimenti non ce l'avrebbe fatta.
Finito il bagno, andai in camera sotto il braccio di Lou che non mi lasciò neanche un secondo e mi vestii, senza dover chiedergli aiuto perchè giá lo stava facendo.
Lui giá si era vestito prima di entrare in camera, quindi non corse alcuna tensione.
"Ora andiamo giù, tua mamma stará preparando da mangiare e io devo andare a casa, non voglio disturbare ancora." si prese la briga di dire dopo che mi ero infilato i vestiti.
Lo guardai mettendo il broncio per l'ultima frase.
Non volevo che andasse a casa, anche se aveva passato tutta la giornata al mio fianco, non lo volevo.
Mi sarei sentito solo un secondo dopo e non ne avevo proprio voglia.
"Devi proprio andare?" chiesi tristemente, nella speranza che ci ripensasse, mentre mi avvicinai a lui che era di fronte al mio comodino a dargli le spalle.
"Ho praticamente vissuto qui, non credo che tua mamma sia in grado di sopportare ancora la mia presenza in casa vostra."
Cazzate.
"Ma non dire così, sai perfettamente che non è vero, e poi, ho ancora bisogno di te." mi imbrociai nuovamente, accarezzandogli il braccio nudo, fino a posare la mano nella sua guancia.
In tutta risposta inclinò la testa incontro alla mia mano e questo mi fece sorridere.
"Andiamo giù intanto, ok?" mi riprese, senza però usare quella sua determinazione di sempre.
Strinsi le labbra e annuii, proseguendo fuori dalla stanza seguito da lui.

Dopo un'ora finimmo di mangiare.
Lou, Gemma e mamma non fecero altro che ridere tra loro, facendomi sentire un po in disparte.
Sono io il malato.
Non mi sforzai nemmeno di stargli dietro con i discorsi, ma sempre bello quando mi chiesero se ce la facessi a continuare, ricevendo sempre 'si' da parte mia.
Ci spostammo in divano poi, io e Lou ne occupavamo uno e Gemma e Anne l'altro.
Mi sdraiai aderendo la schiena al bracciale, ma Louis mi passò nel tempo, sedendosi prima lui.
Lo guardai male, non capii a cosa fosse intenzionato fin quando non mi fece cenno di sedermi fianco a lui.
Alla fine ci trovammo nella posizione in cui eravamo finiti la prima sera, con la differenza che sta volta avevamo dei guardoni e io la febbre.
Prese la coperta ai piedi del divano e la stese sopra a noi due, comprendoci entrambi.
Mi sentii sollevato, perchè inizialmente si vergognava di mostrarsi anche solo vicino a me di fronte a mia madre, mentre ora sta adirittura prendendo iniziative, senza poi chiedermi acconsentimenti.
Mi tastò la fronte e sorprendemente disse "Non scotti più..signora, può cortesemente darmi il termometro?" chiese a mia madre, come se qurllo fosse stato un favore.
In risposta la vidi alzarsi e tornare poco dopo con il termometro.
Mi misurai nuovamente la febbre, stretto tra le sue braccia e il calore emanato da esse.
"Vediamo..ah, 38! Domani ti sará giá passata" sospirò Louis felice.
Mi sentii sollevato solo per il fatto che non sarei più stato costretto a rimanere a letto tutto il giorno, ma non per il fatto che non avrei più avuto Louis vicino a me oer tutto il giorno.
Mi ero abituato alla sua presenza, anche se solo per un giorno, e difficilmente ora riuscirò farne a meno.
Potrei sempre fingere di averla ancora, magari con il trucco della lampadina, posando il termometro vicino a una fonte di calore e ritirarlo a una certa temperatura elevata.
Potrei poi schizzarmi l'acqua in viso in modo da ricreare il sudore.
Potrei fingere di avere i muscoli indolenziti e fare fatica a muovermi.
Potrei fare molte cose, ma so che se verrò scoperto saranno guai.
Però, lo ammetto, sarebbe una cosa tremendamente dolce fingere pur di stare vicino a lui, almeno io la penso così, poi lui può arrabbiarsi e tutto, ma io resto dell'idea che è una cosa carina.
Intanto prese ad accarezzarmi lo stomaco da sotto le coperte, come solo lui sa fare.
Potei sentire il suo tocco dolce e leggero percorrermi tutto il torace, ricreando figure immaginarie e circolari, mentre con l'altra mano mi accarezzava la testa, scostamdomi indietro i capelli, come aveva fatto mia madre.
Dalle sue dita al di sopra della maglia, silenziosamente le infilò al di sotto di quel tessuto, venendo a contatto con la mia pelle.
Incastrai la testa nell'incavo del suo collo e la sepolsi li, col naso schiacchiato nelle sue clavicole, godendomi ancora di più a fondo quel tocco magico.
Mi sorprese che Anne e Gemma non se ne accorsero e che ad un certo punto si alzarono e sparirono dal salotto lasciandoci soli.
"Quindi.." accennai, lasciando in sospeso la frase, aspettando che mi dasse il permesso di continuare.
"Quindi?" domandò, mentre con la mano prese ad accarezzarmi le costole, per poi tamburellarci le dita.
"Quindi siamo soli.." lasciai nuovamente in sospeso la frase.
"Quindi?" si fece interessato all'argomento, ma con le mani non smise un secondo di passarle sopra alla mia pelle che ormai era a fuoco.
"Quindi niente, baciami." ordinai, alzando la testa all indietro per poter accedere migliormente alle sue labbra.
"E se tornano?" chiese, ma potei constatare che quello servì solo per far passare altro tempo. Idea.
"Allora vieni." improvvisai, alzandomi dal divano facendo scivolare Louis di poco.
Risi silenziosamente, lo presi per mano e mi incamminai di sopra.
Incrociai mia madre nel corridoio che ci guardò pensieriosa, ma subito dopo mise il sorriso.
In poco tempo fummo di sopra, in camera mia dove avevamo trascorso il pomeriggio.
"Quindi?" ripetè non appena mi vide chiudere la porta, dandogli di spalle.
"Quindi, per favore, rimani con me stanotte. Non andare a casa, resta qui. Potrei svegliarmi nel sonno e andare nel panico ma con te so per certo che non succederá." lo pregai, cambiando espressione, da tanto desideriosa di un suo bacio, a tanto supplicante perchè rimanesse qui.
Incrociò le braccia e dopo essere stato in silenzio a guardarmi ripetutamente dalla testa ai piedi, chiuse gli occhi e annuì.
Mi si illuminarono gli occhi e la bocca si spalancò in un sorriso. Probabilmente mi erano spuntate le fossette dato come guardava le mie guancie.
"Però devo dirlo a mia madre prima." mi informò, estraendo il cellulare dalla tasca.
Acconsentii senza più parlare, mentre io andai a dirlo a mia madre.
Ne rimase più che felice, con la consapevolezza che mi sarebbe stato accanto e sarebbe stato pronto a farmi da schiavetto durante la notte.
Tornai su e sentii Louis giusto in tempo a farfugliare un "Si a domani, ciao má".
Entrai e lo abbracciai fortemente, chiudendo la porta con un calcio.
"Così mi strozzi, e non vuoi, vero?" parlò effettivamente con la voce soffocata.
Allentai la presa, ma non lo lasciai.
"Ehm..che, che ha detto tua mamma?" mi chiese da dietro il collo.
Ad occhi chiusi riposi "È più che felice che tu rimanga qua"
Pian piano sciolsi quella presa e Lou si indirizzò subito a letto.
Lo seguii, non prima di essermi accertato di aver chiuso bene la porta.
Guardai l'ora, le dieci. Mh, bene.
Lou alzò le coperte, ancora disfatte dal pomeriggio e le sitemò un pò, rendendo sicuramente più presentabile e migliore quel letto.
Mi fece poi cenno di sdraiarmi e obbedii, poco dopo lo fece anche lui e non appena il lenzuolo si abbassò sui nostri corpi, Lou rotolò di poco e mi finì quasi sopra al corpo, con il braccio destro a circondarmi tutto il toraco, il bacino premuto nel mio fianco e un ginocchio al di sopra delle mie gambe. La testa appoggiata alla mia spalla e l altro braccio fra noi due.
Presi la sua mano che mi circondava tra la mia e col pollice presi a tracciargli il contorno.
"Non dimentichi qualcosa?" interruppi quel fantastico silenzio.
Senza parlare, sollevò di poco la testa, mi guardò un'ultima volta, poi finalmente mi baciò.
Avevo aspettato tutta la sera quel bacio e finalmente potei sentirlo nuovamente.
Mi aspettavo un semplice bacio a stampo, magari prolungato, ma non che mi aprì le labbra con forza, che poi forza neanche in pò dato che lo avevo assecondato subito, e invase la mia bocca con la sua lingua, che non esitò a scontrarsi con la mia.
Non me lo sarei mai aspettato questo coinvolgimento da parte sua, sopratutto per la mia quasi-ormai-finita-febbre, pensavo che mi avrebbe "rispettato" e avrebbe potuto aspettare fino alla mia completa guarigione, ma evidentemente sentiva il bisogno di un bacio così passionale in quel preciso istante.
Strano però che sono dovuto io a ricordarglelo.
Sciolse le dita della mano dalla mia e prese ad accarezzarmi il tessuto della stoffa di quell insopportabile maglietta.
Mi staccai per riprendere fiato come lui fece subito dopo, sorridendogli nel frattempo nelle labbra, per poi unirle nuovamente e dare inizio ad un altro bacio.
Con la mano si intrufolò al di sotto della maglia, facendomi rabbrividire non appena mi sfiorò accidentalmente la zona bassa del bacino, quella porzione di pelle al di sopra dell elastico delle mutande.
Gli fermai il polso delicatamente, evitando che arrivasse al punto di farmi soffire in silenzio, il motivo ben evidente.
"Meno male che mi hai fermato" sussurrò non appena terminò quello che sembrava un bacio infinito.
"Meno male che ci sono riuscito" ribattei, poggiando la testa alla sua.
"Dormiamo?" chiese dolcemente, ritornando a circondarmi il torace.
Portai la mano dietro la sua schiena e dopo aver spento la luce dall interruttore dietro alla mia testa, al di sopra della tastiera del letto, ripetei "Dormiamo."
Passò un minuto e Lou alzò la testa, baciandomi nuovamente per poi "Notte amore"
Mi sciolsi nuovamente a quell amore.
Non potei fare altro che sorridere e ricambiare quel bacio per "Buonanotte amore, grazie."
E in quel momento mi sembrò la cosa più giusta da fare ringraziandolo.
Avrebbe pouto essere un grazie per molte cose, stava a lui decidere.
Passò pochissimo tempo prima che crollai, la stanchezza e la fafica si fecero sentire subito, gli occhi incapaci di rimanere aperti e il respiro sempre più lento.
Presi il sonno con Louis Tomlinson abbracciato a me, e pensai che non ci fosse niente di più dolce.

《You are my only exception.》- Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora