25

6.4K 289 31
                                    

Essere davanti alla porta di casa di Harry mi agitava parecchio, dopo vari sospiri decisi di bussare.
Non dovetti aspettare molto prima che aprisse. "Non dire nulla" aveva subito detto dopo avermi aperto.
Non capivo cosa volesse dire, non avevo di certo intenzione di dirgli qualcosa, se non assecondato da lui.
"Ti porto a spasso."; mi aveva poi avvisato, prendendomi per mano trascinandomi davanti alla sua macchina, da poco presa.
"Entra." ha ordinato, aprendomi adirittura la portella.
Fino a quel momento non ero stato capace di dire nulla, o di fare qualcosa, se non guidato da lui. Non ci aveva messo molto a salire anche lui.
Finalmente riuscii a sbloccarmi e un "Cos'hai in mente?" non me lo aveva tolto. Con un sorriso misterioso non si era disturbato a non dirmi più di "Vedrai."
Aveva poi acceso la radio e subito dopo era passato al CD.
"La conosci?" aveva chiesto, alzando il volume per permettermi di sentire.
Non ci misi molto a intonare Hey you dei Pink Floyd.
Aveva semplicemente sorriso, unendosi a me.
Mi ero fermato solo per "Sai dove l'ho conosciuta questa canzone?"
"Dove?" chiese curioso, voltando di poco la testa per guardarmi per poco, dato la strada.
"Nel film Parto Col Folle." seguito da una risatina.
"Quando sono fatti e Itan la canta? È una delle mie scene preferite." Mi limitai a sorridere, ricominciando a cantare, seguito subito dopo da lui.
Solo in quel momento mi accorsi della sua voce.
L'avevo sempre sentita apparentemente roca, ma suonò alle mie orecchie come fosse una melodia, capace di trasportarti in posti bellissimi.
Pensai subito al fatto che mi aveva svelato di voler diventare un cantante, e con la voce che si trovava, quello sarebbe stato quasi un obbligo!
Mentre cantavamo, osservavo il paesaggio e notai che dalla città, piena di case, semafori, gente che va e che viene, macchine, biciclette e motorini, supermercati e poste, era cambiato del tutto.
Colline a perdita d'occhio, alberi perfettamente ordinati e al posto del solito cemento, ghiaia.
La mia attenzione si era focalizzata non appena entrammo in un sentiero e, avanti a noi, fue pile di alberi ai lati, perfettamente paralleli. Ero rimasto a bocca aperta.

Sono sempre stato uno che ama la natura al suo stato, e trovarmi in quel paradiso aumentò il mio amore per quella semplicità incantevole, maggior ragione con Harry in compagnia.
"Siamo arrivati." Aveva poi detto, parcheggiando vicino ad un albero, lasciandomi a bocca aperta.
Ero immobilizzato e la voglia di tornare alla realtà e scendere dalla macchina era ben poca, così Harry era passato ad aprirmi la portella, meravigliato dal mio stupore. "Scendi principessa." Aveva lasciato uscire il suo lato ironico, ma allo stesso tempo dolce.
Facendo nuovamente il finto offeso e scuotendo la testa avevo risposto mentre scendevo a bocca aperta "Non chiamarmi principessa."
Gli apparve un sorriso malvagio e il suo "Va bene principessa" aveva aumentato il mio stato d'animo confuso.
Mi ero imposto di dirgli "E questo? Questo posto? Perché non ne sapevo l'esistenza?" e a tanta bellezza Harry si era lasciato sfuggire una risatina debole ma significativa.
"Lou sul serio, chiudi quella bocca." E il modo in cui l'aveva pronunciato non mi aveva minimamente colpito, al contrario di sentirmi offeso mi ero sentito obbligato ad obbedirgli.
Senza rendermene conto ci eravamo incamminati in quel sentiero, e sembrava una scena da film.
La poca luce del sole ormai nella fase dell tramonto lasciava all'immaginazione tutto ciò che una persona possa desiderare come un posto tranquillo e sicuro.
Sebbene dovessi essere fissato nel guardare Harry i miei occhi non facevano altro che guardare tutto ciò che mi si presentava di fronte, di fianco, di dietro, in tutte le direzioni possibili.
Guardavo i giochi d'ombre che si creavano a terra grazie agli alberi, e tanta bellezza non l'avevo mai vista.
Non persi tempo e presi fuori il cellulare per fotografare e immortalare quel splendido momento e paesagio.
Harry non fece nulla per inportunarmi, e nemmeno gle lo avrei permesso. Scattai varie foto da varie angolazioni mentre camminavamo e Harry era sempre rimasto al mio fianco guardandomi col suo più bel sorriso stampato nelle labbra, quello di cui mi ero innamorato.
"Ti piace questo posto?" a mani in tasca e testa china mi aveva chiesto, senza dimenticare quel suo tono dolce nel chiederlo.
"È il posto più bello che io abbia mai visto, come facevi a saperlo?" e in effettti volevo veramente saperlo, lui non poteva immaginare di quanto io amassi la natura nella sua semplicità, eppure sembrava conoscermi anche da questo punto di vista.
"Ne sono felice, e non provarci, non te lo dirò come lo sapevo, lo scoprirai tu da solo tra circa 15 minuti" ed ecco che di nuovo il suo lato misterioso saltò fuori, ma non mi posi molte domande.
In quel momento essere con Harry in quel posto incantato aveva fatto in modo che tutte le mie domande e insicurezze svanissero nell'aria, non mi interessava sapere il come e perché sapesse di questo mio lato nascosto, ero felice semplicemente perché era stato lui a portarmi e stare con lui.
E poi, 15 minuti potevo benissimo aspettarli.
Quel sentiero che sembrava infinito lo percorremmo con tutto il tempo del mondo, senza preoccuparci dell'ora o quant'altro. "Mi spieghi perché mi hai portato qui?" e mentre gle lo dissi, immaginai una scenda film; la classica scena in cui la coppia in questione si trovano in un luogo romantico per conto dell'altro e si scambiano il loro primo bacio, anche se sapevo che la realà era ben diversa.
"Lou, stai zitto, per favore." Non aveva esitato a rispondere, chiudendomi nuovamente la bocca in quel suo special modo di fare.
Riponendo il cellulare in tasca avevo infilato le mani in tasca e tenuto lo sguardo su ciò che mi circondava per tutto il tempo, sta volta senza fare il finto offeso dato il suo metodo di esigere il silenzio da parte mia.
Vedendo il mio silenzio e il mio sguardo rivolto verso la ghiaia mi rassicurò "Se aspetti un altro po te lo dico."
Avevo solo alzato lo sguardo per mostrargli il mio sorrisetto impacciato.
Eravamo arrivati davanti ad un albero, non ci vedevo nulla di speciale, un semplice albero che segnava la fine del sentiero.
"Sediamoci" aveva detto, chinandosi a terra appoggiando la schiena al tronco. Inizialmente lo guardai leggermente stranito, ma era comprensibile, non capivo cosa volesse dire.
Poi dato il suo sguardo insistente mi ero seduto vicino a lui.
"Mi spiace se ti sporcherai i pantaloni, ma ho dimenticato l asciugamano, accontentati" aveva detto, pizzicandomi il braccio di poco.
"Non fa niente, spero solo di capire tutto al più presto. Sul serio Harry, dimmi che intenzioni hai."
Ci avevo riprovato un'ennesima volta a chiederglelo, senza ovviamente nessuna risposta dato "Aspetta 5 minuti. 5 minuti e basta, fidati di me Lou." E la sua pazienza non aveva nemmeno sfiorato il limite dato la mia insistenza.
Un tipo paziente come lui mai l'avevo trovato.
Mi appoggiai al tronco imitando Harry, guardando di nuovo il sentiero appena percorso. 5 minuti impassabili, sembravano infiniti. Osservavo come le poche persone camminassero tranquille tra quegli alberi e come le ombre di stendevano da un albero all altro.
La mia attenzione si spostò in Harry che in quel momento aveva deciso di farmi prendere un colpo esclamando tutto d un tratto "Ecco!" si era poi subito alzato accertandosi di non essere sporco di terra, invitandomi ad imitarlo allungano la mano.
Non capii da cosa avesse dedotto che quei 5 minuti furono passati, non aveva controllato l'ora, non c'erano orologi e nessun mezzo per riconosce l'ora, aveva semplicemente guardato avanti a noi.
Lo guardai molto confuso ma non potei rifiutare, così afferrai nel vero senso la sua mano e mi alzai. "Ora vieni con me e non fare domande, per favore." Ed a essere sincero ero stufo di tutto quel mistero, volevo sapere tutto e gle lo dissi in maniera poco garbata, mentre lo seguivo che camminava tranquillo ancora più in la, guardandolo solo in viso per cercare di vedere la sua espressione "No, ora tu mi ascolti. Mi dici perché siamo qui? E non provare a dirmi di stare zitto perché è quello che mi hai ripetuto da quando siamo entrati in macchina. Non ti sembra di essere un poco invadente dicendomi di chiudere la mia bocca? Te lo chiedo perfino perfavore, cosa c'è? Perché siamo qui? Cosa vuoi mostrarmi?" e la sua espressione non era cambiata, nemmeno dopo aver alzato la voce e agitato le mani per mostrare la mia agitazione e frustazione.
Si era deciso a guardarmi, voltandosi completamente verso di me e solo dopo avermi guardato a lungo e ad avermi sentito dire "Che hai da guardare in quel modo?" aveva accennato ad una risatina, a cui avrei potuto benissimo fare a meno di sentire dato il mio momento di confusione e quasi rabbia di quel momento. "Guarda."
Aveva detto a bassa voce, appoggiando le mani alle mie spalle, facendomi voltare di fianco. Un attimo prima di girarmi avevo detto sempre ad alta voce "Cosa devo guar.."e improvvisamente mi ero bloccato, le parole non uscirono più dalla bocca e tutta la rabbia e nervoso che avevo in corpo sparirono alla vista di quello che mi si poneva davanti.
Un tramonto incredibile con tutte le sue sfumature mi si era presentato davanti.
Mi presi a schiaffi mentalmente per aver alzato la voce cosí ad Harry, quando in realtá voleva regalarmi la vista più bella di tutto, dopo di lui, ovviamente.
Sbattei le palpebre più volte, ma niente, le sfumature arancioni, la cittá illuminata e i giochi d'ombre c'erano ancora. Non fu per nulla un miraggio.
Rimasi a bocca semi apertane mi irrigidii subito non appena Harry mi poggiò la mano nella spalla, chiedendomi "Ti piace?"
Esitai a lungo prima di rispondere, godendomi la vista che si presentava davanti.
Girai lentamente lo sguardo su di lui che era intento a guardarmi con fascino e sicurezza, il suo sorriso a labbra strette e i suoi occhi colmi di soddisfazione.
Non mi sentii nemmeno di rispondergli a parole, feci la cosa più giusta gettandogli le braccia attorno al collo, alzandomi in punta, stringendolo più che potessi, facendo ovviamente attenzione a non fargli male. Sepolsi la testa sotto al suo mento.
E da copione, sentii il cuore tamburellare, sia per chi avevo fra le braccia, e sia per la situazione che si era andata a creare pian piano.
Sembro una cazzo di tredicenne alle prese con la sua prima cotta.
Harry si sbrigò a cingermi la vita con le braccia e potei sentire il suo torace abbassarsi e alzarsi, segno di un respiro profondo.
Alzai la testa di poco, per poterlo guardare negli occhi e dirgli "Se mi piace? Me lo chiedi anche?" lasciandolo immaginare probabili risposte, ritornando alla precedente posizione.
"Ne sono felice." rispose, mentre col suo tocco leggero mi lasciava delle lievi carezze alla schiena, facendomi sospirare per il tutto.
Presi io l'iniziativa questa volta, sciogliendo l abbraccio e ritornando alla mia altezza mi sbrigai a dirgli "Sediamoci." e prendendolo per mano mi ero avvicinato nuovamente all'albero su cui eravamo stati seduti fino a 2 minuti fa.
"Ma come lo sapevi?" avevo detto, appoggiando la testa alla sua spalla, assumendo una posizione migliore.
"Ieri sera mi hai detto che se fosti ricco, compreresti una baia per vedere la cittá dall alto, beh, non è lo stesso, ma spero ti sia piaciuto." A guardare l'orizzonte aveva risposto, stringendomi più a lui.
"Mi hai proprio colpito questa volta, ti sei perfino ricordato quello che ho detto di ieri, e per me conta molto."
"Volevo stupirti."
"Ci sei riuscito, ma dimmi, prima dovevamo aspettare 5 minuti, e dal nulla di sei alzato, eppure non avevi guardato l'ora, non avevi riferimenti..da cosa te ne sei accorto?"; chiesi alzando la testa per poterlo guardare, anche solamente di profilo.
"Vedi quell anziano signore e quel bambino di fianco a lui?" aveva iniziato, alzando la mia mano indicando per l appunto quelle due persone, con il braccio parallelo a loro. "Loro ad ogni tramonto sono qui. Quando compaiono da quel sentiero significa che è l'ora e che lo stanno per raggiungere"; e il suo ragionamento mi colpì.
"È la seconda volta che mi stupisci nel giro di neanche 10 minuti." avevo risposto, mentre portavo le sue braccia ai lati dei miei fianchi, facendo in modo che mi "incatenasse"
Appoggiandomi più a lui che al tronco ci ero riuscito, e le sue mani presero ad accarezzare le mie, la sua testa appoggiata alla mia e i suoi ricci solleticarmi la fronte.
Sentii il suo respiro, il suo torace ad abbassarsi e ad alzarsi, in sincrono con il mio.
Senza più parole stammo a guardare quell'immenso gioco di colori e sfumature davanti a noi, finché non diventò buio, e ad illuminare quel posto c'era solo la luce sfocata di qualche lampione.
"Ora ti porto a casa." aveva detto mentre si alzava, ma la voglia di andarmene da li era pari a zero, sia per come mi sentivo e sia per chi mi sentivo così.
Harry la causa di tutto.
"A casa tua, ho li la macchina." mentre mi districavo da quelle braccia.
Tornammo indietro a passo un pò più deciso e alla macchina ci volle poco arrivare.
Quel momento di silenzio era al dir poco imbarazzante ma piacevole allo stesso tempo, perfino anche al ritorno era stato così, senza parole ma solo sguardi pieni di scintille.
"Eccoci quì." arrivati a casa sua, mentre parcheggiava la macchina.
"Eccoci quì" avevo ri-detto, sentendo il bisogno di dire qualsiasi cosa.
"Dai scendiamo" era scattato fuori dalla portella, lo avevo imitato subito dopo.
"Mi sento in dovere di ringraziarti, è stata la cosa più bella al mondo e viverla con te è stato ancora meglio." e nel dirlo ci avevo messo più impegno possibile cercando di non inchebarmi con le parole evitando figuraccie.
"Volevo farti capire che sono in grado di farti stare bene con semplici cose" aveva risposto, mettendomi un dubbio enorme a quelle parole.
Aprii la portella della mia macchina, senza salire. Mi ero voltato verso di lui e poco dopo mi ero alzato in punta dei piedi e lo avevo abbracciato di nuovo.
Accarezzandogli la schiena gli avevo detto "Lo sapevo giá questo. Grazie Harold." senza trascurare il tono basso.
Sciogliendo quella presa ero salito in macchina.
"A domani Lou." mi aveva detto e in tutta risposta "A domani Harold." mentre mi aveva chiuso la portella e col sorriso stampato nelle labbra stavo tornando a casa.

《You are my only exception.》- Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora