EPILOGO

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Michel Platini non è stato solo un grandissimo campione per la "Vecchia Signora" ma è anche stato il suo migliore amante che abbia mai avuto nella sua storia. L'uomo con la quale ci ha fatto del buon sesso, con classe, leggiadria e anche con un pizzico di focosità virile che non guasta mai in un buon rapporto con una donna.
Sì, perché la gloriosa Società bianconera è sostanzialmente la "Pretty Woman" della storia del calcio italiano e mondiale. Quanti amanti ha avuto la Juventus e ne ha ancora e sempre ne ha avrà negli anni a venire? Un'infinità! Quanti bambini hanno cambiato casacca, affascinati dalla fatina bianconera che poi hanno appurato rivelarsi una grande puttana? Ma che poi ne sono rimasti innamorati per tutta la vita, nonostante i suoi sbagli e le delusioni causate da papponi che hanno esagerato nell'abuso di potere loro concessogli, rischiando di vanificare quanto di grandioso avevano ottenuto per la "Vecchia Signora".

Tantissimi bambini sono passati dal Milan oppure dal Napoli, dalla Roma, dall'Inter alla Juventus; però, per il sottoscritto è stato necessario anche il rito vudù - vedasi capitolo 2 nel racconto-.
Ed è per questo che la squadra di Torino è anche la più odiata.
Soprattutto dai tifosi nerazzurri di Milano, divenuti impotenti di vincere titoli calcistici negli ultimi anni e orfani di un padrone italiano e così, grazie ai mercenari cinesi, hanno pensato bene di copiare letteralmente l'antagonista bianconera assumendo un dirigente e un allenatore ex loro dipendenti (il primo macchietta strabica di se stesso, ma bravo nel procacciare calciatori buoni e il secondo, un
infame che aveva implicitamente ma anche esplicitamente, fra l'altro soprattutto proprio contro gli interisti, giurato fedeltà alla maglia, ma che poi è divenuto uno spregevole uomo goloso di gloria. Il medesimo comportamento scorretto lo aveva palesato anche con la Nazionale Italiana. È stato un buon calciatore ed è anche un bravo allenatore, soprattutto motivatore degli atleti, ma è pur sempre un infame, cosa c'è di male nell'ammetterlo? Si può essere abili, virtuosi ma, purtroppo, infami...

Tantissimi tifosi bianconeri hanno pagato la loro fede calcistica anche con la propria vita - vedasi in merito il capitolo 17 del racconto -, hai capito uomo ignobile?

E così "Le Roi" ha ricompensato la sua amante italiana con i trionfi calcistici, avendo comunque in regalo il riconoscimento del "Pallone d'oro" per ben tre volte consecutive. Ma l'ex fuoriclasse francese ha lasciato in dono alla Juventus la coppa del mondo per club: la Coppa Intercontinentale. Penso che quella finale avvenuta l'8 dicembre del 1985 tra la squadra bianconera e l'Argentinos Juniors (vincitrice della Coppa Libertadores - la coppa campioni del Sudamerica) sia stata la partita più emozionante nella storia del calcio mondiale:

"Sì disputò in Giappone e il clima sugli spalti era veramente festoso, con tanto di colori. C'era quasi tutta gente ovviamente con gli occhi a mandorla che sventolava bandierine colorate e in sottofondo si sentiva un costante sibilo che dava un'atmosfera suggestiva al grande evento sportivo.
- La cosa che mi viene in mente ora pensando a quel giorno? Mi sarebbe piaciuto essere lì, presente, non solo per vivere l'evento dal vivo, ma soprattutto per sentire gli odori che si potevano respirare. Sì, proprio le essenze profumate orientali che avrei potuto apprezzare, respirando quell'aria. Pensateci bene, oggi la tecnologia ha fatto passi da gigante che ti permettono di essere sostanzialmente in un determinato posto, come se fossimo di persona anche a migliaia e migliaia di chilometri, da dove ci troviamo, ma non possiamo respirare l'aria dell'altro luogo. L'aria, il suo profumo, è un elemento intangibile ma che ti lascia nella mente e nel cuore ricordi indissolubili e penso che sarà impossibile, in futuro, trasportarla da un luogo all'altro -

Ma veniamo alla grande sfida indimenticabile e riviviamola al presente...

... Vanno in gol per primi i sudamericani, al 55′: rapido contropiede manovrato, Commisso lancia Ereros che, sull'uscita, supera Tacconi con un pallonetto. Replica Platini, trasformando un calcio di rigore concesso dall'arbitro Roth per l'atterramento in area di Serena causato da Olguin.
Tornano in vantaggio gli argentini, al 75′, con Castro servito da Borghi. Ma a 8′ dalla fine, pareggia Laudrup. La rete dì Laudrup è preziosa. Il danese parte da fuori area servendo Platini al limite. Circondato da alcuni avversari, Michel restituisce il pallone al compagno con un uno-due largo che lo libera in area. Laudrup raccoglie e salta anche Vidallé. Il portiere argentino tenta di sbilanciarlo ma non vi riesce. E da una posizione difficilissima lo juventino centra il bersaglio. «Un gol impossibile per un giocatore normale», lo definisce un giornale di Copenaghen.

I rigori arrivano dopo due ore di gioco, di emozioni, di calcio vero, stellare.

Va alla battuta Brio: Vidallé intuisce la traiettoria del pallone ma viene ugualmente superato. Per gli argentini calcia Olguin. E realizza. Tocca a Cabrini: il portiere della formazione sudamericana è nuovamente battuto. Il primo errore dagli undici metri è opera di Batista, che non sorprende Tacconi. Sul 4 a 3 per la Juve, si porta al tiro Serena: 5 a 3, con una esecuzione perfetta. Lopez rimette in corsa i suoi con un tocco deciso. E sul 5 a 4 per Madama sbaglia Laudrup che si dispera. Va in pedana Pavoni. Tacconi para.

Ed è il turno di "Le Roi". Il grande genio osserva il portiere, fa alcuni passi, chiude gli occhi e vede nella sua mente il cane Barby. Il suo piccolo amico cane è ritto, lo osserva con il suo solito sguardo intelligente e poi si volta indietro e si allontana scodinzolando. Così Platini batte il rigore decisivo, sicuro che la palla entra nel sacco.

È la gioia del francese e l'apoteosi di tutto il popolo juventino. La felicità di Le Roi è così incontenibile e immensa che si mette addirittura in ginocchio davanti all'arbitro Roth.

❤️Grazie Michel❤️

The end

Le Roi amour éternel Where stories live. Discover now