CAPITOLO 13

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QUELLA PALATA DELLA SERA

Ho già narrato in un capitolo precedente che uno sputo è per sempre, ma anche un bel ceffone, anzi due ceffoni, ben assestati sul viso, te li ricordi per tutta la vita. Dei ceffoni che, credetemi, sono come delle vere e proprie palate di metallo che ti fanno tanto male sulla pelle e le ossa e ti senti proprio come quei personaggi buffi dei cartoni animati: vedi girare intorno alla tua testa una schiera di piccoli uccellini fischiettanti.

Mi trovavo all'oratorio e l'egregia persona autrice del gesto sopraffino era un tal Erminio La Perna. Ho guardato nei Social e non compare. Ma penso che ricordandomi la sua elevata ignoranza, probabilmente non sarebbe in grado di usare uno smartphone e figuriamoci un computer. Fra l'altro sono parecchi anni che non l'ho più visto ad Abbiategrasso. Se devo essere sincero spero proprio che sia morto, ma seguendo il detto "l'erba cattiva non muore mai", ne dubito proprio. E manco farlo apposta, lui e l'altra persona di nome Verdura che aveva compiuto l'atto dello sputo, hanno cognomi particolari, come se rappresentassero in maniera originale dei gesti indimenticabili. Un po' come se fossero dei personaggi di storie cinematografiche, ma non lo sono stati per me, che mi hanno lasciato un segno indelebile nell'animo. È così purtroppo, certe cose brutte te le porti per tutta la vita.

Dicevo che ero all'oratorio e si era fatta sera. Solitamente, in pochi ragazzini, ci divertivamo a giocare a pallone sul campo da Basket che si trovava a ridosso del campo da calcio, dove disputava le partite ufficiali l'Aurora. Mentre il sole volgeva al tramonto, ci affrontavamo tre contro tre oppure quattro contro quattro, senza l'estremo difensore, in quanto le porte erano le basi di sostegno metallico dei canestri. Erano larghe circa un metro. Vinceva chi prima arrivava ai cinque gol.
E capitava che in una mezz'ora si disputavano anche tre o quattro partitelle.
Quella sera c'era sfortunatamente anche La Perna ed era stato il mio avversario di gioco. Era arrivato a perdere contro di me tre partite. Ci divertivamo un sacco ma lui evidentemente no. Si era fatto tardi ed eravamo tutti esausti tranne La Perna che non voleva saperne di andarsene a casa da perdente. Fatto sta che ci obbligò a rimanere per fare un'altra partitella. Tutti sottostarono al suo volere tranne io che volevo andarmene. Il bastardo si avvicinò a me a circa mezzo metro e mi disse in tono minaccioso:
<<Tu rimani qui a giocare, ho detto!>>
<<No!>>, risposi deciso.
E così ricevetti il ceffone in faccia memorabile. Preso da un orgoglio, che non pensavo nemmeno di possedere, cercai di reagire, ma ricevetti in un attimo il secondo ceffone ancora più potente del primo.
Ovviamente fui costretto a giocare e lui vinse perché io ero evidentemente scombussolato per la prepotenza subita.

Cosicché, da quel giorno, non mi fermai più a giocare sul campetto da Basket con gli amici, memore di quella palata della sera.

Le Roi amour éternel Where stories live. Discover now