CAPITOLO 16

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CREDENZA RELIGIOSA O TALISMANO?

Quando vedo un calciatore fare il segno della croce, soprattutto un fuoriclasse strapagato di milioni e milioni di euro, mi viene letteralmente il disgusto in bocca e mi indigno moltissimo. Li vedi fare il gesto religioso prima di mettere il piede sul campo erboso, prima di calciare un rigore oppure anche dopo aver segnato un goal. Ma anche allenatori, fare altrettanto e magari recitano pure la preghierina della sera, prima di un incontro importante di calcio. Per l'amor del cielo, agli occhi del buon Dio cristiano siamo tutti figli suoi! Ci mancherebbe! È vero che, fin dai tempi dell'antichità c'erano persino i Papi che facevano massacrare e torturare la povera gente professandosi vicari di Cristo, ma il povero Gesù, morto soffrendo sulla croce, viene sempre rievocato e spesso in maniera inappropriata, anche quando non c'è proprio la necessità di farlo. E così viene considerato un po' come se fosse un talismano, alla stessa stregua del cornino rosso napoletano.

C'era anche un calciatore, un grande fuoriclasse del Milan, Kaká, che quando segnava una rete, alzava la maglia rossonera sul petto, mostrando quella intima bianca sottostante con la scritta in nero, in lingua inglese:
"I belong to Jesus". E quando io lo vedevo in televisione pensavo: "E chi se ne frega! Io invece appartengo alla natura e al mondo". Però, vedendo il suo grande successo nella professione di calciatore devo dire che il buon Gesù morto in croce è funzionato benissimo. Non ha funzionato però riguardo la vita sentimentale del brasiliano, che ha divorziato da Carolina Celico dopo qualche anno di matrimonio, nonostante abbia avuto da lei due figli. Ma poi, nel buon nome di Gesù Cristo al quale lui appartiene, si è messo insieme a un'altra giovane donna, ovviamente bellissima modella, con la quale divertirsi a letto, magari pensando: "Grazie Gesù che ti sei sacrificato per me e così io posso godere appieno ai piaceri della vita".

Ci sono però i calciatori mussulmani che, molto probabilmente, sono più seri di quelli cristiani. Li vedi, prima del fischio d'inizio dell'arbitro, alzare le braccia e pregare per il loro Dio, ma sono secondo me più credibili. E lo asserisco perché osservano pienamente la completa astensione quotidiana (dall'aurora al tramonto) da cibi, bevande, rapporti sessuali, il tutto nel corso del nono mese lunare; il fantomatico ramadan. Infatti il loro rendimento in campo, in quel periodo dell'anno, è piuttosto scarso. Recentemente però, mi pare che anche loro si siano un po' "occidentalizzati", ottenendo delle particolari eccezioni nel ramadan.

Comunque, il mondo del calcio è un circo dove tutti, nel nome del Dio denaro, altroché Dio misericordioso, interpretano la religione un po' a uso e consumo. Insomma, dopotutto, non è che ci sia molta differenza con la vita sociale di tutti i giorni. Una persona è credente a qualcosa di Divino nella speranza di fare una vita agiata e soprattutto perché ha paura della morte.

Le Roi amour éternel Where stories live. Discover now