CAPITOLO 20

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GRAZIE AMICO BARBY - TU CHE MI HAI INSEGNATO I TRUCCHETTI DEL CALCIO

Come già fatto in un capitolo del racconto, ora voglio divertirmi e immaginare cosa potesse aver mai pensato "Le Roi", quando apprese la triste notizia della morte del cane di sua cugina Stefanina. Il suo piccolo amico, compagno di gioco del pallone quando aveva sette anni. Quel piccolo cane a cui ho dato il nome di fantasia Barby...

"Caro amico mio, già mi manchi. Sono qui sul prato verde attiguo alla dimora di Stefanina. Mi ricordo quando, prima di iniziare a giocare, tu volevi il premio in anticipo: la grattatina sopra la coda e sul petto; e poi ancora le stesse attenzioni, prima che ti salutassi per tornarmene a casa mia. Mi ricordo che, pur essendo piccoli gesti, tu rimanevi impietrito ed estasiato e con la lingua di fuori, ogni volta, sempre. Sembrava che in vita tua non provavi un piacere così sopraffino. E mi ricordo che quando allontanavo la mano ti facevi avanti con il petto proteso, perché io riprendessi quella pratica così gratificante. Ma io ti dicevo: dopo Barby! E facevo il viso serio ma poi scoppiavo a ridere di gusto perché abbaiavi digrignando i denti. E così cominciavamo i giochi col pallone dove tu mi hai insegnato tanti trucchetti. Sei stato un vero maestro sai? Grazie a te ho firmato un contratto col Nancy e così potrò iniziare a giocare con la squadra riserve. È già un ottimo inizio no? Speriamo bene. Grazie a te Barby ho imparato a calciare il pallone.
Conoscevi il punto esatto dove puntare col piede sulla sfera. Mi venivi incontro scodinzolando e mi indicavi col muso dove colpire il pallone. Poi ti allontanavi, io calciavo ma tu riuscivi ad afferrarla e così ripetevamo le stesse azioni, fino a quando non mi chiamava mia mamma Anna per andarcene. E così mentre mi allontanavo mi prendeva un groppo in gola e sapevo che anche tu eri triste ma cercavi di non mostrarmelo, perché tu eri il maestro e rimanevi lì fiero, disteso sul prato col pallone fra le zampe e mi osservavi con espressione intelligente.

Pensa che il mio nuovo amico portiere Jean-Michel Moutier resta a bocca aperta e si sgrana gli occhi, quando mi alleno con lui a tirare le punizioni e almeno una volta su tre, calcio il pallone indirizzando perfettamente all'incrocio dei pali. E sì Barby tu sei stato un grande maestro per me. Eri invincibile, non sono mai riuscito a batterti e vedevo dal tuo sguardo che ne andavi fiero perché sapevi benissimo che la tua perseveranza nel sopraffarmi, un giorno, mi sarebbe servita per toccare le stelle nel cielo blu. Forse un giorno, magari, vincerò il Pallone d'oro e alzerò con le mani verso il cielo, dei trofei gloriosi.

Le Roi amour éternel Where stories live. Discover now