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- Sul serio, quando tua madre ha detto che sapeva che stiamo insieme, avrei voluto ucciderti-

Fidati Akaashi, me n'ero accorto.

- Esagerato -

- Sono andato letteralmente in crisi!-

- Tu vai sempre in crisi- ribatto colpendogli la fronte con le dita.

Poi mi sporgo per baciarlo ma gira il viso per dispetto.

- Eddai- mi lamento.

Ci riprovo, ancora e ancora, ma il risultato è sempre lo stesso.

- Lasciati baciare- gli blocco il viso tra le mani.

Mi fa la linguaccia e di tutta risposta gli scuoto il viso da destra a sinistra.

Akaashi non è sempre serio. Ogni tanto si fa coinvolgere dal mio essere infantile.

Oggi fa troppo caldo per uscire.

Fa troppo caldo per prendere il treno o anche solo per pensare di fare una passeggiata all'aperto.

Nulla batte l'aria condizionata.

Siamo rimasti a casa.

A casa mia, per la precisazione.

La madre di Keiji è tornata oggi.

Hanno discusso al telefono, perché Akaashi non le ha detto che sarebbe uscito.

Kei dice che fa solo finta di preoccuparsi, in realtà potrebbe anche farne a meno.

Non mi piace che parli così di sua madre, ma ha le sue buone ragioni per farlo e quindi lascio che si sfoghi ogni tanto.

Non gli fa bene reprimere le emozioni, ci sta lavorando su.

- Progetti per quest'estate?- chiede, sistemandosi sulle mie gambe.

Quando siamo soli, Akaashi sta sempre a cavalcioni sulle mie gambe.

- I miei genitori non partiranno con noi. I medici hanno consigliato a mia madre di spostarsi il meno possibile. Ma io, Fumiyo e Hisa andiamo ad Okinawa-

Annuisce, passa le mani tra i miei capelli e mi bacia la fronte. Senza una ragione precisa, ma sono contento che l'abbia fatto.

Mi piace questo gesto. E lui lo sa.

- E tu?- chiedo mentre gli accarezzo la schiena.

- Partirò con mio padre, ma ancora nulla di certo. Non ha ancora deciso dove andare -

Appena finisce di parlare, Fumiyo entra in salotto.

Ha un asciugamano appoggiato sul collo, probabilmente ha appena finito di allenarsi.

- Ciao 'Kaashi - sorride, corre verso di noi per arruffare i capelli del mio ragazzo - Ho interrotto qualcosa?-

Faccio per rispondere ma Keiji è più veloce.

- No, sta tranquilla. C'è anche Hisa?-

Hisa e Keiji hanno un rapporto particolare.

Sono amici, vanno d'accordo, ma non ho idea di cosa parlino di solito.

Oltre ad essere due persone timide e riservate, non capisco cosa abbiano in comune.

Non ha senso che io sia geloso di mia sorella, giusto?

- Sono qui-

Hisa arriva in tutta la sua bellezza.

Sul serio, è uno spettacolo.

Indossa un paio di pantaloncini che le mettono in risalto le gambe magre, una canottiera e porta i capelli neri legati in una coda.

- Keiji!- lo abbraccia da dietro, mentre lui è ancora seduto su di me - Come stai?-

Keiji tira il collo all'indietro per guardarla, mentre Hisa appoggia le mani sulle sue spalle.

- Sto bene. E tu?-

- Anch'io sto bene-

Si sorridono a vicenda.

- Io e Fumi siamo ancora qui- faccio notare, infastidito.

- Ci siamo solo salutati Kou, non fare il bambino- mi rimprovera Hisa.

- Piuttosto, di cosa stavate parlando?- interviene Fumiyo, evitando un'imminente discussione.

- Progetti per l'estate. Gli ho detto che andiamo ad Okinawa-

Hisa annusice e si sposta accanto a Fumiyo:- Mamma e papà non verranno-

- Kōtarō me l'ha detto -

Si sposta al mio fianco, seduto composto sul divano.

Evitiamo sempre di comportarci da fidanzati davanti alla mia famiglia.

- Guiderà lei, sai? Fumiyo non è capace- gli dico, guadagnando una risatina.

- Non è vero che non sono capace. Non starlo a sentire, Akaashi - ribatte Fumi.

- Invece è verissimo. Sei stata bocciata due volte all'esame di guida-

Di tutta risposta, Fumiyo farfuglia qualcosa come "vedremo quando tu dovrai prendere la patente".

L'ha presa sul personale, questa cosa della bocciatura.

Non le va proprio giù.

È competitiva, Fumiyo.

E io sono un po' troppo simile a lei.

Mamma spesso dice che sembriamo gemelli.

Nei modi di fare, nell'aspetto fisico, io e la mia sorellona siamo praticamente identici.

- Hey Keiji-

Akaashi si gira verso di me, piega la testa di lato, mi invita silenziosamente a continuare.

- Perché quest'anno non vieni con noi ad Okinawa?-

Fumiyo si riprende all'istante e urla tutta felice che è un'idea fantastica.

Hisa è stranamente d'accordo, annuisce contenta.

Vedo Keiji guardarsi attorno perplesso, ma comunque felice.

- Dici sul serio? Sarebbe fantastico Kou-

- Vorrei davvero che ci fossi anche tu-

E vorrei davvero che in questo momento fossimo da soli, senza le mie sorelle che stanno per importunarti riempiendoti di coccole che chiaramente non vuoi.

In realtà Kei adora le mie sorelle, quasi quanto loro adorano lui.

"La famiglia Bokuto è pazza di te" gli ho detto una volta.

Ed è vero.

Mia madre lo tratta come un altro dei suoi figli e mio padre li prende in giro, perché tanto "un figlio in più, un figlio in meno non fa la differenza".

Keiji piace più agli adulti, che alle persone della nostra età.

Perché sembra sempre annoiato, qualche volta scontroso e ride poco.

Non è come me, che faccio amicizia con tutti.

Lui ha bisogno del tempo per aprirsi con gli altri.

Mentre lo penso, gli prendo la mano.

La porto davanti alle mie labbra e bacio delicatamente le dita.

Lo faccio perché mi va.

Perché ogni tanto mi fermo a pensare alla persona di cui sono innamorato, senza un motivo preciso e devo dimostrargli quello che provo.

- Allora? Ci sarai?- gli chiedo, riprendendo il discorso di qualche minuto fa.

La mia mano tiene ancora la sua, se la porta al viso.

Apro le dita sulla sua guancia.

Sorride delicatamente.

- Ci sarò -

- Non vedo l'ora -




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