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Le cosce di Akaashi sbattono sul tavolo.

Mi ci infilo in mezzo e affondo le dita nella pelle morbida.

Gli mordo le labbra, le mie mani gli premono le gambe fino a fargli male.

Prova a dire qualcosa.

Non ci riesce.

Geme. E geme forte.

Ha la voce acuta.

Mi tira i capelli.

- Vuoi che rallenti, Keiji?-

- Non ci provare-

Faccio per togliere la maglietta ma qualcosa mi riporta bruscamente nel mondo reale.

Nel maledettissimo mondo reale.

- Kou mi stai ascoltando?-

Io?

Ascoltarti?

No Akaashi, no che non ti stavo ascoltando.

Come pretendi che presti attenzione a quello che mi stai dicendo se resti seduto sul tavolo dove pensavo di farti cose non propriamente eleganti.

Come?

E soprattutto se indossi... Ma diavolo stai indossando?

Hai ancora la camicia della divisa, con i primi due bottoni aperti e i le maniche tirate su, perché tanto non siamo a scuola e puoi portarla come ti pare.

Ma quelli non sono pantaloncini.

Chiamarli pantaloncini è un insulto.

Sono troppo corti e lasciano intendere troppo.

Hai delle gambe stupende, Akaashi, come vuoi che m'importi della matematica se posso guardati le gambe per tutto il tempo.

- Certo che ti stavo ascoltando- dico invece.

- E allora cosa stavo dicendo?-

Mi ha scoperto.

Devo dire qualcosa? Ma cosa?

Se n'è accorto?

Sì che se n'è accorto.

Sorride a metà, lo stronzo.

Sa di aver vinto.

- Penso sia arrivato il momento di fare una pausa- decreta.

- Ti prego si!- lo sto letteralmente implorando.

Si avvicinano gli esami finali e stiamo intensificando le nostre sessioni di studio.

Sono al passo con il programma, ormai è solo questione di esercizio.

Oggi però, non riesco proprio a concentrarmi.

Non potete biasimarmi, è uno spettacolo per gli occhi mentre cammina per casa sua con passo elegante e svelto.

I fianchi oscillano in modo impercettibile da destra a sinistra.

Gli guardo il culo.

E glielo guardo forse troppo intensamente perché si gira di scatto e mi coglie sul fatto.

- Occhi sul libro-

- Subito!- e affondo la testa tra le pagine piene di numeri e formule.

Sento i suoi passi andare verso il corridoio, sbircio di nuovo che Akaashi ha appena svoltato l'angolo.

Sparito dalla mia visuale, tiro un sospiro di sollievo.

Devo calmarmi.

Devo assolutamente, necessariamente calmarmi.

Altrimenti rischio di impazzire.

Lui mi fa impazzire.

Non è un crimine fantasticare sul proprio ragazzo, giusto?

No che non lo è.

Però è una sensazione nuova.

Questo calore, è totalmente sconosciuto.

Lo sento quando ci baciamo ed io sono sopra di lui e le mie mani toccano ovunque riescano ad arrivare.

Prima... Non era così.

Era la voglia di provare, di sperimentare.

Non c'era ansia o agitazione.

Ora sì.

La questione "sesso" mi manda totalmente in crisi.

La questione "sesso con Akaashi", mi preoccupa più del dovuto.

Perché io vorrei tanto, tanto farlo con Keiji.

Ma ogni volta che in questo mese ci siamo ritrovati ad un passo dal toglierci i vestiti, mi sono fermato.

Ho rallentato il ritmo.

E a lui andava bene. Non si è mai lamentato.

Non voglio che Keiji si senta costretto.

Aspetterò il momento giusto.

Per ora, mi limiterò ad immaginare tutte le cose che vorrei fargli.

Mentre mi rimprovero perché al posto di studiare per gli esami mi sto comportando come un ragazzino in piena crisi ormonale, faccio un rapido elenco di cosa mi piace del corpo di Akaashi.

I suoi occhi, ovviamente.

Il suo sorriso e le fossette agli angoli della bocca. Davvero adorabili.

Le gambe.

Lunghe, lunghissime.

Davvero stupende.

Keiji ha anche le dita affusolate e le mani curate, mentre le mie sono ruvide e piene di piccoli graffi.

La mia condanna per la pallavolo, credo.

Non che m'importi molto, ma sul corpo di Akaashi, così perfetto, fanno uno strano contrasto.

- Eccomi. Scusa se ci ho messo tanto-

Akaashi è tornato in salotto.

Saltella verso di me e si siede al mio fianco, sul tappeto.

- Ciao- dice, mentre sfarfalla le ciglia scure.

Potrei perdermi in questi occhi e non voler tornare indietro mai più.

- Ciao- rispondo e poso le labbra sulle sue.

Vivo per momenti del genere.

In cui siamo solo io e lui, nella calma più totale.

Ci siamo rincorsi troppo a lungo per andare di fretta proprio ora.


What's this feeling? ~ BokuakaWhere stories live. Discover now