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TW: presenza di sangue. Se non volete leggere saltate il capitolo o tornate quando sarete pronti.

Buona lettura!♡


Era passato quanto? Una settimana, cinque giorni? Non si sapeva con precisione, quando avevano rinvenuto il corpo morto di Hyunjin, che sembrava più dormiente. Le braccia sotto la testa, il corpo rannicchiato di lato, e il viso rilassato. Ma non c'era traccia di un respiro che si potesse confondere con l'aria gelida di quella sera. 

Il generale alla scoperta della morte del figlio si ammalò, gravemente anche. Non urlava come aveva sempre fatto, per guidare l'esercito verso i nemici. Non parlava, era steso a letto e la febbre aveva superato la sua soglia, uccidendolo. Risucchiando la sua vitalità, prosciugando la sua anima, come l'acqua prosciugava il fuoco.

Che ne era dell'esercito? Chi lo avrebbe comandato? Padre e figlio erano morti, nessuno era responsabile quanto loro e nessuno sarebbe riuscito a riprendere e ricopiare la loro figura.

-Cosa facciamo ora? Chi ci dirigerà?- chiese spazientita Mi-yon, le mani che si stringevano tra di loro e la fronte completamente sudata. Come avrebbero fatto a combattere? Non lo sapevano.

-Non lo so, dobbiamo vedere cosa hanno raccolto dalle lettere del generale. Deve aver lasciato una traccia su chi vuole che comandi dopo di lui o assieme a Hyunjin. Dobbiamo aspettare.- mormorò Minho. Le dita delle mani intrecciate e poggiate sulle ginocchia, cercando di cacciare fuori qualche idea. Chi sarebbe stato capace di farsi seguire da tutti quegli uomini? Una donna? Un soldato formidabile? Un anziano? Un giovane?

-Jisung... Jisung dov'è?- domandò il moro dopo poco, alzando lo sguardo verso Mi-yon, anche lei pensierosa. -Ancora lì. Non ne vuole sapere di rientrare, sta piovendo da tanto. Ho paura si ammali...- parlottò la ragazza, osservando la pioggia che scendeva a cascate per terra.

-Vado a parlargli.- rispose Minho, alzandosi e lasciando Mi-yon sola nella tenda, non prima di aver indossato il suo cappotto dalle tonalità marroni, uscendo sotto la pioggia e lasciando che quest'ultima ricoprisse interamente il suo corpo.

Il terreno sotto i suoi piedi era fangoso, sporcando gli anfibi neri che indossava. Il cappotto marrone che ad ogni passo risucchiava acqua piovana, rendendo il materiale della pelliccia pesante. I capelli umidi attaccati alla fronte e lo sguardo dritto sul cielo.

Le nuvole oscuravano la vista a Minho, non permettendogli di osservare il sole, gli bastava osservarne anche un piccolo fascio, un fascio che gli desse speranza e che gli desse la forza di continuare quello che sembrava un labirinto senza uscita.

Dieci passi, venti, trenta, settanta passi e si trovava nel cimitero, che sembrava l'unico angolo ricolmo di luce in tutto quell'accampamento. Lapidi a destra e manca, ma sembrava ai suoi occhi che ogni lapide emanasse una luce sua, una luce propria, non paragonabile. Come le stelle, che splendono in cielo, chi di più e chi di meno, ma nel loro, quei punti splendenti sapevano di illuminare i loro dintorni e i loro cuori. Ciò bastava e avanzava.

O forse, sviando il discorso, era la figura seduta a terra appartenente a Jisung che risplendeva? Stava sicuramente piangendo, ma la luce attorno al suo corpo sembrava contrastare rispetto al suo stato d'animo. Sei tombe, una vicino all'altra e appartenenti ai ragazzi, anche loro splendevano di luce propria, ma non quanto Jisung.

Si incamminò verso di lui, sentiva i piedi pesanti, come stessero per sprofondare nel terreno. Si fermò quando era a pochi passi da lui, Jisung non l'aveva notato, i suoi singhiozzi facevano a gara con la pioggia. 

-Jisung.- lo richiamò Minho con voce stabile, da quello che sembrava. Ora era vicino a Jisung, accovacciato a terra accanto a lui, le mani a stringere le ginocchia che erano davanti al petto, e il capo su di esse. Spostò di poco il suo capotto, portando un lembo a ricoprire il corpo di Jisung, ormai zuppo.

𝓓𝓻𝓮𝓪𝓶 𝓦𝓪𝓻 .♔︎. 𝓜𝓲𝓷𝓢𝓾𝓷𝓰Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum