Shine bright...

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📅 -2 mesi, 2 settimane, 6 giorni

🗣Isabelle

"Mik, devi svegliarti"  lo chiamo
"Mh...chiunque tu sia, vaffanculo" non muove la testa dal posticino che si è ricavato, tra i mei capelli e la mia spalla sinistra.
"Mik!"
"Is...ma perché mi svegli alle sei? Ti adoro, ma non puoi farmi questo" piagnucola.
"Devi prendere gli antidolorifici"
"Dopo posso tornare a dormire?" Nemmeno i bambini.
"Ci torniamo insieme, forza" gli lascio un bacio sull'angolo delle labbra, poi mi alzo in piedi, vado verso il tavolo in legno della camera dove, prima di sdraiarmi, ieri sera, ho lasciato acqua e medicinali. Lego i capelli in una crocchia disordinata per evitare che mi finiscano davanti al viso, sono dannatamente lunghi, forse dovrei tagliarli.
Ritorno verso il letto con acqua e pasticca in mano. "Apri gli occhi e manda giù questa cosa, ti prego."
Lui apre gli occhi e dalla mia mano afferra la piccola pasticca e poi, dopo averla buttata in bocca, beve l'acqua.
Mi lascia il bicchiere ed io lo lascio sul comodino accanto al mio posto.
"Torna subito qui" mi dice.
"Sono qui accanto a te" rido
"Ti voglio attaccata a me, non accanto. Stavo dormendo così bene...maledette medicine del cazzo" porta un braccio sopra ai suoi occhi, coprendo quasi tutto il viso.
Mi infilo di nuovo sotto le coperte e non faccio in tempo a sistemarmi che le sue braccia possenti circondano prima il mio bacino, per poi fermarsi con i palmi sotto la maglia del mio pigiama.

🌶️🌶️🌶️
Prende ad accarezzarmi la pelle della pancia, facendo scorrere le dita lentamente per tutta la lunghezza, da sotto la base dei seni, fino ad arrivare all'elastico dei pantaloncini.
Lo sento avvicinarsi con il busto, tanto che il suo respiro sposta i capelli attorno al mio viso. Resto concentrata per poco su questo dettaglio, perché inizia a lasciare dei baci, piccolissimi, lungo la spalla.
"Mik, non stai dormendo e così non ci sto riuscendo nemmeno io"
"Scusa, è più forte di me."
"Non avevi sonno e volevi assolutamente dormire fino a qualche secondo fa?"
"Non eri qui con me, fino a qualche secondo fa."
"Okay, ora torna a dormire"
"Potremmo occupare il tempo in modi decisamente migliori"
"Fra due ore dobbiamo andare a vedere la prima casa" gli ricordo "Vuoi riposare?" alla fine ieri, prima di cena, abbiamo contattato uno dei numeri delle agenzie che mette in vendita gli appartamenti e gli abbiamo chiesto quando fosse il primo appuntamento disponibile. Ci hanno comunicato che avevano un buco libero questa mattina alle nove, quindi abbiamo tre ore, ma dobbiamo anche prepararci e raggiungere l'indirizzo, che poi è in pieno centro e se non stiamo attenti rischiamo di rimanere imbottigliati nel traffico.
"Io la leggo diversamente questa frase" inizia a parlare, scorrendo con la mano più su, fino a trovare il mio seno destro "Ovvero: ho due ore per farti quello che mi pare"
"Ti prego Mik..." non finisco la frase, perché come ogni volta vado in contro ad un dualismo. Voglio fermarlo o voglio che continui?
"Ti prego Mik, cosa? Se stai pregando per fermarmi, non ti darò ascolto. Se stai pregando per farmi andare avanti, dovresti tenere bene a mente che non devi mai pregare per farti toccare da me" continua a torturarmi sussurrandomi nell'orecchio, lasciando di tanto in tanto qualche morso sul lobo o bacio sul collo, nel mentre continua a giocare con il mio seno, alternando il destro ed il sinistro.
Il mio respiro diventa subito più pesante ed aumenta quando lui continua ad accarezzarmi fino all'interno coscia.
"Mik, devi assolutamente evitare di fare sforzi" cerco di attivare il cervello, prima che si faccia davvero male.
"So perfettamente cosa posso o non posso fare, in queste condizioni.
Smettila di pensare a me e pensa a te, ma se proprio vuoi pensare a me, pensa alla mia mano in mezzo alle tue cosce" la scorrere la mano verso l'alto "E quanto ti piaccia"
A quel punto inverto la mia posizione e mi ritrovo faccia a faccia con lui.
"Che fai?" chiede ristabilendo subito dopo un contatto fisico.
"Voglio solo guardarti negli occhi"
"Piace anche a me guardarti negli occhi mentre ti porto al limite, ma devi guardarmi davvero. Non staccare mai gli occhi dai mei"
"Se non ce la faccio?" Ansimo leggermente quando riprende a farsi strada tra le mie cosce.
"Ce la fai" qualsiasi tipo di parola viene inghiottita dal bacio che ci scambiamo.
Nel mentre lui prende a muovere la mano, dapprima solo contro di me, poi passa ad usare le dita per affondare in me.
Nel momento in cui ci separiamo dal bacio cerco di non distogliere lo sguardo dal suo, ma non è una cosa così facile, considerando i livelli di piacere che sto raggiungendo.
Se è questo quello che provo solo con dei preliminari...non so cosa succederà quando sarò sua per la prima volta.
I miei versi continuando ad aumentare di intensità, così come il ritmo della sua mano.
"Mik..." ansimo, buttando gli occhi al cielo.
"No, devi guardarmi. Guardami tesoro"
"Ancora" gli chiedo, una volta che sono riuscita a stabilizzare il mio sguardo nel suo.
"Ancora cosa?"
"Più-" la mia richiesta viene bloccata da un suo movimento che mi toglie il fiato.
"Più?" Ghigna. Lo ha fatto di proposito.
"Più forte" è lui quello destabilizzato dalla richiesta, tanto che lo sento emettere un verso gutturale e poi obbedire alla mia richiesta.
"Non riesco a dirti di no in condizioni normali, figurati quando mi preghi di fotterti più forte." La sua voce è un ringhio e poi, come richiesto aumenta il ritmo, aumenta anche le dita dentro me.
Accompagna i movimenti frenetici con alcuni più lenti ed attenti, e dando sempre attenzione anche al clitoride.
Quando arrivo al limite crollo con la fronte sulla sua spalla e, per coprire l'urlo, stringo con i denti la sua pelle.
Non tanto da fargli male, ma comunque rimarrà il segno.
Gli lascio un leggero bacio prima di tornare a guardarlo.
🔚🔚🔚
"Scusa, ti ho fatto male?" Scuote la testa.
"È stato fottutamente eccitante, non ti scusare"
"Mhmh" non riesco a dire nulla.
"Mhmh" mi imita, strusciando il naso sulla mia pelle, dall'alto verso il basso.
"Non mi dormi più addosso, ragazzina" mi fa notare.
"Lo so, lo faccio di proposito" rispondo ad occhi chiusi, ancora un po' scombussolata da ciò che ha appena fatto, da ciò che abbiamo appena fatto.
"Mi manca"
"Non posso sdraiarmi sopra la tua costola rotta"
"Si che puoi"
"No" rispondo risoluta.
"Cazzo, se puoi" afferra una mia coscia e la fa passare sopra al suo bacino, per poi issarmi sopra di lui, aiutandosi con l'altro braccio.
Con la mano traccia linee immaginarie sulla mia schiena, tracciando un sentiero di baci sul mio viso.
Chiudo gli occhi ancora una volta, assaporando tutte queste attenzioni fino all'ultima goccia.
Gli circondo il busto con le braccia e lo abbraccio senza però stringere la presa.
"Non ti stai addormentando ancora, vero?"
"No, sono solo...non lo so"
"Stai bene" la sua risulta più come una domanda.
"Si, adesso si"
"Adesso?"
"Da quando sei uscito dall'ospedale"
"Non ti saresti liberata così facilmente di me, lo sai"
"Non voglio nemmeno, se è questo il punto"
"Nemmeno io, quindi dobbiamo stare attenti. Tu non devi uscire sola ed anche io devo adottare metodi di sicurezza un po' più efficaci"
Mi lascia un altro bacio, l'ennesimo, questa volta sulle labbra. Non è a stampo, è la cosa più travolgente e passionale che abbia mai ricevuto.
"Vorrei proprio sapere cosa si prova a stare dentro di te" crollo con la fronte sulla sua spalla.
"Ti prego, non cominciare"
"Era una cosa carina"
"È imbarazzante"
"Non per me. Ti imbarazza parlare di sesso solo perché per te è una cosa nuova. Con me non lo sarà. Ne faremo così tanto che alla fine sarà come chiedere un sorso d'acqua"
"Cristo santo" lui nel mentre ride "ti diverti a vedermi in difficoltà?"
"Col cazzo. Vederti in difficoltà è una tortura.
Vederti rossa dall'imbarazzo perché ti dico che vorrei scoparti...si quello mi fa ridere"
"Chi ti ha detto che verrei a letto con te?" Rispondo a tono, almeno credevo di averlo fatto.
"Tutto il tuo corpo. Il modo in cui ogni volta che sono in mezzo alle tue cosce cerca sempre di più, il modo in cui ogni volta che metto una mano qui- si interrompe solo per portare di nuovo la mano in mezzo alle mie gambe- sei bagnata, tanto. Il modo in cui continui imperterrita a strusciarti su di me.
Il tuo corpo parla, ragazzina e quello che mi dice mi piace un sacco" si lecca le labbra, come se stesse già pregustando la situazione.
"Sei un-" mi interrompe
"Ottimo amante, il che farà di me il marito migliore del mondo"
"A proposito.." sorrido, perché credo di aver trovato il modo di tenerlo al guinzaglio.
"Non mi piace né il tuo tono, né la faccia che hai messo su" mi morde una guancia "qualsiasi cosa sia so che non mi piacerà"
"Non vietarmi di parlare, però"
"Mai. Il giorno in cui ti vieterò di fare o dire qualcosa, tagliami la testa."
"Attento a quello che dici" sono io a lasciargli un bacio sulla mandibola ora.
"Vediamo invece la tua idea" mi sprona a parlare, dandomi anche una leggera stretta sulla natica destra.
"Se io decidessi di aspettare fin dopo il matrimonio? Per fare sesso intendo"
Passano dieci secondi in cui lui non parla.
La faccia che ha sarebbe da incorniciare.
"Stai scherzando" sono le prime parole che dice.
Si.
"Non mi aspetteresti?" Vado avanti con la farsa.
"Ovvio ma...tu mi vuoi morto"
"E perché mai?"
"Tu non sai quello che vuol dire dormirti vicino e non poterti...dio mio" reclina la testa indietro nel cuscino. "Okay. Okay. Se vuoi aspettare, aspetteremo. Nessun problema. Basta che non mi neghi anche quello che abbiamo già fatto"
Ho le lacrime agli occhi perché tutto mi sarei aspettata tranne che non protestasse per niente e mi rispettasse, a mani basse.
Si è arreso senza nemmeno tirare fuori un'arma.
Mi avvicino al suo orecchio con le labbra.
"Facciamo che aspettiamo che tu guarisca, poi vediamo"
"Facciamo che non ti poni una cazzo di data di scadenza, facciamo che quando sarai pronta sarai tu a chiedermi di farlo." Annuisco prendendo il labbro inferiore fra i denti, perché potrei davvero scoppiare a piangere.
Lui lo toglie dalla mia presa e lo tiene fra il pollice e l'indice.
"Lascia, non mordere. Quello è compito mio"
Lascia andare il labbro ed io lo bacio di nuovo, approfondendo da subito il tutto.
Lui posa le mani sui pantaloncini del mio pigiama, per poi intrufolare le mani sotto il tessuto.
Stavolta stringe entrambe le natiche e di riflesso mi ritrovo a strusciarmi su di lui.
Lo sento.
Lui è coperto solo dal pantalone e dall'intimo, io da questo pantaloncino che ha un tessuto leggerissimo.
Prima che possa pensarci due volte, gli chiedo una cosa che mai avrei pensato di chiedere a qualcuno.
🌶️🌶️🌶️
"C'è qualcosa che posso fare per...ricambiare?" Sto parlando di ciò che è appena successo tra di noi, lui lo capisce. Forse dal mio sguardo e dalle mie guance accese, di un particolare rosso, più per l'eccitazione che scorre tra di noi che trasforma il sangue nel mio corpo in lava pura.
"Ci sono un sacco di cose che potresti fare, ma non sei obbligata"
"Non è un obbligo. Voglio...insegnami a fare qualcosa"
Anche ora rimane a guardarmi, non dice nulla ed ho l'impressione che non stia nemmeno respirando.
Sono a disagio, quindi rifugio il mio viso nel suo collo, tracciando però un percorso di baci e slittate di lingua che lo fanno respirare affannosamente.
"Tu sei un fottuto diavolo, non sei Isabelle"
"Ti posso assicurare di non avere nulla a che fare con il diavolo, tesoro" uso di proposito il soprannome che lui per primo ha affidato a me.
Lui continua a non rispondere.
"Allora? Devo chiederlo a qualcun altro?"
La mia frase lo sblocca perché con un ringhio si alza leggermente con il busto.
"Col cazzo, Is. Sono un tipo a cui non piace per niente condividere" mi accarezza il braccio destro "sicura di volerlo fare? Non devi, lo sai"
"Ma voglio, io ne approfitterei prima che la vergogna prenda il sopravvento"
Il suo corpo diventa rigido ma questa volta inizia a parlare.
"Puoi semplicemente toccarmi, un po' come ho appena fatto io con te, oppure puoi...forse per quello è un po' presto" mi guarda negli occhi "toccami Is"
Torno a baciargli il collo solo per nascondere il mio viso, poi mi avvicino al suo orecchio. "Devi dirmi come"
"Tu fallo e basta" sembra quasi una preghiera.
Faccio scendere lentamente le mani sul suo petto, poi con la destra continuo la mia ricerca, passando per i muscoli sull'addome, così definiti da poterli tracciare, poi giù fino al bassoventre.
Risucchia un respiro leggermente più brusco.
Alzo gli occhi incollandoli ai suoi.
"Continua" questa è una preghiera. "Non fermarti"
Con la punta delle dita mi faccio spazio tra l'elastico dei pantaloni sportivi e la sua pelle.
"I pantaloni" cerca di parlare tra i respiri pesanti "puoi toglierli"
Faccio come mi dice, facendoli scorrere fino alle caviglie, stando attenta al gesso.
Con le mani traccio il sentiero inverso, dalle caviglie alle cosce.
"Dovresti togliere anche questi" sembra faccia fatica a parlare.
Faccio come mi dice, agganciando l'elastico e facendolo scorrere giù.
Un leggero ansito lascia la sua bocca. Io invece sono si imbarazzata, ma allo stesso tempo ipnotizzata dalla sua nudità.
È sicuramente ben dotato, e questo non mi fa ben pensare per la mia prima volta.
"Ora devi solo toccarmi, c'è poco che puoi sbagliare Is."
Il suo petto si alza e si abbassa affannosamente.
Io mi sdraio nuovamente accanto a lui e, senza concentrarmi troppo sulla sua intimità, lo afferro con la mano destra ed inizio a muovere la mano.
Inizialmente i miei movimenti sembrano quasi meccanici, tanto che mi sento stupida.
"Sputa sulla mano" mi dice
"Cosa?"
"Sputa sulla mano che stai usando"
Lo faccio e poi torno a dedicarmi a lui.
Faccio scorrere, ora in maniera più fluida, la mano sulla sua lunghezza, dalla base, fin sotto alla punta.
Lui ansima ed io acquisisco sicurezza ogni volta.
Se non stessi andando bene non ansimerebbe no?
"Più veloce" inizio a muovere la mano più veloce mentre la sua voce impregna anche gli ansiti che prima erano solo respiri pesanti, ora sono veri e propri versi profondi, che accendono anche la mia intimità.
Adesso il suo viso è nascosto nel mio collo e gli ansimi mi arrivano dritti all'orecchio.
Siamo così attaccati che la mia mano ora è in mezzo ai nostri corpi.
Mi risponde con un morso sul collo quando con il pollice passo anche sulla punta.
"Si, cazzo." Dio mio, l'ho fatto per lui ed ora mi ritrovo a volere che le sue mani torniamo in mezzo a me, in mezzo alle mie cosce, lì dov'è questa mattina si è già intrufolato. Mi ritrovo a pensare a come sarebbe confessargli che vorrei che esaudisse i suoi più grandi desideri, che mi facesse sua.
I suoi respiri si trasformano in veri e propri gemiti che mi arrivano dritti alle orecchie.
Gli ansiti si placano solo quando lo sento attaccarsi alla pelle del mio collo come un dannato.
Continua a succhiare fino a che non sento la zona pizzicare e pulsare, a quel punto si stacca e soffia leggermente.
Io aumento ancora un po' il ritmo e, prendendolo alla sprovvista lo faccio sussultare.
"Porca Troia. Porca puttana. Cazzo cazzo cazzo e ancora cazzo"
I gemiti continuano fino a che non parla, sempre a fatica.
"S-sto...cazzo sto per" un gemito profondo lo interrompe "Is sto per venire" invece che fermarmi continuo, fino a che con un verso profondo e più lungo non si riversa sulle coperte e sulla mia mano.
Per quanto dovrei sentirmi sporca, non è una cosa che avverto. Nemmeno un po'.
Lui si lascia andare, finendo completamente sdraiato sul letto dietro di se.
🔚🔚🔚

A T E L O P H O B I AWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu