Cause You are a Sky Full of Stars

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Allora...Io lo so che avevo promesso un capitolo tranquillo (Avete ragione, errore mio. Chiedo scusa...succede nella vita di sbagliare), ma vi prometto che a tutto c'è una spiegazione. Perdonatemi per il primo POV e soprattutto...fidatevi di me.





📅- 2 mesi e 3 settimane.

🗣Isabelle

Rimanere incastrata in casa con il tuo ragazzo ha i suoi vantaggi, ma anche i suoi svantaggi.
Ad esempio se stai preparando un matrimonio e cercando casa, con accanto la vostra amica incinta, un cucciolo di dobermann fin troppo iperattivo e la minaccia di attacchi mafiosi sempre più vicina.
Ma soprattutto: se il vostro ragazzo è un tipo sportivo costretto a muoversi poco per colpa di alcune fratture.
"No! Vado io a prendere il computer, stai qui."
"Faccio solo due passi, non ho mica chiesto di andare in Florida di corsa!"
"Punto primo: non puoi correre. Punto secondo: hai già detto che ti fa male la costola diverse volte, che aveva detto il dottore? Si al busto, a patto che ogni volta che sentì dolore, ti sdrai a letto e la tieni ferma.
Devi. Stare. Fermo."
"Non ce la faccio più" sbuffa buttando la testa sul cuscino.
"Siamo tornati solo due giorni fa a casa!" Esclamo "Vuoi fare una pausa? Questa cosa ti mette un po' in agitazione, magari...vediamo un film?"
"Voglio trovare casa nostra Is."
"Okay" annuisco "io vado a prendere il computer, tu riesci a stare fermo per due minuti? Due" gli indico il numero anche con le dita. "Sono pochi, puoi farcela" mi sporgo verso di lui e lo bacio ma, diversamente dalle altre volte, non ricambia.
Respira Is, tranquilla.
È una situazione incasinata ed è solo nervoso.
Quando torno con il computer tra le mani, metto un po' di distanza, senza che però lo noti.
È da quando siamo tornati a casa che si stranisce perché comprende che non può tornare alla vita di prima dopo nemmeno due giorni di dimissioni e scarica il nervosismo su di me.
Posso essere la tua valvola di sfogo ma non il tuo Pungiball.
Gli lascio il computer e il caricabatterie sopra il busto, si sistema come meglio crede ma, se prima mi sarei sdraiata vicino a lui, ora prendo una delle poltrone in camera e mi siedo accanto al letto, aspettando che mi dia notizie.
Mik guarda i miei movimenti ma non dice nulla.
Apre il computer, sistema ancora meglio la sua posizione e poi mi guarda.
"Potresti attaccarlo alla presa? È completamente morto" annuisco e mi alzo in piedi per attaccarlo alla presa più vicina al letto.
Torno seduta ed una manciata di secondi dopo lo sento iniziare a battere i primi caratteri.
Solo dopo una decina di minuti mi rivolge la parola, non so se abbia già visto qualche appartamento ma...se così è stato, non sono stata interpellata.
"Potresti andare a prendere dell'acqua?"
"Mh? Si, si arrivo"
Esco dalla nostra stanza e prima di andare in cucina mi fermo, attaccandomi al muro, per fare un respiro profondo. Ai miei piedi Ares scodinzola, ignaro della situazione.
Non mi abbasso per non fare rumore, lui però mi segue comunque in cucina dove afferro una caraffa d'acqua ed il bicchiere.
Tornando in camera, però, lo vedo arrivare verso di me. Busto indosso e stampelle per camminare. Giacca per uscire.
"Andiamo da qualche parte?" Gli chiedo
"No, esco io da solo ma devo vedermi con i miei fratelli. Ci vediamo dopo"
"Ma l'acqua-" la mia frase rimane in sospeso.
"Scusa, devo andare"
"Ti accompagno, dove vai da solo?"
"Mi accompagneranno due della sicurezza, non c'è bisogno"
"Mik sta succedendo qualcosa?" Glielo chiedo perché si sta comportando in modo troppo strano.
"No, tranquilla"
"Mik ma-" non riesco nemmeno a contestare, né a salutarlo perché lui non aspetta oltre e, con passo incerto dato dalle stampelle, esce dalla cucina ed imbocca le scale per il garage.

"Ehy tu! Come vanno i preparativi per il matrimonio? Io ho quasi finito" quella che fa capolino da una delle scalinate è proprio Grace.
"Io non ho quasi finito ed in questo momento ho anche parecchi dubbi sul voler finire"
"Oh oh, che succede?"
"Succede che si sta comportando di schifo! Ma che ha?" Sbotto
"Non lo so" alza le spalle "forse è nervoso per la situazione in generale Is"
"Forse potrebbe pensare di dirmelo, cavoli! Mi sta trattando peggio di come faceva i primi giorni"
"Mi dispiace, è uscito?" Io annuisco "dopo allora provo a parlargli"
"No. Non fare nulla, deve rendersi conto da solo che sta sbagliando, è una cosa troppo importante ed il suo cambiamento troppo repentino. Deve esserci sotto qualcosa Grace ed ho davvero intenzione di vedere che cosa si inventerà"
"Non essere drammatica"
"Mi ha detto che deve incontrare i fratelli fuori di qui, quando so benissimo che non lo stanno coinvolgendo negli affari in questo periodo, per evitare di aggravare la situazione. Quindi è una bugia, almeno mezza.
Gli ho detto che volevo accompagnarlo e mi ha lasciata qui..." lascio la frase in sospeso, celando una conclusione che nemmeno vorrei prendere in considerazione.
"Cosa pensi tu?"
"Che si stia vedendo con un'altra"
"No" la velocità con cui nega lascia intravedere quanto sia sicura di ciò che ha appena affermato.
"Ne sei così sicura?"
"Non lo farebbe"
"Allora perché Questa distanza?"
"Prova a calmarti, quando tornerà gli chiederemo spiegazioni." Lei annuisce a me mentre parla, così da rassicurarmi.
Faccio un respiro profondo.
"Io invece come amica faccio schifo. Come stai? Come ti senti?"
"Non fai schifo, sei la migliore. Comunque, sto bene, le nausee mattutine sono ormai una mia sicurezza, ma oltre a quelle non ho problemi e sono felice. Al settimo cielo direi"
"Ed io lo sono per te. Per voi" le sorrido, ma so per certo anche da sola che è uscito un sorriso forzato, dunque mi sbrigo a scusarmi. "Mi dispiace tanto non riuscire a dimostrarlo davvero. Dovrei sfare i salti di gioia ed urlare. Scusami"
"È okay, so che sei felice per me" mi abbraccia. "Come io sono incazzata tanto quanto te per il comportamento di Mik"
"Non parliamone" scuoto la testa e con lei sottobraccio mi dirigo verso una delle finestre che danno sul grande patio al di fuori della casa. Percorriamo il tutto senza mai uscire, oggi è una brutta giornata e non è proprio il caso di stare fuori.
Non piove, ma il cielo è coperto da nuvole e l'aria non è per niente piacevole.
"Andiamo a vedere un po' di vestiti. Tu non hai ancora scelto il tuo, sei pessima"
"Andiamo in camera allora, ho alcune riviste ed il portatile lì dove ho già visto qualcosa"
Ne vediamo diversi, ma tra i preferiti ci arrivano abiti con gonne semplici ma munite di strascico, qualche trasparenza ed alcuni con lo spacco.
Il primo che abbiamo selezionato tra i possibili è uno con bretelle al posto delle spalline, un corsetto aderente, a base trasparente, arricchito da ricami floreali che risalgono lungo tutto il petto e che arrivano fin sopra il tessuto morbido della gonna che ha uno spacco molto audace. La gonna è semplice, ovvero non si apre tantissimo; la preferisco in un matrimonio al mare.
Il prossimo invece è bianco, molto semplice, il tessuto credo sia raso ma non sono sicurissima. Ha una scollatura vertiginosa sulla schiena, le spalline sono sempre bretelle, è aderente sul petto, leggermente più largo dalle cosce in poi ed è la gonna stessa ad aprirsi poi in strascico.
"Dio mio, questo ti starebbe da Dio...principalmente perché sei uguale alla modella, quindi è facile immaginartelo in dosso" mormora Grace.
Più o meno tutti quelli che vediamo, di abiti, hanno queste fattezze, cambiano solamente per quanto riguarda i dettagli.
Ne seleziono alcuni e, nel pomeriggio Grace mi promette di portarmi nella galleria dalla quale anche lei sta facendo fare l'abito.
"La scelta sui vestiti è sempre ampia, hanno tempistiche invidiabili, sono professionali da mettere paura e, cosa ancora migliore, sono preparati per modifiche last minute" capisco subito si riferisca alla questione gravidanza, anche perché al suo matrimonio manca un mese.
"Comunque non credo ti servirà modificare l'abito così tanto. Sei alla prima gravidanza, si dice che il corpo cambi più lentamente ed impercettibilmente alla prima; inoltre sei in forma, stai attenta a mangiare...con ottime probabilità fra un mese non si vedrà nulla."
"In realtà qualcosa si intravede, vuoi vedere?" Io annuisco e lei inizia ad arrotolare la maglia.
"Con i vestiti è impossibile notare qualcosa" quando anche i jeans sono slacciati è abbassati leggermente, lei passa un dito sulla parte più bassa della sua pancia che è effettivamente un po' gonfia.
Lei sbuffa una risata "Ecco, vedi? Prima potevo vantare una discreta pancia piatta, adesso non più!"
"Posso?" le chiedo, attratta da quel cambiamento sul suo corpo, cambiamento che forse io non vivrò mai. Lei annuisce sorridendo.
"Vai tranquilla" mi risponde dolcemente
Con il dito ci passo sopra e mi accorgo che non ha nulla di strano, sembra come se fosse gonfia, ma è un gonfiore...duro, compatto.
"Ci pensi che fra qualche mese lo sentiremo muoversi? Sentirò il suo battito cardiaco!" racconta trasognante.
"Se non mi porti almeno una foto, mi riterrò offesa profondamente"
"Ti farò avere la copia della prima ecografia" mi promette
"Ah! Almeno una persona in questa casa che parla la mia stessa lingua!" Lei scoppia a ridere.
Io tolgo le mani dalla sua pancia e lei si copre.
"Samael? Come si sta comportando?"
"Oh, è perfetto. Ad esempio, prima di andare a dormire, ogni santa sera, si assicura di aver baciato anche la pancia. Ha detto che non smetterà di farlo fino a che non sarà nato"
"Nato?" Le chiedo
"È convinto che sarà un maschio, io vorrei una femmina ma lui si rifiuta di prendere in considerazione la femmina"
"Perché?"
"Dice che ammazzerebbe chiunque, più di quanto non faccia già.
È iperprotettivo con me, con la madre...figurati con la figlia" sbuffo una risata.
"Io sono tema bambina allora. Per dispetto."
"A proposito di dispetti, cosa hai intenzione di fare con Mikael?"
"Non lo so, non so più cosa fare. Un secondo siamo sulle nuvole, sono perfetta, dice cose che mi fanno tremare...l'attimo dopo siamo di nuovo agli inizi, forse anche peggio."
"Mikael è particolare ma sono sicura che tenga a te"
"Forse si, ma ci sono quelle cose, quelle relazioni che...per quanto uno lotti, non sono destinate a durare"
"Non è il vostro caso"
"Io ci sto provando, non posso dire lo stesso di Mikael.
Ma se mi fossi stancata?
È come trainare un peso, se siamo in due, il peso si divide e diventa quasi piacevole il percorso da fare. Ma se sei da solo?"
"Cosa vorresti dire?"
"Che sto iniziando ad accusare il peso Grace"
"Non mollare adesso, Isabelle. Non farlo"
"Non l'ho fatto e non so se voglio farlo ancora. Ma se continuerà così, arriverà il giorno che...mi lascerò trasformare nella moglie soprammobile che tanto desiderava all'inizio"
"Non vuole una moglie soprammobile, vuole te"
"Deve dimostrarlo"
"Isabelle! Grace! Siete qui?" È la voce di Diana
"Si!" Rispondo io.
"Grace c'è tuo padre" la sua voce arriva ovattata.
"Alexander?" Chiedo "che ci fa qui?"
Grace alza le spalle e scuote la testa.
"Andiamo?" Chiedo "mi accompagni?" Lei annuisce e ci tiriamo su all'istante.
"Eccomi!" Rispondo a Diana.
Quando usciamo dalla stanza, seguite anche da Ares che mi sta appiccicato alle gambe, lei è alla fine del corridoio per guidarci.
"Ha chiesto di vederti ma non so altro" mi dice una volta che le sono accanto.
"Ha avuto anni per farlo, perché dovrebbe rompere ora?" Grace mi lascia una gomitata che mi fa trasalire un po'.
"Ti sente se lo dici così forte!"
"Che faccia pure, non mi interessa" alzo le spalle.

A T E L O P H O B I AWhere stories live. Discover now