Don't blame me, love made me crazy

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📅 -3mesi e 1 settimana

📢Mikael 

"Si può sapere dove cazzo è Daniel?!" Urlo contro i miei fratelli.
Lo so, prima che siate voi ad iniziare ad insultarmi (anche se ammetto di meritarlo) voglio ribadire che SO che non dovrei farlo. Sono la mia famiglia, mi stanno accanto da sempre nonostante tra loro io sia il più intrattabile. Fossi stato al posto loro mi sarei ammazzato di botte un bel po' di tempo e di casini fa.
Non lo hanno fatto, perché mi vogliono bene, ed è proprio per questo stesso motivo che sanno che è un periodo stressante per me: il matrimonio non voluto, la ragazzina che di suo mi fa impazzire, l'attacco qui in casa, Grace ed Isabelle che vengono prese di mira, problemi con i nostri giri di spaccio e quel bastardo di Hector che ancora la deve pagare per quello che ha fatto...la lista sarebbe anche più lunga ma non voglio ammorbare nessuno con problemi dei quali non vi può fregare di meno.

Continuo a girare a vuoto per il bunker nel quale ci dovevamo incontrare prima di pranzo.
"Non lo sappiamo, smettila di urlare, hai rotto" è Gabriel a dirmelo. Il tono annoiato.
"Tu ci vivi in simbiosi, siete gemelli. Devi sapere che fine ha fatto, no?"
"Ma che cazzo di discorsi sono? Sono qui con te mi pare! Che cazzo ne so che fine ha fatto? Ti ho detto solo che stamattina mi ha avvertito che sarebbe uscito, e questo lo so perché me lo ha detto a voce, non per qualche magia ancestrale che ci lega con un filo invisibile solo perché mamma e papà hanno deciso di prendere il due in uno!" Ora anche lui sta urlando. Il suo discorso sarebbe anche esilarante, soprattutto nel finale ed in condizioni normali riderei, sghignazzerei.
Non adesso. Non ho la situazione sotto controllo ed è una sensazione che odio.

"Finitela di urlarvi contro, aspettiamo ancora un po' " è Samael ad entrare nella nostra discussione a gamba tesa.
"Ancora un po'? Dovevamo incontrarci prima di pranzo, sono le fottute tre del pomeriggio"
"Chiamalo allora" alza le spalle.
Sbuffo sonoramente ma, dopo atri dieci minuti senza notizie afferro il mio telefono dalla tasca e compongo il numero. I miei gesti sono nervosi, tanto che quando digito sullo schermo temo che io stesso possa bucarlo.

Rimango fermo in attesa che risponda, ma proprio quando penso non lo faccia, una voce spezza il solito rumore.

"Pronto. Mik?" La tranquillità con cui mi risponde mi manda ancora di più fuori di testa.
"Dove cazzo sei?" Non sarei sorpreso se perdesse l'udito all'orecchio dove ha poggiato il telefono. Samael scuote la testa mentre Aaron e Gabriel se la ridono.
Io li fulmino con lo sguardo.
Dall'altro lato della cornetta sento dei passi ma non risponde subito.
"Avevo..una cosa da fare. Perché?"
"Perché ti sei scordato del cazzo di appuntamento! Quello con i tuoi fratelli per organizzare gli affari di famiglia."
"Cazzo! Era prima di pranzo vero?"
"Si, stronzo! Stiamo aspettando tutti te. Devi venire qui subito"
"Qui?"
"Dove ci vediamo di solito, Daniel. Ma hai bevuto?"
"No, che cazzo dici?! Perché?"
"Perché sembri con la testa tra le nuvole"
"No ok. Arrivo. Solo che subito subito mi è impossibile. Devo sistemare una faccenda e poi arrivo"
"Daniel, che stai facendo?"
"Niente di importante"
"Daniel, ne abbiamo già parlato. Se in questo tuo niente c'entra Isabelle...ti giuro che ti ammazzo" la mia voce si abbassa, tanto che sembra quasi io stia ringhiando mentre parlo.
"No, ho capito. La moglie è la tua, no?"
"Esatto, anche se mi sembra che tu mi stia prendendo per il culo. Ne parliamo dopo, tu muoviti a venire qui."
Gli chiudo la chiamata in faccia senza nemmeno salutare.

Aspettiamo altri 40 minuti, in cui io vado a prendere qualcosa con cui mangiare.

"Ciao a tutti" è la prima cosa che sentiamo all'arrivo di nostro fratello.
"Fratellone, lo hai fatto incazzare. Ora ci parli tu tutta la sera" è Aaron quello che parla.
"Aaron ha ragione, Daniel. Se ci dovessimo muovere da qui, tu sei con me"
"Ho la mia macchina, non c'è bisogno"
"Non mi interessa. Vieni con me, chiuso il discorso" faccio un respiro profondo e poi gli porgo la scatola d'asporto per pranzo.
Lui mi guarda interrogativo.
"Il tuo pranzo."
"No, io...ho mangiato già." Rimango con il braccio teso verso di lui.
"Hai...mangiato?! Noi ti aspettavamo qui come coglioni e tu hai pure mangiato!"
"Senti, mi dispiace ok? Non mi sono ricordato, non mi sembra un affare di stato!"
"Lo è se mandi a puttane il lavoro di tutti, Daniel" è Samael ora a parlare, prendendo le mie difese.
"Scusate."
"Bene, ora finiamola. Abbiamo problemi enormi. Io e Mikael dobbiamo occuparci di Isabelle e Grace che potrebbero essere in pericolo, quelle chiamate non ci piacciono. Questo abbiamo già deciso che non sarà un'affare da delegare, ce ne occupiamo noi, di persona. Meno persone sanno di questa storia, meglio è.
In più il vostro fratellone vuole piantare una pallottola in testa a quel cazzone di Hector-" Samael inizia a fare il punto della situazione fino a che non viene interrotto da Aaron.
"Immagino sempre per il fatto che ha cercato di ammazzare la ragazza di cui a nostro fratello non frega un cazzo" mi guarda con un piccolo ghigno.
"Non mi frega che sei il più piccolo, ti prendo a pugni se non ti levi quel sorriso dalla faccia"
"E tu vuoi vendicare una di cui non ti frega niente?"
"Voglio vendicare una persona che è stata ferita senza motivazione"
"La motivazione sta nel suo cognome, e in chi diventerà fra poco più di tre mesi" continua lui.
"Okay, ne discutiamo dopo." Riprende parola Samael.
"Delle faccende dello spaccio se ne occuperà Aaron con l'aiuto di Brandon e di Luke, ma se si vuole aggiungere un altro di voi è il benvenuto.
Bisogna anche organizzare il controllo di casa e delle persone che ci lavorano attorno, non possiamo fidarci di nessuno di questi ultimi tempi, perché sono arrivati ad un passo da casa nostra, quindi potrebbero essere anche nostri compagni, persone con cui collaboriamo durante il giorno, magari con cui parliamo assiduamente. Se ne occuperanno i gemelli di questo, anche se papà ha detto che capiterà che vi chiederà di analizzare i progressi, quindi già sapete che ci metterà bocca.
Poi dobbiamo essere pronti con programmi di protezione in caso le cose si mettessero male."
Ci guardiamo tutti preoccupati ma anche con una determinazione negli occhi non indifferente.
"Con Mikael abbiamo pensato che, se le cose dovessero andare di merda, le prime persone a cui dobbiamo pensare sono proprio la mamma, Grace ed Isabelle.
Sarebbero le prime a partire, a lasciare lo stato.
Avranno accesso a documenti nuovi. La destinazione è ignota e vi verrà comunicata solo nel momento in cui le raggiungerete.
Anche qui i primi a partire tra noi sarebbero i più piccoli." Viene interrotto ancora da Aaron.
"Quindi io sarei il primo ad abbandonare il campo? A lasciarvi qui? Ed invece tu e Mik, che siete quelli che hanno anche altre persone a cui pensare, sareste gli ultimi? Questa, in base a quale ragionamento sarebbe una cosa sensata?"
"In base al fatto che tu sei più piccolo Aaron. Funziona così in vista del futuro della famiglia"
"Il futuro della famiglia siete voi. Voi avete una famiglia, non io. Io rimango"
"Tu fai quello che ti viene detto"
"Non ci penso proprio"
"AARON!"
"Che vuoi? Io non ho una donna che mi aspetta a casa, io non ho una famiglia, non rischio di iniziare a sfornare bambini entro un anno. Voi siete più importanti sotto questo punto di vista" io mi allontano un po' in maniera automatica.
Non voglio figli con Isabelle. Non così, non lo vorrebbe un figlio con me, ne sono sicuro. Non mi ama e ci metterei la mano sul fuoco che non vuole far crescere un bambino in un clima come il nostro, soprattutto dopo che le ho messo in testa la cosa che durante il matrimonio non farò a meno delle mie "amiche" come le chiama lei.
"Sembra quasi che Aaron ti abbia preso a schiaffi" parla Daniel, il tono indagatore.
"Si perché io non...non avremo figli io e Isabelle"
"Cosa?" È sempre Daniel a parlare.
"Non possiamo avere figli così"
"Avete problemi? Qualcosa a livello medico?" Chiede sempre lui. Ma che gli frega?!
"No" rispondo tra i denti.
"Non è una cosa che puoi negarle. Se lei li volesse?"
"Non sono cazzi tuoi, comunque...non ne avremo."
"Sei un pezzo di merda egoista, che non capisce un cazzo" sempre Daniel.
"Ma che vuoi? È la mia vita!"
"Anche quella di Isabelle però"
"Perché ti interessa tanto di lei eh?" Gli arrivo vicino, tanto che quasi sfioro la sua fronte con la mia.
"Cosa vuoi da lei?" Lo riconosco, lo riconosco quel lampo negli occhi.
L'ho già visto.
"Stalle lontano Daniel. Dico sul serio"
Lui scuote la testa ma si allontana.

A T E L O P H O B I AWhere stories live. Discover now