Cinnamon Biscuits

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📅11/02/2022 



📢Isabelle

"Pensavo ti avessero presa di striscio, invece no. Stai perdendo troppo sangue. Ora però fermiamo l'emorragia. Se sentissi il bisogno di dormire, non farlo. Non addormentarti per nessun motivo." Mikael continua a sostenermi perché da sola non riesco a stare in piedi ed in più continua a parlarmi, a darmi informazioni, a rassicurarmi. Pochi attimi dopo essere stata raggiunta da lui, la testa mi girava e mi sentivo svenire. Quando però sono crollata a terra, lui era già lì e mi ha preso tra le braccia.
"Samael!" Urla il nome del fratello che bel mentre era corso in macchina per cercare qualcosa con cui tamponare la zona.
"Chiama una cazzo di ambulanza!" Continua ad urlare.
Samael torna da noi correndo, il telefono tra le mani.
"Ho chiamato ora, stanno arrivando"
"Prendile la testa, non farla poggiare a terra. Reggile il braccio in questa posizione e tienila sveglia"
"Tu?" Ormai mi limito ad ascoltare la conversazione tra i due fratelli, non ce la faccio ad aprire bocca.
"Devo alzarmi per togliere la cintura dai pantaloni"
A quel punto Samael si accovaccia accanto a me e segue le istruzioni del fratello.
"Sono stanchissima" dico io a quel punto. Sento il rumore della cinta che viene slacciata.
"Non ha mangiato a pranzo, ha finito a stento terminato quelle che fettine che le ho portato. Il senso di stanchezza sarà stato accentuato dal fatto che è quasi digiuna" dice Mikael mentre torna ad accovacciarsi accanto al fratello e poi blocca la cintura attorno al mio braccio.
"Non è tanto, ma almeno rallenterà la fuoriuscita di sangue" afferma lui, quasi volesse convincere se stesso e non noi che gli siamo attorno.
"Hai visto chi-" inizia a parlare Samael stavolta
"No. No cazzo. Me ne sono accorto solo quando ha urlato."
"Anche io. Prima che ti raggiungessimo però, avevamo incontrato Hector qui fuori. Aveva uomini qui nei dintorni, nascosti, con armi con puntatori laser"
"Sapeva benissimo che ti avrei chiamato per venire a recuperarmi. Ecco perché non mi ha tolto il telefono, era una trappola per noi, non immaginava nemmeno lui che ci sarebbe stata anche Isabelle."
"E allora perché il colpo è andato a lei?"
"Errore?" Ipotizza Mikael.
"Non credo. Noi eravamo più avanti di lei. Hanno proprio puntato lei"
"Vaffanculo" sbotta Mikael a quel punto.
"Non è colpa nostra Mikael."
"Non lo so questo, ma. Hector e la sua famiglia hanno appena firmato la loro condanna a morte"
"Non adesso" Samael mi guarda "abbiamo altro a cui pensare" con gli occhi si rivolge a me.
"Si ma fino a che non arriva l'ambulanza non possiamo fare più nulla" sembra che ragioni un po' "dovessero arrivare i soccorsi, chiamami"
"Dove cazzo vai?!" Gli urla dietro Samael
"A cercare il figlio di puttana. Se lo trovo gli faccio saltare la testa e poi la invio alla sua famiglia come monito. Tu rimani con lei."

Per qualche secondo Samael resta zitto, forse stupito da suo fratello e dalla sua reazione, e in parte perché probabilmente non sa di cosa parlare con me. Ci resta fino a che non si accorge che le mie palpebre cominciano a calare.
"Non ti addormentare Isabelle"
"Sonno" dico solamente, sperando che mi capisca.
"Ascoltami bene: non è sonno quello che stai sentendo, è la mancanza di sangue che ti fa sentire così. Devi solo evitare di pensarci" scuoto la testa
"Ce la fai, ne sono sicuro"
"No"
"Si invece" si guarda attorno freneticamente. "Aspetta, vedo le luci! Sta arrivando l'ambulanza Isy" alzo un angolo della bocca al sentire quel soprannome, che però potrei benissimo essermi immaginata.
Resisto ancora, il suono delle sirene ora si sente benissimo e quel rumore un po' mi fa tenere gli occhi aperti.
Quando l'ambulanza si ferma a pochi passi da noi, Mikael non è ancora tornato.
Samael deve aver pensato la stessa cosa, perché di nuovo si guarda attorno, ora però non è nervoso. Sta cercando il fratello.
Una volta che mi hanno caricata in barella e che hanno fatto un po' il quadro della situazione, sento dire a Samael il nome di un dottore ed ordinare di chiedere di lui una volta arrivati in ospedale.
Samael fa per salire con me, io però afferro una sua mano e la stringo.
Subito porta lo sguardo su di me. "Che succede?"
"Cercalo"
"No, salgo con-" gli stringo la mano
"Ok ok" scuote la testa e poi borbotta un: "siete proprio uguali voi due"
detto questo si allontana e lascia che finiscano di caricarmi in ambulanza.
Chiudono le porte e partiamo subito dopo.
L'inizio del tragitto lo ricordo così e così: ero stanca e volevo dormire, sentivo i dottori parlare tra loro e gli oggetti medici usati su di me per i controlli. Ricordo il rumore delle sirene e l'aria carica di ansia che aleggiava in tutto il veicolo.
"La ragazza ha già perso una quantità cospicua di sangue, ma l'emorragia è stata bloccata"
"Allora arriviamo in ospedale e facciamo i controlli per le trasfusioni..." le loro voci risultano sempre più ovattate.
"Signorina Isabelle" mi richiama uno dei due medici che sono con me "non chiuda gli occhi" quando si accorge che non rispondo, riprova "signorina..." mentre mi richiama però i miei occhi si chiudono da soli.

A T E L O P H O B I AWhere stories live. Discover now