7. La visita di Mattia

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"Chi sarà mai... Chi potrà mai essere l'assassino?"

Su ciò sclerotizzavo il pensiero, per non pensare che Mattia non aveva cambiato idea e da un momento all'altro tutto sarebbe potuto variare. Così successe. Ne avevo avuto di tempo per prepararmi; non credo che sarei mai potuta essere pronta.

Era una fredda mattina di fine novembre. I colori più caldi dell'anno circondavano la mia grande casa e io attendevo, seduta sul divano del salotto, che Maria Dolores preparasse il pranzo. Lo sentii arrivare fi-schié-ttà-ndo.

Mattia è il mio bocciolo divenuto roseto; n'avrei fatto a meno, ma ora non posso più farne a meno.

In lui vedo suo padre. Ha gli stessi capelli folti e scuri, corti, tenuti indietro con la gelatina. Gli occhi sono azzurri, come i miei, ma lo sguardo, l'espressione, il sorriso, la fossetta sul mento, sono di Attilio. Non è molto alto, ha le guance rosee e cicciotte e negli ultimi anni ha messo su qualche chiletto.

È un brav'uomo. Non ha mai fatto mancare il sostegno alle sue tre donne, pronto a tendere la mano a Rocco e a Sergio, quando sono entrati nella vita di Linda e Anna, e dei suoi figli. È un padre presente ed equo, una Polaris anche per Myriam, Thomas e i gemelli. Bonario e generoso, si arrabbia di rado e, come Walter, non alza quasi mai la voce. Soltanto, quando è nervoso, fischietta.

L'udivo avvicinarsi come una minaccia; mi sarei massacrata le mani l'una con l'altra.

Restai impassibile, mentre cercava d'indorarmi la pillola; per quanto zucchero ci mettesse, questa proprio non m'andava giù. 

«T'abbiamo trovato un posticino bellino, vicino a un bellissimo parco. I ragazzi hanno visto la brochure e siamo tutti d'accordo.»

Non ricordo come fosse vestito, n'è cos'altro mi disse, ma il suo sorriso finto ce l'ho davanti agli occhi.

"Non so ancora chi è l'assassino!"

Non riuscivo, non volevo, pensare ad altro.

"Non posso andare lì senza saperlo! Poi c'è la promessa! Non ho ancora mantenuto la promessa! Non posso onorarla se mi chiudono lì dentro. Chi è l'assassino? Chi? Chi?"

Mi sembrava d'ammattire. O forse ero già matta.

"Mi credono matta? Sono matta? Per questo sono finita qui dentro?"

«Hai le guance rosse. Maria Dolores, per cortesia, possiamo aprire un pochino? Qui dentro fa troppo caldo. Non sembra anche a te che respiri a fatica?»

Mattia m'allentò il foulard.

«Ecco, ora va meglio; ti stringeva troppo.»

"Chi è l'assassino?"

Dentro di me gridai. Nessuno poteva sentire la mia disperazione.


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*Facciamo due chiacchiere?!*

Ci siamo quasi: Amelia sta per raccontarci di quando ha lasciato  la sua casa per trasferirsi lì dove è ora (nel suo presente, quello in cui immagina di recitare per noi), qualche giorno dopo il "Pranzo di Natale" di quell'anno. 

Non potrà non lasciarci un'altra delle sue ricette!

Prima di girare pagina vi chiedo: quali sono le vostre aspettative, se ne avete,  riguardo ai rapporti nelle coppie fin qui descritte? A parte l'identità dell'assassino, avete delle domande o curiosità particolari?

Grazie come sempre per la vostra preziosa presenza ❤️

PRANZO DI FAMIGLIA - RomanzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora