3. La visita di Walter

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Avevo pranzato da poco; come un boa che ha mangiato un bove, stavo sulla mia sedia ortopedica, in salotto. Il ciclone Walter entrò e s'accasciò sulla poltrona a dondolo che avevo alla mia destra; a ogni spinta in avanti e indietro, i giunti allentati stridevano come sardonici presagi.

«Lo so mi faccio vedere poco sono indaffaratissimo.»

Si issò e si passò una mano tra i capelli sparufati.

«Il tour con Alex è stato una cuccagna anche per me.»

Fece un passo e s'andò a sedere in pizzo in pizzo sul divano Chesterfield aspetto cuoio invecchiato appoggiato alla parete che avevo di fronte, un falso, ovviamente, altro che cuoio di vacchetta scorticata o pelle di bufalo stonalizzata a mano! Era elegante, comodo, funzionale ed ecologico, e non mi era costato un occhio di drago. Walter ha sempre avuto paura di sporcarlo solo sfiorandolo.

«Occuparsi dei Cipì non è più uno scherzo; ci ho pure preso gusto a fare il Manager di giovani talenti. Non è che voglia impelagarmi anche con altri artisti, eh! Riesco a malapena a stare dietro al lavoro, alla casa e c'è Lucy da rimettere in carreggiata. No, no.»

Saltò su dritto, a oscillare come un pendolo storto, con le mani in tasca, rivolto verso il pavimento in graniglia sale e pepe con la smania di chi cerca la soluzione a un rebus per il quale da mesi si lambicca il cervello; non trovò neanche una macchia, che Maria Dolores è una megera del pulito. Sdrucciolò con un mocassino fino a perdere l'equilibrio; si riscosse e tornò in sé.

«Martedì sono andato a mangiare da papà. Eravamo al limoncello, quando è arrivato Willy, per discutere di certi lavori che devono fare insieme. Il discorso è caduto sul gruppo. Sai com'è lui, no? Vede tutto rose e fiori parla poco e quando parla fa danni.»

Walter sbottonò la camicia violetta che aveva lasciato fuori dai pantaloni neri, grattò la pelle arrossata sotto al colletto e si puntò l'indice destro poco sopra la radice del naso.

«Mi s'è avvicinato, m'ha puntato il dito qui. 'Tu! Non pensare di cavartela così! Tu torni a suonare le percussioni con noi!'»

Misurò con i piedi le mattonelle dalla porta alla parete di fondo. Erano quindici, venti centimetri per lato. Tre metri che percorse in tre secondi. Giunto all'ultima, si girò per tornare indietro.

«Ha avuto la bella idea di dirlo quell'unica, eccezionale volta in cui Godfri era con me.»

Tolse dall'asola un altro bottone.

«Mi è sembrato di vederlo, il fumo che gli usciva dalle orecchie. 'Vuoi farmi divorziare! Ah. Ah. Ah.' La mia risata è parsa falsa persino a me, perché, è inutile mentire, sarebbe grandioso tornare con loro sul palco.»

Passando davanti al divano, si mise giù.

«Di tanto in tanto, mica sempre.»

Tornò su.

«Suonerei persino le padelle.»

"Che hai oggi, il ballo di San Vito?" avrei voluto chiedergli, per sdrammatizzare. C'era poco da stare allegri.

Com'è che si scrive sui social?

"Tizio è in una relazione contorta con Caio."

Ci si era ingarbugliato da solo, combattendo dentro di sé una battaglia senza vincitori né vinti. Chi ci avrebbe rimesso, anche questa volta? Stava giocando con un fuoco che l'avrebbe strinato, o si sarebbe spento.

«Se capisce, capisce, se no... capirà.»

Walter non era pronto a mandare all'aria il suo matrimonio. Come si suol dire, voleva la botte piena e la moglie ubriaca.

«Giovedì è andato fuori con Rudolf. È tornato che non sembrava neanche lui. Aveva bevuto l'impossibile. Con quale scusante? 'Tu vuoi divertirti a suonare i piatti, io mi diverto a vuotare bicchieri'.»

Il marito ubriaco ce l'aveva, e la botte piena?

«Se vuole rovinarsi, è una sua scelta. Io sto troppo bene con i ragazzi. Nei mesi che ho vissuto in Olanda mi sono mancati tantissimo. Questa volta non sto nel foyer. È tutto troppo figo.» 

Fece tre saltelli e venne a darmi due baci.

La sua arringa era durata meno di dieci minuti.

Salutò Maria Dolores che stava annaffiando i giaggioli, si mise in auto, e partì sgommando.

Sperai che il suo fervore non si dovesse temperare con l'arrivo dell'autunno.

Non sapevo che prima della fine dell'anno una valanga avrebbe travolto tutti noi.


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*Noticina*

Sparufati: in disordine (l'unica corrispondenza trovata nel web è con sbaruffati)

PRANZO DI FAMIGLIA - RomanzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora