Mille urla nella testa

Magsimula sa umpisa
                                    

"Se n'è andato in mezzo secondo, voltando le spalle a un'amica!" Mossi la testa in segno di disappunto e mi precipitai in aula. "Sono sicura che l'abbia fatto a malincuore, per una ragione legata a Mr. Risen. Non può essere altrimenti!"

Burald entrò in classe con una lentezza insolita. Trascinava i piedi. Ma non poteva semplicemente fluttuare fingendo di camminare, come faceva sempre? Lo seguii in ogni suo movimento, ma il mio sguardo gli rimase incollato addosso anche quando si fu seduto al banco. Dopo mille tentativi di concentrarmi sul suo volto per decifrarne l'espressione, la mia attenzione cadde sulle nocche delle sue mani. Sussultai: erano lacerate.

La pelle era ridotta a brandelli e lasciava scoperto il sangue, che ribolliva in superficie come la lava di un cratere: solo alcune crosticine galleggiavano nel liquido rosso, come minuscole toppe che non riuscivano a ricucire le ferite. Burald si era di nuovo fatto male da solo. Ora teneva le mani sulle tempie e ogni tanto se le massaggiava.

"Chissà cosa gli stanno dicendo le voci. O meglio, le anime... O meglio, Diamond." Si passò una mano tra i capelli. "Nulla di buono, credo. È in difficoltà."

Il rumore della sedia che strisciava sul pavimento catturò l'attenzione di tutti, che si voltarono verso di me e ammutolirono all'improvviso. Sfoderai un sorrisetto impacciato. - Che c'è? Il prof non è ancora entrato. - Alzai le spalle. - Continuate pure le vostre chiacchiere!

I gemelli alzarono la testa in sincrono, e altrettanto in sincrono la riabbassarono per dormire accasciati sul banco. -Scusa. - mormorarono. Erano troppo insonnoliti per rispondermi male. Ma Alessandro rinvenne poco dopo e si guardò intorno smarrito. -No ma aspetta Massi, cos'è stato?

L'altro fece una risatina. -Ma ci sei o ci fai? La signorina delle treccine, che tra l'altro adesso non ce le ha più, sta andando dal suo tipo horror.

Ginevra drizzò il petto e si sistemò il colletto della camicia: il suo piacere per i pettegolezzi non era ancora svanito, anzi, si era rafforzato quando aveva rinunciato a ristabilire l'ordine in classe. Era troppo confusionaria. E poi la confusione portava gossip! Tirò una gomitata a Serena per attirare la sua attenzione. -Quindi ora è diventato il suo ragazzo?

-Certo, ho appena detto che sta andando dal suo tipo. Hai sentito bene, non sei mica sorda. - borbottò Massimo.

Anche Serena assunse un'espressione stupita. -È ufficiale?

Sbuffai tra me e me: adesso ci si metteva anche Serena a commentare la mia vita privata! Era da sempre la mia vicina di banco, le passavo i compiti sebbene non fossi di certo un genio a scuola, e adesso, dopo anni di convivenza pacifica, si metteva a spettegolare su di me?

Cos'avrebbero detto? "La ragazza con gli occhi diversi e il fantasma. Bella coppia, no?" Starnutii.

Ma cos'avevo da vergognarmi? Burald era meraviglioso. E poi chissenefrega! Oh sì, avevo proprio ragione. Quella parola mi riempiva di soddisfazione. "Chissenefrega!" gridai dentro di me, prima con un tono indignato e dopo con un tono esultante. Oh, quanto suonava bene!

Burald sollevò un angolo della bocca, mentre mi avvicinavo a lui e prendevo uno sgabello per sedermi al suo fianco, ma continuò a tenere il suo sguardo sospeso nel nulla.

-Perché lo hai fatto di nuovo?

-Lo sai, Cassie: ne ho bisogno.

Sentii lo scricchiolio di una nuova crepa che gli si apriva dentro. -Ma non ne hai altri, di bisogni? Magari ti distrarrebbero da quello...

Mi prese il viso: gli bastò sfiorarlo con le dita per immobilizzarlo e poi spostarlo con delicatezza, in modo che sulla mia pelle non rimanesse il segno della sua presa. Ma non mi baciò. -Solo quello... che vorrei fare. - sussurrò.

-Fallo. - mormorai. -Non mi importa niente di loro.

Lui esitò. Mi guardò negli occhi per capire se fossi proprio sicura. Annuii. "Certo, certo che sono sicura." Allora si portò il mio viso alla bocca, mi baciò e mi lasciò andare. Fu come se pareti di ossa s'innalzassero attorno a noi, un odore polveroso ci avvolgesse e un'atmosfera insolita ma suggestiva ci isolasse da tutto il resto: mi sembrava di essere tornata al giorno prima, nelle catacombe.

Smisi di tremare, ma il suo sguardo continuava a graffiarmi, vibrare e creare pieghe dentro di me. I muri crollarono e rimasero solo cumuli di teschi e resti umani, che mi osservavano da sopra i banchi e la cattedra. Le mascelle erano storte e i fori oculari vuoti, l'osso sull'altro lato della testa ingiallito: avevano tutti lo stesso sorriso bieco. Il cuore mi batteva forte. Un brivido mi percorse la schiena. "Meglio non prestare attenzione alle visioni. Burald mi sta facendo impazzire!"

Mi baciò di nuovo, ma questa volta per farmi rinvenire. Sollevai la testa e ritrovai i ghigni ironici dei crani nelle espressioni dei nostri compagni, che ci osservavano con curiosità. "Chissenefrega."

Burald li controllava con la coda dell'occhio, ma poi finse di ignorarli e iniziò ad accarezzarmi i capelli. Eravamo così vicini che i nostri profumi si fondevano. La mia acconciatura era sempre più scomposta, con numerose ciocche che mi erano finite davanti agli occhi o ai lati della testa.

Gli occhi di Burald erano assenti. Mi toccava in un modo che chi non lo conosceva avrebbe potuto definire distratto, tuttavia i suoi movimenti rigidi, a scatti, rivelavano l'emozione che risvegliavo in lui. Si comportava sempre così quando eravamo vicini. Mi sistemò una ciocca dietro l'orecchio e sorrise.

Uno schianto e un gridolino mi fecero sobbalzare. Alice era di fronte al banco. Aveva gli occhi sottolineati da due occhiaie scure e la sua pelle sembrava pulita, le ciglia sottili e libere dagli strati di mascara, anche se per questo non meno graziose. Cosa le stava succedendo?

A terra giaceva la sua pochette dorata e i cosmetici che erano scivolati fuori si erano distribuiti sul pavimento grigio della scuola. Lei non si chinò e non rese visibile dall'alto i seni abbondanti che spuntavano dalla scollatura del maglioncino, come avrebbe fatto qualche settimana prima, ma rimase in piedi. -Oh, pazienza. Li stavo portando verso il bidone. - Fece per cambiare direzione. -Scusate, ora potete riprendere.

-Aspetta, Alice!

Si voltò. -Sì, Cassie?

- Perché li vuoi buttare nella spazzatura?

-Perché è ora che la smettiate di pensare tutti che sia una poco di buono solo per il mio aspetto. E poi non ho più voglia di truccarmi: ora sono preoccupata per Graveyard. Non sono per niente d'accordo con quello che sta facendo, vorrei solo che la smettesse...

-Anche io sono preoccupato per Graveyard. - sussurrò Burald.

-Ah, sì? Al momento stai pensando ad altro. E comunque sei più preoccupato per te stesso, che per Graveyard.

-Alice...

Si girò un'ultima volta e rivolse gli occhi al cielo. -No, Cassie, non sono invidiosa, e non sono arrabbiata con te. Volevo solo dire a Burald che se fossi in lui cercherei di salvare una persona a cui voglio bene da... Ecco, da un'azione scorretta. E anche in fretta.

La ragazza si dileguò e tornò nell'altro lato della classe. Lui strinse le labbra e anche i pugni, talmente tanto che per poco le ferite non ricominciarono a sanguinare. - Perché si intromette?

-Credo che provi qualcosa per Graveyard. In ogni caso stava solo cercando di aiutarti, e forse sa qualcosa che noi non sappiamo.

- Non credo proprio. - borbottò. Si perse ancora nei suoi pensieri grigi, grigi come trappole, e si portò le dita alle tempie. Gli accarezzai un braccio. - Burald cos'hai alla... o forse dovrei dire nella testa.

-Un baccano assurdo.

- Cosa vogliono i morti da te, ancora?

Scosse la testa. - Non posso spiegartelo adesso. Incontriamoci al cimitero, oggi... Ti prometto che ti dirò tutto.

-E così dovrò aspettare fino a quel momento...

Mi baciò un'altra volta: forse il suo compito non comprendeva convogliare il suo fiato nel mio, forse non era citato nel desiderio, tuttavia era parte delle mie richieste e non le avrebbe deluse mai e poi mai. In fondo anche lui le condivideva. I nostri cuori erano molto diversi, ma diventavano due specchi quando si trattava di amarsi e sfiorarsi.

Il giovane dei desideri irrealizzatiTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon