Un incendio di ametiste

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Già, quella bara era vuota. Talmente vuota da aprire un vuoto anche dentro di me. Anzi, un abisso.

Ebbi la sensazione di oscillare, di sbandare, e fui sul punto di finire nel feretro. Mi aggrappai alla parete di tombe, graffiando il marmo bianco fino a rovinarmi le unghie. Per poco non feci cadere i lumini a batteria e le rose appese al muro. Erano talmente appassite che qualche petalo si staccò comunque dalla corolla: macchie rosse precipitarono e si posarono ai miei piedi, ma avevo la vista offuscata. Assomigliavano così tanto a gocce di sangue...

Cercai di allontanarmi, barcollando, ma dovetti appoggiarmi a un pilastro. L'universo ruotava attorno a me come una giostra, i pensieri mi sfuggivano e si perdevano nella confusione che avevo in testa: alla fine riuscii ad afferrarne qualcuno, ma portavano tutti a un'unica possibilità. Era folle, ma non avevo alternative, se volevo davvero capire dov'era finito.

Mi drizzai. Sì, ero in grado di rimanere in piedi. Mi avvicinai alla bara e la studiai con un'ultima occhiata, poi mi coricai al suo interno e richiusi il coperchio. Il debole chiarore che illuminava l'esterno scomparve: anche l'arietta fresca rimase fuori.

Lì dentro l'unica cosa a muoversi era il mio respiro, che tornava sempre a riempirmi i polmoni, come in un ciclo continuo, regolare ma allo stesso tempo angosciante. Il tanfo era insistente, mi schiacciava, mi calpestava, e cominciai a tossire. Strinsi la treccia e l'avvicinai al naso, ma il profumo di gelsomino e mandorle si disperdeva nel puzzo e non mi dava sollievo. La nausea mi contorceva lo stomaco.

Il fondo della cassa iniziò a dissolversi e a sfumare nel nulla. Man mano che la sua base solida si diradava, io sprofondavo in un nero terribile. Scendevo di continuo, e il coperchio si allontava sempre di più. Il battito mi pulsava nelle tempie.

"Forse sono morta. Forse mi sta portando nell'aldilà... Quindi è questo che succede dopo la vita?"

Un tonfo risuonò nell'area compresa tra me e il coperchio. Lo spazio si ridusse di scatto: adesso ero di nuovo schiacciata tra il fondo e la chiusura della bara. Aspettai qualche secondo, ma non accadde nulla. Sollevai il coperchio e una luce metallica irruppe nella cassa: non proveniva né dalla luna né dal sole, non era limpida, non era artificiale, non era vera, non era niente. Nulla di tutto ciò che si può immaginare. Era... Non so come definirla. Esisteva ma allo stesso tempo non esisteva, proprio come Burald.

Mi misi a sedere nella cassa per guardarmi intorno. Quella luce diffondeva una tonalità viola-bluastra in una stretta corsia di tombe, infilate nel muro di un porticato delimitato da colonne. I corridoi componevano i lati di un quadrato, nel cui spazio interno si estendeva un prato pieno di fiori e croci. Le ombre si allungavano sul terreno e tremavano nel vento, come sospinte dal fiato di un gigantesco fantasma.

"Sono ancora nel cimitero! Ogni cosa è come l'ho lasciata!" Sgranai gli occhi. "Ehi, e quelle fiamme viola? Da dove sbucano fuori?"

Sovrastavano ogni cosa, salivano e scendevano come le canne di un organo, producevano un crepitio a tratti più debole a tratti così intenso da stridermi nei timpani come le unghie sulla lavagna. Le fiamme emanavano una luce violenta però erano trasparenti e, quando avvolgevano gli oggetti, questi parevano inglobati da una protezione di ametista.

Una scintilla sfiorò il legno della mia bara e il contenitore s'incendiò. Sussultai e uscii. Il materiale avrebbe dovuto diminuire e rovinarsi alla svelta, ma questo non avvenne. Nemmeno il resto, tutt'intorno, bruciava.

Il fuoco circondava ogni cosa ma non danneggiava nulla, impotente, neutro, senza alcun effetto.

-È terribile. Dove sono finita? Non mi sono mai mossa dal cimitero? Sono in un mondo parallelo oppure... Non è possibile! Niente di tutto questo è possibile! - Scossi il capo, come se potessi scrollarmi via anche il groppo in gola. - Come può aver fatto una bara a portarmi in un altro luogo? No, no... Io sono sempre rimasta qua. Dev'essere successo qualcosa! Perché ha preso tutto fuoco?

Il giovane dei desideri irrealizzatiWhere stories live. Discover now