17 novembre 2021

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(26 GIORNI DOPO)

Burald, è inutile che tu faccia finta di essere un ragazzo tranquillo e sicuro di ciò che fa, sicuro di come tocca il mondo, sicuro delle scelte che prende per cambiarlo. Burald, devi credermi: è inutile. Lo so che hai paura di lasciare il segno e di farlo nel modo sbagliato. Lo so che hai paura del passato e ancora di più del presente. Lo so che hai paura di non proteggermi abbastanza e che hai bisogno di scappare, lo so, e so anche che non ci riesci e forse non ci riuscirai mai.

Io vorrei farlo con te, vorrei allontanarti da ogni senso di colpa, da ogni dovere, da ogni regola che ti chiude in gabbia. Se solo potessi spezzarle a morsi, quelle maledette catene, lo farei senza pensarci due volte.

Potresti smetterla di odiarti, per favore? Se solo sapessi ciò che sento... Sembra una corda che mi tiene incollata a te e resiste a qualsiasi incendio, a qualsiasi diluvio, a qualsiasi scossa con cui il mondo cerca di separarci.

Smettila di prendere tutto a pugni. Smettila di detestarti perchè sei imperfetto. È proprio questo a tenerci insieme. E tu mi vuoi con te, vero?

Da: incognito

Per: il giovane dei desideri irrealizzati

Quelle parole era bellissime, ma non potevo abbandonarmi alla loro dolcezza. Non potevo concedermelo. Non potevo illudermi. Erano solo i pensieri di Cassie in quel momento, ma sarebbero potuti cambiare presto o anche subito. La sua idea avrebbe potuto trasformarsi in un'altra e, in un solo istante, loro sarebbero svanite. Allora mi sarei disperato ancora di più, come per un sogno svanito o una promessa non mantenuta.

Rimasi lì a fissarle con uno sguardo malinconico, denso di nostalgia nonostante non fossero ancora scomparse. Non a caso quella era una "letterina cangiante". E poi Cassie cambiava umore facilmente, molto facilmente, come un pezzo di cristallo che rifletteva diverse sfumature, come qualcosa di prezioso e fragile che non potevo permettermi di scheggiare.

-Lo so, lo so, è speciale.

Era stata la voce di Diamond a parlarmi nella mente. Diamond era sempre lì, in un angolino non troppo appartato della mia testa, ad aspettare il momento giusto per farsi sentire: nonostante questo non potevo accusarlo di volersi tenere Cassie tutta per sé, e non potevo accusarlo nemmeno di non preoccuparsi abbastanza per lei, così come non potevo accusarlo di averle rivelato la verità troppo presto... Non potevo accusarlo di nulla. Era stato un cimiteriale ribelle, fin da piccolo, e come tale non sbagliava mai. Io invece non sapevo nemmeno da che parte stare. Se non fosse stato per Cassie avrei seguito le sue orme, ma ora era tutto diverso. Ora il mio compito era lei.

-Hai ragione. - Posai la testa al pilastro che sosteneva il porticato del cimitero. -Posso innamorarmene?

-Burald, lo sai che non è legale. Però io vorrei concedertelo, vorrei... Sarebbe illegale anche se fosse un mio desiderio?- Un sospiro mi fischiò nelle orecchie. - Ma stai attento a non perdere di vista l'obiettivo... Prima di tutto lei deve stare bene.

Come poteva pensare che me ne dimenticassi? Il mio cuore era arido in confronto al suo, ma non così tanto. -È prima di tutto il mio obiettivo. - sussurrai. - Farò qualsiasi cosa che possa renderla felice, anche se questo qualcosa mi ferisse.

-Grazie. - mormorò, con un filo di voce. -Ah, dimenticavo: descrivimi il suo sorriso, quando appare.

Il tono si ammorbidì ancora di più, fino a diventare uno sciroppo che mi scendeva in gola. Mi formicolava tutto, dalle braccia alle tempie. Avrei potuto farlo in quel momento: lo splendore di Cassie era rimasto impresso nella mia mente fin dalla prima volta che l'avevo vista, insieme alla luce opaca che le usciva dalla pelle e che sapeva rapirmi, sapeva incantarmi, sapeva...

E se anch'io mi fossi finto un terrestre e fossi andato da lei come umano? No, non potevo commettere una sciocchezza simile. Mi avrebbero ucciso. Se poi la mia anima fosse finita nel regno sotterraneo, non avrei avuto il coraggio di chiedere un servizio che io stesso in vita mi ero rifiutato di offrire.

Diamond invece non era stato incoerente, perché l'esistenza di Cassandra giustificava tutto. La mia schiena scivolò fino a quando mi trovai seduto sulle mattonelle. Passai un polpastrello sulla patina di polvere che copriva il suolo: il mio cuore si specchiava alla perfezione in quella superficie, perché a un cimiteriale era concesso di nutrire affetto solo verso l'anima a cui doveva ubbidire. Non poteva provare ciò che provavo io.

Le fiamme ardevano ovunque, intorno e sopra di me, violastre e a tratti sfumate da una luce biancastra simile a schiuma: quando sfioravano lo spazio vuoto, si dissolvevano nell'aria proprio come le onde del mare si disperdono sulla sabbia, a riva. Emettevano un continuo scoppiettio e riproducevano forme di ogni tipo: mi sembrava di vedere la stoffa morbida di tanti nastrini ma, appena socchiusi gli occhi, mi trovai circondato da forche incandescenti che aspettavano di punirmi.

Cassie desiderava che la amassi come un umano, ma io ero cresciuto come un cimiteriale. Per fare il mio dovere di cimiteriale, però, dovevo lasciarmi andare fino a che il mio cuore non avrebbe iniziato a battere, proprio come voleva lei.

Le fiamme continuarono a minacciarmi e, mentre respiravo a fatica, mi si riempirono i polmoni di fumo. Sarei mai riuscito a far convivere le due parti nel giusto equilibrio?

-Hai ragione, Diamond. Chiedimi di amarla, e lo farò per sempre. - Strinsi la stoffa dei miei pantaloni. - Lo sto già facendo.


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