2 Novembre 2021 (40 giorni dopo)

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"La morte non può uccidere un sogno, la morte non è la fine dei desideri: la tua esistenza serve a dimostrarlo. Ma se il tuo dovere è solo esaudire queste richieste, e non puoi dedicare il tuo tempo ad altro, perché ora sei qui, al mio fianco? La verità è che lo scopo della tua vita è strettamente legato a me, anche se ancora non so bene in quale maniera.

Non conosco il desiderio che ti ha portato qui, però sono certa che investirai tutto il tuo impegno per farlo divenire realtà.

Cercherò di rendere il tuo compito il più semplice e piacevole possibile...

P.S. non lascerò che la tua libertà venga seppellita in un cimitero solo perché appartieni all'ordine dei cimiteriali. Non lascerò che i demoni che tieni dentro si sfoghino su di te.

T.v.b.

Da: incognito

Per: il giovane dei desideri irrealizzati"

Burald leggeva e il suo sguardo inseguiva le parole, come se volesse acchiapparle una volta per tutte e stringersele contro il petto. Appena terminò, si perse di nuovo nel suo mondo interiore. Lui ancora si ostinava a non portarmi con sé lì dentro... Ma io non credevo che fosse un luogo così oscuro, così spaventoso. Non ci credevo.

Eravamo circondati da un incendio e le fiamme si muovevano veloci, rigenerandosi di continuo, come linguette velenose che danzavano protette da un mantello di fumo. Il suo odore aleggiava nell'aria e la dominava: agitai le mani per farmi vento e trattenni il fiato per non tossire. Il petto di Burald, invece, si muoveva su e giù in modo impercettibile ma regolare. Non faceva fatica a respirare: era abituato a quella puzza.

Smisi di avanzare, perché i piedi mi si incollarono a terra.

Uno scoppiettio spezzava il silenzio: mi ricordava le piccole esplosioni dei fuochi d'artificio, ma era meno intenso e più costante, come se preservasse le sue energie perché sapeva che avrebbe dovuto continuare in eterno. E poi, sotto sotto, se ci prestavo attenzione, potevo ascoltare un brontolio sommesso. Erano i gemiti di ciò che stava bruciando.

Mi asciugai la fronte dal sudore. Anche tenere gli occhi aperti mi costava sforzo, perché la luce innaturale del rogo li feriva e il fumo mi offuscava la vista. "Voglio vedere bene quel messaggio, dannazione!"

Fiamme viola e bluastre abbracciavano ogni cosa intorno a me: il suolo, le tombe, le croci, i fiori e la struttura di cera delle candele, perfino la carta ingiallita del foglietto. Quel materiale era così fragile, così combustibile, così sottile... A tratti trasparente. Avrebbe dovuto frantumarsi in un solo istante, ridursi a un mucchietto di cenere con qualche brace ancora accesa qua e là. Invece non si rovinò affatto, rimase uguale, immune all'effetto del fuoco. Era più forte. Era più forte del fuoco. Ma nemmeno il resto bruciava. Allora erano le fiamme a essere deboli!

Le parole di quel foglietto si riformavano alla velocità delle saette. Alcune frasi potevano diventarne altre e assumere un significato diverso, così, dal niente, all'improvviso. Le trasformazioni avvenivano insieme a quelle dei miei pensieri. Infatti, in un istante, le sillabe di quella lettera si deformarono, rimescolarono e moltiplicarono, modificando il contenuto e ampliandolo con nuovi argomenti. Agitai la testa: se solo avessi potuto mettere in catene le mie riflessioni, imprigionarle, catturarle per sempre... Se solo... Ma le frasi mi scorrevano veloci nella mente e fuggivano via. "Non cambiare idea, non cambiare idea! Altrimenti lo faranno pure le parole sulla lettera. Burald penserà che sia lunatica!"

Lui rimase a fissare la carta, immobile, senza nemmeno sbattere le palpebre. Forse non voleva distrarsi, perché in un battito di ciglia tutto sarebbe cambiato!

In me, come in lui, come nelle anime tormentate di quel regno fantasma.

Il giovane dei desideri irrealizzatiWhere stories live. Discover now