FINE

681 27 4
                                    

"I trentanove anni ormai sono dalla mia parte; mentre i sedici sono dalla parte dei miei tre figli: Aiden, Mia e James. Loro sono tutta la mia vita, vederli appena rientro dal lavoro mi riempie di gioia, vedere i loro sorrisi uguali a quelli di Sophie mi fa sentire a casa e poggiare le labbra sulle loro guance ogni volta mi rende fiero di tutti e tre" sorrisi appena l'intervistatrice mi chiese dei miei figli.
"Pensi ancora a Sophie?" sussurrò. Sospirai abbassando lo sguardo, iniziando a giocare con il suo bracciale appeso al mio polso.
"Si..si..tutti i giorni; tutte le mattine e tutte le sere. Lei mi riempiva di amore, mi faceva sentire unico e non averla qui da ormai 10 anni mi spezza il cuore" singhiozzai.
"Raccontaci un po' di lei; sappiamo molto poco sulla vostra relazione. Te la sentiresti di parlarne?" mi chiede. Annuii sorridendo ai miei figli anche loro con gli occhi lucidi.
"Quel giorno, il trentuno ottobre del duemilaventi, precisamente un mercoledì..appena entrai nella classe la vidi, là in fondo, poggiata al muro dopo che si era alzata all'entrata del preside Smith" mi si illuminarono gli occhi.
"Andai verso di lei, inizialmente perché il posto a fianco al suo era l'unico vuoto sui ventitré occupati in quel momento; mi sedetti a fianco a lei e dopo qualche risposta fredda da parte sua iniziamo a diventare amici così da metterci insieme il 3 novembre" ridacchiai.
"Era passato pochissimo tempo, nemmeno una settimana, ma con lei stavo benissimo e sentivo di potermi fidare e così fu" guardai il cielo dipinto da un tramonto rosa e giallo. Mi scese una lacrima che asciugai immediatamente.
"Da quel giorno mi riempì la vita solamente di gioia, di felicità e non mi era mai successo che una ragazza mi facesse questo effetto" sorrisi.
"Ogni volta che andavo a casa sua mi salutava con un abbraccio fortissimo e tre baci; proprio come loro" sorrisi indicando Mia, Aidan e James.
"Comprammo casa insieme, vivevamo una favola, dalla quale nessuno dei due voleva uscire. Andavamo a scuola insieme tutti i giorni e poi le chiesi di sposarmi; lassù; in quella montagna dove mi portava mia nonna e le feci incidere la sua iniziale a fianco alla mia" scoppiai a piangere insieme a mia figlia la quale venne ad abbracciarmi.
"Quanto mi dispiace" disse l'intervistatrice passandomi dei fazzoletti.
"La amavo, la amo tantissimo. Se potesse essere qui con me le darei il possibile per farla sentire bene, amata, come ho sempre cercato di fare in quegli anni" sorrisi giocando con i capelli di mio figlio.
"Cosa le diresti se fosse qui?" sussurrò la biondina davanti a me.
"Le toccherei i capelli, le direi quanto la amo, le direi quanto mi manca, le direi quanto sono fiero dei tre ragazzi che ha messo al mondo e tornerei a scherzare come ogni mattina e ogni sera quando ci trovavamo nel letto a farci il solletico nonostante avessimo più di venticinque anni" sussurrai.
"Le ribadirei quanto è bella, quanto si merita tutto ciò che ha, quanto sia ingiusta per questo mondo" la pensai.
"Ti amo amore mio" guardai il cielo rosa. Scoppiai a piangere per poi uscire sul balcone e sedermi a terra, poggiando la schiena al muro.
"Quanto mi manchi piccola, non riesco a stare senza di te" sentii lo sguardo dei miei figli addosso ma non ci feci caso.
"Sono fiero di te" stesi le gambe.
"Di tutto ciò che hai creato" ridacchiai.
"E comunque le felpe sono ancora nel tuo armadio, ti ricordi? Quando te ne portai sei" sorrisi.
"Ragazzi, venite qui, guardate che bello" guardai i due marmocchi sorridenti che si sedettero al mio fianco mentre la più bella; colei che assomigliava a mia moglie si sedette tra le mie gambe.
"Quando facevo un complimento alla mamma e arrossiva era proprio di questo colore" indicai una nuvola rosso fuoco in mezzo al cielo.
"Invece i suoi occhi erano così" indicai un pezzo azzurro, che stava per essere coperto.
"Proprio come i tuoi Mia" ridacchiai baciandole il capo colmo di capelli neri e mossi.
"Invece noi cosa abbiamo della mamma secondo te?!" mi domandò James.
"Il carattere, lei era tranquilla, sincera, gentile e simpatica e voi siete uguali a lei" sorrisi.
"Tu, Mia, oltre che agli occhi hai il sorriso, cavolo, era identico e ogni volta che lo sfoggi mi rendi sempre più fiero" li abbracciai tutti e tre.
"Ti amo" socchiusi gli occhi stracolmi di lacrime le quali scesero appena li strinsi.
"Ti amo amore mio" afferrai la mano a Mia guardando il cielo luminoso.

then - payton moormeierWo Geschichten leben. Entdecke jetzt