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Siamo in aereo porto, ho molta ansia, l'ultima volta che sono salita su un aereo era per andare in Venezuela dalla zia, un'esperienza orribile. Avevamo subito tre turbolenze e avevano rischiato tantissimo di dover atterrare in un aereo porto più vicino per via del brutto tempo. Stavo morendo di paura e mia mamma urlava ogni due secondi, come tutti gli altri passeggeri.

Stiamo aspettando che il gate apra per poi salire su quel benedetto aereo che mi farà morire dalla paura.
"penso che ti stritolerò la mano" rido guardando Payton, stamattina è stato ancora un po' male ma ha detto che gli è passato. Spegne il telefono infilandolo nella tasca dei suoi pantaloni grigi.
"tranquilla" sorride girandosi verso di me, appoggia le labbra sulle mie e mi morde l'inferiore.
"ma il tuo compleanno quando è?" mi chiede, spalanco gli occhi sorridendo.
"davvero non lo sai?" dico guardando i suoi occhi stupendi che appena lo guardo male si raddolciscono e diventano lucidi.
"non me lo ricordo" dice appoggiando un piede sulla valigia, sorrido e gli tocco il ciuffo mentre fa il muso da cane bastonato.
"è il 23 dicembre" sussurro guardandomi attorno, ci sono tantissime persone che corrono perché sono in ritardo al fate, tante persone sedute sui divanetti come noi che aspettano il loro volo e altre che fanno uno spuntino pomeridiano mentre guardano fuori dal grosso finestrino davanti a noi, dal quale si vedono gli aerei atterrare.
"e il mio te lo ricordi?" ridacchia, annuisco girandomi di nuovo verso di lui.
"si, sei nato il 28 luglio" gli mordo la punta del naso, annuisce guardandomi.
"brava" sorride, gli faccio l'occhiolino e aspettiamo che l'ho stesso del nostro gate ci faccia imbarcare.
"oddio! ma sei Payton...Payton Moormeier?" esulta una ragazza correndogli in contro, lui annuisce e si alza abbracciandola fortissimo. Mi ha sempre raccontato che gli piace quando lo fermano e sono gentili con lui.
"e tu sei la sua ragazza, quanto sei bella" sorride abbracciandomi, annuisco ringraziandola dolcemente. Payton fa un autografo veloce e successivamente la ragazza si gira verso di me, ridacchio incrociando il suo sguardo.
"potrei avere un autografo anche da parte tua?" mi chiede. Annuisco afferrando il pennarello, scrivo il mio nome e il mio cognome sul foglio, accanto alla firma di Pay.
"grazie mille, buon viaggio" sorride la biondina, la abbraccio ancora una volta per poi sedermi di nuovo sulla potroncina.
"bella quella ragazza" esulta Payton rimanendo in piedi, punto lo sguardo su di lui e lo vedo sull'orlo di una risata.
"vero, ma non guardarla troppo" lo ammonisco tirandogli un calcio sullo stinco, scoppia a ridere sedendosi a fianco a me.
"vedi che anche tu sei gelosa! vedi!" ride dandomi un bacio.
"non come te" dico abbracciandolo, mi morde l'orecchio e cominciamo a bisticciare ma proprio quando la situazione ci sta per sfuggire di mano l'hosstess annuncia che sta per aprire il gate, ci mettiamo in fila e poco dopo entriamo sull'aereo.
"che ansia" sbuffo guardando fuori dal finestrino, Payton mi prende la mano e guarda fuori anche lui facendomi ridere imitando le persone.

———

"siamo quasi arrivati" sussurra baciandomi la fronte, c'è stata una piccola turbolenza e ha iniziato a farmi spaventare prendendomi in giro.
"ti odio!" rido guardandolo, mi guarda male ma mi da un bacio per poi appoggiare la testa sulla mia spalla riposandosi mentre ci prepariamo all'atterraggio.
"siamo in New York amore!" esulta Payton prendendomi la mano appena usciti dall'aereo porto, faccio una giravolta su me stessa e un grosso sospiro. 
"che bello" dico, Payton chiama un taxi per farci porta all'hotel dato che nevica, forse il tempo di Los Angeles era meglio.
"fa freddo!" esulta il moro tremando dal freddo, gli prendo la mano e la sento congelata, ridacchio incrociando la con la mia.
"sei così calda" sorride abbracciandomi, ha le mani sulle mie spalle e mi stringe ogni qualvolta c'è una folata di vento congelato.
"però sei bassa, amore" dice guardandomi con le guance rosse e molto fredde, lo guardo male ma con gli occhi a cuore.
"mio fratello si è preso tutta l'altezza che avrei voluto io" sbuffo ridendo.
"va bene così, se fossi alta come lui mi sentirei io basso" scoppia a ridere alzando una mano per il taxi che è arrivato. Ci abbiamo verso la macchina e carichiamo le valigie su essa, entriamo e chiediamo all'autista di portarci all'hotel sulla quinta strada.

"qui fa più caldo" ridacchio entrando nella camera dell'hotel, è stata un'avventura arrivarci. Ci siamo impantanati circa tre volte con il taxi e la strada era molto ghiacciata tantoché nelle curve abbiamo sgommato parecchie volte.
La vista da questa camera è solamente stupenda, sono senza parole. Sono circa le 7pm, io uscirei per giocare a palle di neve con il mio ragazzo ma lui credo che abbia troppo freddo. Si stende sul letto e con la mano mi fa segno di andare verso di lui così mi sdraio a fianco.
"sei congelato" dico attaccando la mia testa contro la sua, ha gli occhi chiusi e mi da dei piccoli baci sugli zigomi freddi.
"lo so" sorride facendo il labbruccio, ridacchio e lo riscaldo dopo aver acceso la piccola stufetta sulla scrivania.
"andiamo a giocare a palle di neve?" esulto toccandogli il ciuffo, annuisce e ci alziamo, ci mettiamo la giacca e il cappellino e scendiamo giù di corsa, correndo nella reception.
"aia!"urla perché l'ho preso in pieno con una palla, ci mettiamo a ridere e continuiamo a tirarcele, mi diverto tanto con lui, l'unica persona che mi fa sorridere.
"Sophie!!" mi urla contro perché gli ho lanciato una palla di neve e l'ho preso in faccia, si gira e torna in hotel velocemente.
"dai Pay! non volevo!" rido.
"lasciami stare" dice davanti alla porta, entra lasciandola senza farmi entrare, ma riesco ad inseguirlo tramite le scale, le percorro velocemente sfidando i miei piccoli polmoni che non reggono tre piani di corsa.
"Pay, aprimi" lo prego, mi apre ma non mi rivolge la parole, si mette nel letto e fa l'offeso mostrandomi la schiena piena di miei baci.
"dai" sbuffo accovacciandomi davanti a lui, gli scopro la faccia cacciando fuori un suo sorriso che però scompare subito.
"sei permaloso" rido giocando con il suo ciuffo, non mi guarda in faccia e fa il broncio che sa che mi fa impazzire.

"quando non sei più arrabbiato fammelo sapere" dico delusa, gli ho solamente tirato una palla di neve e sta facendo questa scenata.
Entrò in bagno e iniziò a farmi una doccia calda e rilassante. Sarebbe ora di cena ma non ho molta fame, prima in aereo ho mangiato un bel panino e mi è bastato per saziarmi fino a domani a pranzo.
Lavo il mio corpo con il bagnoschiuma che ho trovato qui in hotel, penso me lo porterò a casa.
Mi lavo i capelli velocemente e successivamente esco dalla doccia avvolgendomi il corpo con un accappatoio bianco mentre i capelli con uno azzurro.
"amore, mi passi la felpa per favore?" chiedo aprendo la porta, guardando Payton attraverso lo specchio dell'armadio, non mi risponde continuando a farsi i suoi cavolo sul telefono, sbuffo uscendo violentemente dal bagno e prendo la felpa e i miei pantaloni da sola.
"grazie, apprezzo il tuo gesto" sbuffo.
"stavo per prenderteli, se solo avessi aspettato un minuto in più" esulta, scuoto la testa uscendo dal bagno cominciando a sistemare la mia valigia già completamente ribaltata.
"certo" inarco un sopracciglio guardandolo con un cipiglio serio e deluso.
"adesso sei arrabbiata tu?" chiede, scuoto la testa sedendomi sul letto per mettermi la crema sulle gambe e sulle braccia.
"è tutto partito da te, mi stai ignorando" non incrocio il suo sguardo.
"io sto scherzando" ridacchia appoggiando la testa sul mio cuscino, avvicinandosi a me, appoggia la mano sulla mia coscia ma lo guardo male.
"dovresti togliere la mano, devo mettermi la crema" sbuffo cercando di scollare la sua mano dalla mia coscia.
"se no cosa mi fai?" chiede. Cominciamo a bisticciare finché non toglie la mano dalla mia coscia con un espressione da prendere a schiaffi.
"sei bellissima" sussurra appena sciolgo i capelli dall' asciugamano bagnato.
"mm, grazie" li pettino.
"abbracciami" esce dal bagno con il ciuffo scompigliato e il sorriso stampato in faccia, ridacchio cedendo al suo abbraccio dolcissimo.
"scusami se ti ho preso in faccia" sussurro guardandolo attraverso lo specchio, scuote la testa baciandomi il collo.
"non fa niente, ho esagerato" sorride, mi giro verso di lui e gli stampo un piccolo bacio sulle labbra.

then - payton moormeierWhere stories live. Discover now