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"che freddo che fa!" esulto entrando in camera dato che ha iniziato a nevicare e c'è una bufera spaventosa fuori.
"troppo" sorride Payton togliendosi la giacca che aveva addosso mettendo dentro il cappellino, mi siedo sul letto e lui mi segue sedendosi alla mia destra.
"Pay" sussurro, vedo che sta guardando l'anello appoggiato sulla mia piccola coscia, annuisce guardandomi negli occhi.
"dimmi" dice appoggiando una mano sulla mia.
"grazie" sorrido, scuote la testa abbracciandomi e facendomi coricare sul letto insieme a lui.
"ma di cosa! Soph! non mi devi ringraziare per nessun motivo" esulta riempiendomi la faccia di suoi baci, così caldi.
"invece si" ridacchio, scuote la testa e appoggia la fronte sulla mia, toccandomi il labbro inferiore con il pollice.
"ti amo, più di qualsiasi cosa" mi abbraccia coccolandomi la schiena, ho paura di quando arriverà la prima litigata, la litigata che magari stravolgerà l'amore che c'è tra di noi.
"anche io" sorrido, ci mettiamo sotto le coperte e guardiamo la televisione insieme, fuori si è alzato molto vento, le finestre scricchiolano.

———

"Pay, è ora di cena" sussurro sdraiandomi a fianco a lui, poco dopo si sveglia e mi cinge il braccio intorno ai fianchi e appoggia la testa contro il mio petto. .
"ho fame" dice aprendo gli occhi, ridacchio passando una mano nel suo ciuffo caldo e nascosto sotto la felpa nera che poco prima avevo ma che ha voluto indietro
"andiamo allora" ridacchio, stasera ho abbastanza fame.
"andiamo in un hamburgeria?" mi chiede facendo il labbruccio, annuisco e si alza di scatto andando in bagno mentre io lo aspetto con la giacca.

"buonasera, un tavolo per due è disponibile?"
chiedo al cameriere che ci ha accolti, annuisce e ci porta al terzo piano dove ci siamo solo noi e qualche altra coppia.
"grazie" diciamo io e Payton in coro, ci sediamo a ci guardiamo entrambi negli occhi.
"non è molto romantico ma stasera ho fame di questo" ride lui riferendosi al locale molto grezzo, ma anche molto carino
"l'importante è che ci sia tu" ridacchio prendendogli la mano con e incrociandola con la mia, appena l'ho allungata lui l'ha aperta in modo tale da tenere le mie dita con le sue e tenere l'anello.
"sono fortunato ad averti" sussurra.
"anche io lo sono, più di quanto tu pensi" sorrido, ridiamo mentre aspettiamo che il cibo arrivi, lui ha ordinato un panino enorme mentre io ho preso uno piccolino data la mia poca fame.
"sei proprio scemo" dico ridendo mentre fa le battute, non dovrebbero fare ridere ma rido per le sue espressioni, mi ha tirato su il morale.

"grazie" dico al cameriere mentre mi porge il piatto, guardo quello di Payton e sorrido perché mi ha mandato un bacio, siamo rimasti solo noi nella sala.
Iniziamo a mangiare, in silenzio dato che Payton è concentrato nel suo panino enorme, qualche volta gli parte una risata ma subito addenta un altro pezzo.
"mi fai troppo ridere" dico, ho finito il panino, sono fiera di me.
"perché?" mi chiede.
"per le facce che fai" rido, imbocca un pezzo di carne e sorride, credo che sia la persona di cui io mi sia innamorata più di tutte. Fa di tutto per me, mi fa stare bene, ogni secondo della giornata, mi fa ridere.
"a cosa pensi?" ridacchia bevendo, scuoto le spalle distogliendo lo sguardo imbarazzata.
"continua a guardarmi, sei così bella" sorride, poso lo sguardo sulle sue labbra che sono rosse dal piccante del panino, il suo naso che è un po' raffreddato e i suoi occhi stupendi che mi riempiono di gioia.
"cosa ho fatto per meritarti?" chiedo sorridendo e prendendo la sua mano e guardandola dato che se lo guardassi scoppierei in lacrime.
"ti sei rubata il mio cuore" sorride.

———

"amore, guarda quanto sono magro" dice Payton uscendo dal bagno con solo dei boxer un po' abbattuto, ha appena fatto la doccia, i suoi capelli sono bagnati e sui boxer c'è qualche chiazza di acqua.
"e be?" chiedo alzando lo sguardo da un giochino che ho trovato nella stanza.
"sono brutto" dice guardandosi allo specchio cingendo con una mano la sua caviglia e sbuffando perché il suo medio è il suo pollice si toccano.
"ma cosa dici!" lo riprendo io alzandomi e andando verso di lui posando il giochino sul letto con un piccolo lancio.
"si dai, dillo, non negarlo" sussurra fissandosi allo specchio, lo giro verso di me guardandolo male e squadrandolo.
"Payton, smettila, sei magro, ma sei bellissimo, cavolo guardati" sorrido guardando i suoi addominali scolpiti e le sue cosce muscolose che sono allenate tantissimo, come gli addominali.
"mi prendono tutti in giro per il mio fisico" abbassa lo sguardo giocando con le sue dita, scuoto la testa abbracciandolo, appoggiò le mani sul suo fondoschiena stringendolo.
"non è vero" sorrido appoggiandomi al mobile davanti a lui e tenendolo per i fianchi, annuisce guardandomi con gli occhi lucidi.
"devo prendere peso" dice guardandomi dall'alto, il suo petto profuma di vaniglia, probabilmente è il bagnoschiuma.
"con il panino che hai mangiato, è la tua fisiologia"
rido, fa spallucce e mi abbraccia, la mia felpa calda e contatto con il suo corpo freddo gli ha fatto venire un brivido che è subito scomparso dopo una mia stretta.
"che brutto che sono" sussurra, gli pizzico la schiena facendolo sobbalzare e ridacchiare.
"così impari a dire che sei brutto" lo rimprovero facendo il broncio. Mi siedo nel letto mentre lui continua a guardarsi allo specchio, continua a gonfiare la pancia per vedere se pesa qualcosa, mi rende molto triste.
"dai, vestiti e vieni a coccolarmi" sorrido, si ferma e si gira piangendo, non lo avevo notato, è più alto dello specchio è in questo modo non riuscivo a vedere il suo viso in lacrime.
"ma! Payton!" esclamo, vado verso di lui e gli porgo un paio di pantaloni che si infila velocemente e poi lo porto nel letto vicino a me e lo faccio sedere.
"che succede" esulto prendendogli la mano, so cosa succede ma non ha motivo per cui piangere ha un fisico perfetto, addominali stupendi.
"lo sai benissimo cosa succede" sussurra mordendosi le pellicine, tolgo la mano dalla sua bocca e lo abbraccio.
"Payton, dai, vieni qui" dico aprendo la coperta, scuote la testa ma io lo tiro verso di me e lo faccio mettere sopra il mio corpo e lo copro con la coperta.
"perché pensi a queste cose?" chiedo.
"perché ci penso ogni giorno" sussurra tremando, gli lascio un bacio umido sulla fronte e lo abbraccio.
"elencami un tuo difetto dai, ti sfido" ridacchio.
"sono brutto, sono antipatico, sono geloso" lo fermo perché sta esagerando.
"Payton, adesso ti faccio un discorso ma mi devi guardare" sussurro, si siede sopra di me tenendomi le mani.
"sei il ragazzo più bello che io abbia mai conosciuto, non devi avere inutili e stupide insicurezze che ti stanno portando solo al dolore" passo la mano sulla sua guancia.
"ci sto male quando mi vieni a dire queste cose, sminuendoti fino a esagerare dicendo che sei un brutto ragazzo o che vorresti un altro tipo di fisico" asciugo una piccola lacrima caduta sulla sua guancia caldissima.
"ascoltami, amo il tuo fisico, così com'è, amo i tuoi occhi, il tuo naso, il tuo sorriso, i tuoi fianchi, i tuoi muscoli, le tue labbra..mi fai impazzire" dico cingendo le mani intorno al suo bacino.
Appoggia la fronte alla mia e apre gli occhi guardano le mie labbra.
"ti amo" sussurro baciandolo. Sorride sulle mie labbra arrossendo per poi abbracciarmi forte, come non ha mai fatto.
"hai capito?" chiedo sorridendo.
"si, ti amo" sussurra.
"mi coccoli?" chiedo con un bellissimo sorriso, mai visto sulle mie labbra, annuisce e si avvicina a me abbracciandomi mentre guardo il mio telefono
Ho una mano sulla sua schiena che passo sotto l'elastico della sua tuta e poso sui suoi boxer mentre lui ha una mano sul mio braccio con cui tengo il telefono e una sotto la mia schiena.
"buonanotte amore, io dormo" sussurra dandomi un bacio, sorrido e gli coccolo la guancia.
"buonanotte piccolo" sorrido, si addormenta mentre io chatto con Avani.
"ti amo" sussurro spegnendo il telefono e coricandomi ancora tra le sue braccia, non ricevo risposta ma ricevo una sua mano che si incrocia con la mia, di tanto in tanto nel corso della notte gli partono delle parole simpatiche che mi fanno sorridere, è addirittura partito un bacio.

then - payton moormeierWhere stories live. Discover now