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"finalmente siamo a casa" sbuffa Payton buttando lo zaino sul divano e toccandosi le tempie, chiudo la porta di casa e appoggio il mazzo di chiavi sul davanzale.
"posso chiederti una cosa?" chiedo andando verso di lui, mi afferra per i fianchi dopo essersi fermato davanti alla porta della cucina.
"si, certo" sussurra passando una mano sul suo ciuffo biondo, così morbido e così profumato.
"cosa hanno detto Chase e Quinton di preciso?" dico guardandolo negli occhi che diventano lucidi poco dopo che ho detto la frase.
"come fai a saperlo?" dice appoggiandosi sul divano e guardandosi le mani, scrollo le spalle appoggiando le mani sul suo collo caldissimo.
"me lo ha detto Avani" gioco con il suo orecchino, voglio che mi dica tutto, sono pronta ad affrontare le loro parole.
"hanno detto che sei magra, che se ti toccano probabilmente ti frantumeresti e robe di questo genere" sussurra voce roca, ci è restato male, lo abbraccio, sapete cosa? Non mi interessa, escono dalla bocca di Chase e di Quinton quelle parole, i primi che dicono che insultare, i primi che sui social si fanno vedere rispettosi e gentili.
"non importa" sorrido guardandolo, mi da un bacio e rimango abbracciata a lui il quale mi stringe forte a se.
"sicura di non stare male?" mi chiede baciandomi la fronte, scuoto la testa allontanandomi da lui per entrare in cucina, si appoggia al mobile mentre metto su l'acqua per la pasta.
"più o meno, però non fa niente" ridacchio, mi da un bacio sul collo e cuciniamo insieme.

———

"amore, mi aiuti a studiare?" mi chiede molto abbattuto, mentre mangiava mi ha raccontato che ci è stato troppo male, che non vuole sentire delle parole del genere rivolte alla persona che ama.
"si" sorrido alzandomi dal divano e andando verso di lui, vedo che è tutto rosso in faccia e sento che sta singhiozzando.
"ehi!" esulto. Appoggiò di fretta la tazza di tisana che avevo in mano e mi fiondo verso di lui preoccupata.
"che succede?" dico abbracciandolo, lascia cadere la biro sul foglio dove stava scrivendo e si mette le mani in faccia.
"niente" sbuffa stringendomi la mano, scuoto la testa sedendomi a fianco a lui.
"Payton, se stai piangendo vuol dire che è successo qualcosa!" asciugo le lacrime che continuano a cadere sul suo viso angelico.
"per le parole che mi hanno detto rivolte a te" singhiozza guardandomi con le guance rosse, lo abbraccio più forte che posso.
"Pay" sussurro, è un po' buffa questa cosa, non piango io ma piange lui. Tengo tanto a Payton e non voglio che pianga per cose che in un certo senso non hanno senso.
"mi dispiace" sussurra, lo guardo e sorrido contagiandolo.
"amore, non devi piangere per me, non mi interessa moltissimo delle loro parole" ridacchio asciugandogli le lacrime con la manica della mia felpa.
"sei così bella, non capisco perché debbano sminuirti in questo modo, sei..sei"  sussurra.
"sei stupenda, le tue curve, il tuo sorriso, i tuoi occhi, il tuo carattere, il tuo modo di fare" mi stringe la mano, sorrido emozionata guardandolo negli occhi.
"non dargli ascolto, ti prego" incrocia il mio sguardo. Scuoto la testa appoggiandola sul suo petto, sorrido stringendogli il fianco nella mia piccola mano.
"ti amo So" sussurra guardandomi, afferra il mio mento e mi lascia tanti piccoli baci sulle labbra.
"ti amo Pay" sorrido arrossendo.

———

"andiamo a fare un giro?" chiedo a Payton che ha appena finito di studiare per l'interrogazione di domani, annuisce alzandosi di fretta e andiamo a metterci la giacca.
"andiamo a fare shopping?" rido, non vado mai, quasi mai, se vado sono da sola, qualche volta Avani mi costringe ad accompagnarla ma mi porta in negozi eleganti e io mi vesto con uno stile molto diverso dal suo, mi sento un po' fuori luogo quando vado a fare "shopping" con lei.
"va bene" sorride Payton prendendomi la mano, mi ha fatto tenerezza prima, è così carino.
Andiamo verso il centro di Los Angeles, dove ci sono molti negozi, alcuni famosi come Gucci, Yves Saint Laurent, Fendi, e alcuni molto semplici come Subdued e marche di vestiti del mio stile.
"siamo solo ai primi di novembre e siamo già circondati da decorazioni natalizie" ridacchia Payton appena entriamo in zona centrale, sorrido e gli do un bacio sulla guancia facendolo sorridere.

Los Angeles in autunno è bellissima, ma anche molto strana. Per molti turisti sembra surreale vedere le palme in inverno e il mare, invece per noi abitanti è così bello. Molte volte, mi ritrovo in giro alle vie di questa città, non vado in giro da sola da un bel po' d devo dire che mi manca la sensazione di libertà tra quelle vie, alcune minuscole e alcune trafficate.
Entriamo in un negozio maschile, nel tragitto ridevamo e Payton imitava le persone.
"amore, vieni che mi provo dei pantaloni?" mi chiede lui sorridendo facendomi alzare lo sguardo dal telefono, annuisco e mi alzo andando verso i camerini.
"ti stanno bene" sorrido mettendo la testa dietro la tenda, si specchia e abbina una felpa, li compra tutti e due e usciamo dal negozio.
"andiamo in riva al mare?" gli chiedo guardandolo.
"non vuoi andare a fare shopping anche tu?" mi chiede attraversando la strada, scrollo la testa e decidiamo di andarci a sedere in riva al mare, a guardare il tramonto insieme.

then - payton moormeierDär berättelser lever. Upptäck nu