𝓿𝓮𝓲𝓷𝓽𝓲𝓬𝓲𝓷𝓬𝓸

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Oggi è finalmente arrivato il grande giorno, tanto atteso per me e anche per Camilo che continuava a ricordarmelo col sorriso.

Da quando lui ha compiuto diciott'anni, cominciò ad attendere freneticamente il giorno del mio compleanno, facendo il countdown ogni giorno.

Stamattina, non mi svegliò nemmeno con uno dei suoi soliti baci ma sentii la porta della stanza aprirsi e due persone saltare sul letto.

"Auguri tía Cora!" urlarono i due bambini, ormai di due anni, saltando continuamente sul letto e buttandosi sopra di me alla fine.

"Perché non potete svegliarmi normalmente?" mormorai mentre mi abbracciavano, tirandomi leggermente i capelli.

"Perché oggi non è un giorno normale" intervenne Camilo mettendosi sopra di me, tra i due bimbi, e sistemando una ciocca di capelli da un lato.

"Magari non proprio sopra di me, grazie" sussurrai facendo ridere tutti e tre.

Camilo grande si alzó prendendo in braccio il piccolo, che si sistemò sulle sue spalle, e anche la piccola Cora, che avvolse braccia e gambe intorno al suo busto come se fosse un koala.

"Andiamo bebé, alzati!" esclamò il ragazzo allungandomi la mano.

La presi di controvoglia facendomi aiutare ad alzare e trovandomi poi tanto vicino al suo viso.

"Feliz cumpleaños bebé" bisbigliò a qualche centimetro dal mio viso e sorridendomi, cosa che ricambiai.

"Grazie mi vida" ribattei prima che lui poggiasse le mie labbra sulle mie.

I due piccoli, ancora attaccati a Camilo, guardarono la scena schifati facendo un verso disgustato prima che ci staccassimo, divertiti dalle loro espressioni.

"Non fatelo più!" esclamarono in coro.

"Noi non lo facciamo più se tu lasci il mio collo" tolse prima Cora che, ridendo per l'espressione di Camilo, cercò di farsi prendere in braccio da me allungando le braccia verso di me con sguardo supplichevole, come dire di no "e tu scendi dalle mie spalle" aggiunse prendendo il piccolo Camilo, che se la rideva come la gemella, da sotto le ascelle portandoselo davanti a sè e tenendolo in braccio.

"Non vedo l'ora che sia stasera per la tua festa!" esclamò entusiasta la bambina alzando le braccia all'aria, sorrisi facendole un leggero solletico sotto il collo.

"Sì! Così tío ti farà-" venne subito bloccato appunto dallo zio che gli mise la mano in bocca sorridendo imbarazzato.

"Farà il suo regalo! Certo, era questo quello che Camilo voleva dire. Vero?!" chiese quasi come minaccia guardando male il bambino, che gli leccò la mano per far sì che la tolga.

Camilo la tolse immediatamente, disgustato da tutta la saliva che aveva sulla mano, e si pulì sulla maglietta del nipote che fece una faccia altrettanto disgustata passando a spalmare la sua maglietta contro il poncho dello zio.

Io e Cora guardavamo la scena confuse, i nostri sguardi si incrociarono per un secondo e facemmo entrambe spallucce mentre i due continuavano la loro "lotta".

"Quando volete venire, noi siamo sotto a fare colazione" dissi sorpassandoli e portando Cora sotto con me.

"Un giorno mi racconti come tu e tío Camilo vi siete innamorati? Papà dice sempre che lui non era d'accordo su voi due y mamà dice il contrario, come mai?"

"Perchè tu mamà è intelligente y papà è più stupido di tìo" spiegai facendola scoppiare a ridere mentre scendevamo le scale.

Arrivate davanti alla sala da pranzo, c'erano solo mi mamà con Mariano e Dolores a tavola e sorrisero quando ci videro.

𝗉𝖺𝗋𝖺 𝗌𝗂𝖾𝗆𝗉𝗋𝖾 𝖼𝗈𝗇𝗍𝗂𝗀𝗈 - 𝖼𝖺𝗆𝗂𝗅𝗈 𝗆𝖺𝖽𝗋𝗂𝗀𝖺𝗅Where stories live. Discover now