𝓿𝓮𝓲𝓷𝓽𝓲𝓭𝓸𝓼

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Cora

Ieri il pomeriggio, dopo che Antonio venne in camera mia, passò tutto con lui che voleva solamente giocare con me.

Infondo mi divertivo con lui ed i suoi animali nella sua stanza ed era anche quasi meglio di stare con Camilo.

"Non l'ho pensato davvero" mormorai tra me e me mentre ero sdraiata sul letto, che pensavo a come avevo passato la parte rimanente di giornata.

Scacciai dalla testa quel pensiero scuotendo la testa e ritornando a ciò che stavo pensando prima.

Dopo la parte del pomeriggio passata con Antonio, arrivò l'ora di cena in cui Camilo non si presentó.

Inizialmente mi preoccupai leggermente pensando che stesse male ma non avrei mai potuto saperlo se Felix non saliva in camera sua a chiamarlo.

La cena passò tra le risate per tutti ma nella tristezza per me visto che non avevo vicino la persona che amavo, provavo in tutti i modi di non scoppiare a piangere davanti a tutti e di mostrarmi sorridente comunque.

Finita cena, aiutai come al solito a sparecchiare prima di salire in camera e cercare di prendere sonno, non avendo nulla da fare se non fissare il nulla come stavo facendo ora.

Prima di andare in camera però, mi fermai di fronte alla porte della sua camera e poggiai poco l'orecchio per provare a sentire cosa stesse facendo o se stesse già dormendo non avendo cenato.

Inizialmente pensai di entrare e guardare, dato che non sentivo nulla e ho dedotto stesse dormendo, ma una parte di me diceva che adesso non importava cosa stesse facendo o no.

È un po' per questo che sono sveglia, continuo a rimanere sul fatto che sarei dovuta entrare per guardare se stesse bene e non avesse nulla di grave.

Cominciai però a sentire dei singhiozzi, era il pieno della notte e qualcuno stava piangendo?

Avvicinai l'orecchio al muro della stanza dalla parte del riccio, e proveniva proprio da lì.

"Io non voglio lasciarti" lo sentii mormorare mentre continuava a singhiozzare.

Rimasi ad ascoltare per capire se poi dicesse qualcos'altro ed ero quasi intenta ad uscire dalla mia camera per andare nella sua.

Mi avvicinai di corsa alla porta, molto convinta di cosa volessi fare, e misi la mano sulla maniglia ma senza abbassarla.

Sentii la porta della sua camera aprirsi, quasi di colpo dato che fu una cosa veloce nell'apertura e nella chiusura della porta.

"Cami" sussurrò una voce appena entrata nella sua stanza, lui non smetteva di singhiozzare.

"Camilo" lo chiamò di nuovo facendolo sobbalzare, visto che fece un leggero urletto.

Mi avvicinai di nuovo al muro vicino alla sua stanza e poggiai l'orecchio, ascoltando la conversazione tra lui e la persona misteriosa entrata nella sua camera.

"Camilo, smettila di piangere dai"

"Va via tío"

Dalla voce mi sembrava Bruno ma il fatto che l'avesse chiamato tío me ne aveva dato la certezza.

"No ascoltami, riguarda te e Cora"

"Allora puoi uscire"

Continuava ad avere la voce roca e a piangere, certo che sta cominciando a dispiacergli tanto la cosa.

"Però è lui che l'ha voluto" pensai ad alta voce mentre mi ero persa però un pezzo della conversazione.

"Non dire sciocchezze"

𝗉𝖺𝗋𝖺 𝗌𝗂𝖾𝗆𝗉𝗋𝖾 𝖼𝗈𝗇𝗍𝗂𝗀𝗈 - 𝖼𝖺𝗆𝗂𝗅𝗈 𝗆𝖺𝖽𝗋𝗂𝗀𝖺𝗅Where stories live. Discover now