𝓿𝓮𝓲𝓷𝓽𝓲𝓾𝓷𝓸

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Camilo

Mi allontanai velocemente dalla Casita, cominciando una lunga e lenta passaggiata per il villaggio in modo da schiarire le idee.

Onestamente non voglio credere alle parole, molto probabilmente inventate, di Anita ma magari per una volta sono vere e non lo so oppure posso essermi sbagliato e avrei dovuto credere a Cora.

Scossi la testa cercando di non pensare a lei, altrimenti mi rimetterei a piangere e tutti lo noterebbero.

Arrivai di fronte a una bancarella del mercato, ogni giorno c'è ma non ho mai avuto occasione di passarci avendo altro da fare.

Notai l'immensità di vestiti colorati, il viola dominava molto sulle gonne ed era molto simile al lilla delle gonne di Cora.

"Ecco lo sapevo" mormorai portandomi una mano sulla fronte e chiudendo leggermente gli occhi, cercando di scacciare di nuovo quel pensiero.

Passai alla bancarella accanto che aveva molte spezie e un po' di cibo cucinato dai alcuni uomini dietro.

Osservai attentamente i movimenti dell'uomo che cucinava delle arepas, quasi quasi ne prendo un paio e magari le mangio seduto sulla fontana.

"Buenos días" mi avvicinai di più salutando l'uomo che distolse l'attenzione da cosa stava facendo portandola a me, sorrise.

"Camilo! Come va?" chiese e notai solo dopo che fosse Osvaldo, come ho potuto non vederlo.

"Osvaldo! Scusa non ti avevo riconosciuto, tutto bene grazie te?"

"Come al solito, ti serve qualcosa? Non dirmi delle arepas perché le migliori sono quelle di tua tía Julieta" rispose divertito.

"In realtà volevo chiederti proprio quello" ribattei sorridendo imbarazzato.

"Va bene, quante?"

"Quattro grazie" risposi mentre prendeva la pinza per metterle dentro un sacchetto.

"Ti avverto" finì di metterle dentro chiudendo poi il sacchetto e porgendomelo "non sono quelle di tua tía, ma magari sono buone"

Gli sorrisi prendendo il sacchetto "Lo saranno di sicuro, quanto di devo?"

"Nulla, prendilo come un assaggio gratis per te e la tua ragazza" mi fece l'occhiolino sorridendo.

Sorrisi forzatamente per la sua risposta e, dopo averlo salutato, mi diressi verso la piazza della fontana con il sacchetto di arepas ancora caldo.

Seduto sul bordo del monumento, cominciai a mangiare lentamente la prima arepa guardando dei bambini poco più in là giocare.

Riconobbi subito che fossero i bambini di cui mi occupo spesso dato che una, che riconobbi essere Juliana, mi sorrise avvicinandosi di corsa a me, seguita poi dalle sue amiche Valentina e Mariana.

"Camilo!" quasi urlarono sorridenti e ricambiai dopo aver finito di mangiare.

"Ciao ragazze, come state?" le salutami cercando di mostrarmi contento.

"Bene!" rispose contenta Juliana.

"Che ci fai qui da solo?" domandò Valentina dopo aver cercato qualcuno con lo sguardo, le amiche seguirono il gesto.

"Già, dov'è Cora?" aggiunse Mariana.

Il mio sorriso si spense subito, esci per fare una passeggiata e cancellare dalla tua testa un pensiero e finisci per pensarci lo stesso.

𝗉𝖺𝗋𝖺 𝗌𝗂𝖾𝗆𝗉𝗋𝖾 𝖼𝗈𝗇𝗍𝗂𝗀𝗈 - 𝖼𝖺𝗆𝗂𝗅𝗈 𝗆𝖺𝖽𝗋𝗂𝗀𝖺𝗅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora