TRE PIANI DI PURA MAGIA

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-È bellissimo. - mormorai.

-Oh, quanto sei smielata...

-Darkness. - Mi voltai, e lei fermò la borsetta che stava vorticando in aria. - Ti è mai capitato di avere la sensazione che qualcuno ti guardi dall'altra parte del mondo, e sentirlo lontano, quando in realtà è a un passo da te ma non lo puoi vedere?

Si strinse al petto la borsetta e rivolse gli occhi al panorama. -No, ma mi è capitata la cosa opposta.

-Cioè?

Strinse le labbra. - Lascia stare, come non detto.

Le sfiorai la spalla con la mia e sorrisi appena. - Perché dovrei lasciare stare? Mi interessava, vai avanti. Cosa ti è successo?

Emise un lungo sospiro. - Di sentire vicino qualcuno che in realtà è lontano e non mi pensa mai, se ne frega di me. Se ne frega perfino del fatto che avrebbe dovuto crescermi, curarmi...

Accarezzò ancora la borsetta con uno sguardo di ammirazione e continuò a stringerla contro il proprio torace, forse per riempire uno spazio vuoto tra le sue costole. -È assurdo. E la cosa peggiore è che non posso nemmeno sfogarmi su di loro.

-Ma allora non c'è nient'altro che puoi fare?

Strinse i pugni. Contrasse la mandibola. - Certo, sfogarmi su quel mondo che per loro è più importante di me.

Rimasi immobile, anche se forse avrei dovuto abbracciarla o almeno dirle qualcosa di carino. Invece non mi uscì niente. Darkness mi aveva appena permesso di vedere sotto la sua corazza di ferro, e io cosa riuscivo a fare? Proprio nulla. Alla fine lei tornò tra le tombe e io mi avvicinai alla ringhiera per guardare ancora giù, mi sporsi leggermente e osservai le tre rampe di scale percorse per arrivare fin lì. Erano ben visibili anche i piani inferiori. Graveyard mi prese il braccio e mi tirò indietro.

-Ehi, Cassandra, non stai buttarti giù per caso? Non vorrei aver acconsentito a tradire il mio miglior amico ed essere venuto qui per niente...

-Tranquillo, non....

Prima che finissi la frase ripartì e fui costretta a seguirlo. Al suo fianco si trovava anche Alice, ma lui pareva ignorarla, cosa alquanto strana, e si lasciava divorare dai suoi pensieri.

-Sei proprio sicuro di volerlo fare?

-Sì. - La palpebra destra gli si chiuse un istante e poi si sollevò di nuovo: stava mentendo. -D'altronde non ho altra scelta.

- Non ti voglio costringere.

Per me entrare in quella casa era molto importante, ma anche lui era importante, e pure il fatto che Burald non venisse tradito da entrambi. Ma dopo il suo comportamento degli ultimi tempi, però... Il fatto che lui non volesse esporre i suoi punti deboli con me mi faceva venire l'orticaria. Lui aveva sfiorato i miei fin dai primi momenti, mi aveva resa fragile, poi fatta rialzare, ma si era sempre protetto con una corazza di ferro dietro alla quale non potevo guardare. Mi aveva addirittura mentito su ciò che pensava senza una ragione valida. Non era giusto.

Graveyard finse di giocare a calcio con i sassolini che si trovavano ai suoi piedi.

Alice gli posò una mano sulla spalla. -Possiamo andare dalla mia gattina un altro giorno, se oggi non ti va. Cassie ha ragione: non sei obbligato.

-Invece sì.

Lingue di fuoco iniziarono a danzare nel suo volto e sulle sue braccia, vive come serpenti che si contorcono dal dolore. I suoi occhi avevano un'espressione indecifrabile.

Alice corrugò la fronte. -Perché?

-Oh, oh! Adesso dovrò spiegarti tutto... Ma perché mi sono messo in questo pasticcio?- Tornò serio. - In realtà questa non è l'unica cosa che sto facendo alle sue spalle. Ultimamente ho dovuto mentirgli per altre ragioni. Lui non sa che ora vivo e lavoro a casa di Cassandra.

Il giovane dei desideri irrealizzatiWhere stories live. Discover now