209 Hamburger

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- Fra lo sfrigolare della carne che lo scapolo involontario ha messo a cuocere sui fornelli della cucina, emerge latente lo squillo del suo telefonino sul comodino di camera.

Spera sia Matilde, una persona a cui tiene particolarmente, quindi corre a rispondere.

Fortuna, è lei.

Questa prima lo saluta e poi gli chiede come sta, quindi mentre lui risponde comincia un ampio resoconto, con dovizia di particolari, della giornata appena trascorsa.

Lui pazienta seduto sul bordo del letto, e ascolta osservandosi distrattamente le unghie di una mano, rassegnato a interrompere il monologo con degli accenni saltuari.

Del tutto dimentico del suo hamburger lasciato a cuocere in cucina, che trasuda i suoi succhi e comincia ad abbrustolirsi, essiccandosi e annerendo fino a ridursi in un tizzo di carbone scoppiettante, che appicca il fuoco al rotolo di carta posato accanto ai fornelli, propagandosi poi alle presine appese nei paraggi, alle tendine della finestra, alla tovaglia sul tavolo, all'imbottitura delle sedie, al lampadario di tela.

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