-Cosa ci fai qui?

Una folla di ragazzi frettolosi ci travolse, come un fiume che esce dagli argini e trasporta tutto ciò che trova: l'odore di cicca alla menta, vari profumi femminili e sudore acre sostituì la puzza di candeggina del pavimento, mentre gli schiamazzi e il vociare confuso presero il posto del silenzio.

-Te lo dirò quando ci saremo liberate da questo ammasso di teeneger disperati.

-Va bene, ma muoviamoci.

Mi spostai in un angolo. Lei mi imitò e appoggiò una spalla alla parete. Passò anche Alice: il suo vestito a fiori firmato svolazzava, scoprendole le gambe lunghe e perfette anche se questo non era consentito a scuola, mentre si arricciava una ciocca di capelli con una mano e con l'altra si applicava un rossetto rosa. I suoi occhi però puntavano inquieti da una parte all'altra dell'atrio e la sua andatura non era saltellante come sempre.

Si accostò insieme a me e Darkness. Mi sfuggì uno starnuto chiassoso perché sì, era vero che gli ultimi tempi erano stati difficili anche per lei, ma non per questo poteva allungare ancora la mia attesa.

-Cassie, devi assolutamente salvarmi! Per favore... Lo so che non siamo amiche, però potresti, con enorme gentilezza, venire con me domani al cimitero degli animali? Quella testa dura di Graveyard continua a insistere, ma io non ho nessuna intenzione di rimanere sola con lui, tantomeno in un posto del genere!

Cercai di non sbuffare, ma mi venne spontaneo. -E dai, che ti costa farlo contento? Tanto non sarà soddisfatto fino a quando non mi sarò tolta dai piedi, non vedi come...

-Non lo sopporto! È un mostro che esce dalle bare, ti rendi conto?

-Anche Burald lo è, se la metti così. Perché su di lui la pensi in modo diverso?

- Lui almeno, se deve uscire da una cassa da morto, lo fa con stile. Graveyard non è minimamente affascinante!

Potenti lampi attraversarono le iridi di Darkness: sembravano spezzarle in due le pupille e lanciare saette a chi osservava, in questo caso Alice. -Parlate più piano, o vi sentirà qualcuno.

La sua anima pareva concentrarsi tutta lì, in quelle nocciole incastrate nel suo viso, negli istanti di rabbia o di impazienza. Terminata la carica di energia negativa, tornavano vitrei. "Gli occhi di ogni cimiteriale si possono riempire, basta trovare il modo adatto a loro."

Alice sgranò gli occhioni da cerbiatta in un'espressione supplice. -Cassie, per favore...

-Va bene, va bene, ma adesso lasciaci da sole!

Alice se ne andò e il flusso di alunni si diradò fino a sparire del tutto, mentre la mia amica del regno sotterraneo faceva ruotare la tracolla della sua borsetta borchiata con aria di minaccia, come se progettasse già di tirarla in testa a qualcuno. Mi chiesi il perché di questo suo comportamento sempre irritato, rabbioso, quasi... feroce. Sembrava che ce l'avesse con il mondo intero, ma per quale motivo? Darkness non era una ragazza maleducata, tantomeno malvagia, e doveva esserci di sicuro una miccia o una scintilla dentro di lei, sotto la superficie, che la spingeva a fare così. Adesso però dovevo sapere ciò che doveva comunicarmi, quindi rinviai tutto il resto a un altro momento.

-Quindi? Cosa c'è che non va?

-Nulla di grave, sore. - Si interruppe a osservare le mie unghie mangiucchiate con aria di rimprovero. -Oh, che disastro! Domani ti porterò da un estetista come si deve per rimediare...

Me le misi dietro la schiena, ma tenni lo sguardo alto. Il mio vizio di sfogare su di loro la paura era quasi scomparso, se non del tutto: forse stavo davvero crescendo, forse Burald mi dava davvero la forza. -Hai ragione, sono stanca di vederle ridotte così.

Il giovane dei desideri irrealizzatiWhere stories live. Discover now