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Prendo un asciugamano, un cambio e entro nel bagno.
Poggio l'asciugamano sulla lavatrice e il cambio sul water.
Essendo che c'è la vasca, e solo oggi mi è finito il ciclo, decido di riempirla e di farmi un bagno.
Apro l'acqua e controllo la temperatura, perfetta, anche se è estate un bagno caldo non me lo leva nessuno.

Chiudo la porta, ma la punta di un piede mi ferma.
Alzo lo sguardo ed ecco la persona che in questi giorni mi sta facendo produrre troppi pensieri.

"Dai un bagno" mi chiede

"No, stavo pensando di allagare la casa, sai la vita è una" rispondo e faccio un occhiolino, che domanda stupida che mi aveva appena fatto.

"Bene, allora la allagarò con te" e spalanca la porta, si toglie la maglia e richiude la porta.

Io nel momento sono solo confusa, che cosa è appena successo?
Tutto troppo veloce.

"Ok..." dico, ma poi realizzo "No Dylan, che cazzo dici non farai il bagno con me."

"Troppo tardi" dice mentre entra nella vasca, ormai nudo "Entra anche tu, si sta da dio"

Ci credo, la temperatura l'ho regolata io. Coglione.

Ed è questo ciò che vorrei dirgli, ma ovviamente non lo faccio e mi spoglio, alla fine è qualcosa per la quale sono pronta.

(da leggere-autrice: tengo a precisare che la protagonista non si sentirà mai in dovere di fare qualcosa con Dylan, tutto ciò che faranno è totalmente consenziente. Sia in questo capitolo che negli altri)

Mi immergo anche io.

Siamo distanti Cosí Dylan mi chiama a sè e io stavo solo aspettando questo, credo che si pentirà di essere piombato e aver "rovinato" il MIO bagno.

Mi siedo sopra di lui, propio un un punto cruciale.

"No, bimba non farmi questo" dice, e io ghigno.

"Questo cosa?" mi giro e lo guardo negli occhi e, ops, casualmente una mia mano finisce sopra il suo membro..

"Mi hai detto di avvicinarmi..." mi avvicino alle sue labbra e sussurro "ed è esattamente quello che sto facendo, no?"

"Sí certo, ma ti avviso, non mi provocare troppo." risponde, come se mi facesse paura.

Io mi limito ad annuire con un sorriso, povero illuso.

Mi sdraio come prima e scivolo, facendo andare in giú il mio sedere, prima posizionato sull'estremità superiore della sua.

Lo sento gemere e questo mi provoca solo un sorriso.

"Riesci a stare ferma?" mi chiede, sbuffando

"Non so... Ci riesco?" chiedo innocente, mentre il mio bacino da la risposta, evidentemente no.

"No, ora stai ferma." mi implora

"Ferma? Tipo così?" dico prendendo il suo membro in mano. Lo avvolgo con la mano e inizio a fare movimenti orizzontali.

"Cosí è anche meglio di ferma" dice ansimando.

"Mh..." dico io

Sono in ginocchio e lui è ancora sdraiato.
Sento che sta per venire cosí aumento la velocità.
Una volta venuto con una mano mi prende il mento e alza il mio sguardo sul suo, mi ero un attimo distratta.

Si mette anche lui in ginocchio e ci baciamo.

"Per cos'era quello?" chiede riferendosi alla sega che gli ho fatto.

"Per ripagarti dell'ultima volta" dico " E per farti capire che non devi interrompere il mio bagno"

"Oh beh, se sarà sempre cosí mi trasferisco qua." un sorrisetto malizioso si amplia sul suo viso ed io cerco di spegnerlo con un pugno sulla spalla.

Quando mia madre mi disse di avere un uomo dopo mio padre, non mi sarei mai aspettata che qualcuno si sarebbe introdotto nella mia vita come l'ha fatto Dylan.












L'amico del mio patrigno- Dylan O'brien/Mitch RappWhere stories live. Discover now