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Arrivo in camera nostra e rimango meravigliata, davvero, amo quest'uomo.

È bellissimo come si sia impegnato a darmi ciò che gli avevo chiesto, sono esterefatta.

Però ho paura, paura di non essere abbastanza per lui e di rovinare tutto con le mie insicurezze.

"Quanto rimarremo?" chiedo

"Due settimane" dice sorridendo

"È costato molto?" domando mentre mi avvicino a lui e gli posiziono le braccia attorno al collo.

Non vorrei mai che spendesse troppi soldi per me.

"No, la casa è della mia famiglia"
sorride ancora, fiero.

"Che figata!" dico io "Ho sempre voluto abitare o fare una vacanza a malibu"

"Beh, il suo sogno si è avverato" dice "principessa" e poi mi bacia

Non ho mai amato il nominativo principessa, eppure non ho fatto storie a sentirlo dire dalla sua bocca.
Sono proprio cotta.

Devo scoprire se anche lui prova qualcosa.

Mettiamo a posto tutti i vestiti e i vari costumi.

"Non sarebbe male vederti indossare queste" mi dice tenendo in mano un paio di mie mutande in pizzo, un perizoma quasi.

"Sogna Dylan, sogna" dico mentre le prendo e le metto sul fondo del cassetto dedicato alla biancheria intima.

Lui emette una risatina, io mi volto verso di lui
"Cosa ti fa tanto ridere mh?"

"La tua convinzione, il fatto che hai posizionato quel perizoma sul fondo del cassetto, ad esempio." continua "Sei cosí convinta che non supererai i tuoi limiti, hai cosí tanta paura. È affascinante sai?"

Wow, eppure non mi sembra di essere un libro aperto cosí tanto. Magari lascio leggere di me solo l'indice, qualche capitolo.

Nessuno mai era riuscito a capirmi in quel modo, e questo mi ammaliava.

" Come mai cosí taciturna?" mi chiede

" Non lo so nemmeno io" aveva ragione, non sono mai stata zitta difronte alle provocazioni, e davanti alla verità.

"Stavo pensando" continuo

"A cosa?"

"Nulla di importante, solo..." e mi venne in mente un'idea "All'hostess di prima"
Alza un sopracciglio. È sorpreso dal mio cambio di atteggiamento.

"Dovrei chiamarlo, magari mi fa fare un giro del posto!" accenno un sorriso.

"Non credo lo farai" dice

"E perchè?" rispondo

"Perchè lo dico io..."

Non mi piace la piega del discorso, mi sto alterando.

"E chi saresti tu?"

"Oh dimmelo tu questo, cosa mi consideri"

Ed è cosí che inizio a sudare freddo, cristo.

"EHM-oh beh, no sí cioè" ok sono patética "Lo chiamo, basta rompermi le palle ok?"

Mi sottrae il telefono, come si permette?
"No, non lo farai."

"Ti odio"

"Ridillo con convinzione"

Alzo gli occhi al cielo, esasperata.

"Sei troppo saccente." lo accuso

"O semplicemente dico ciò che non vuoi sentirti dire." forse ha ragione...

"Ahhh, lasciami in pace ti prego" lo supplico sta volta.

"Forza, andiamo" dice

"Dove?"

"In spiaggia!"

E mi Strattona fino in spiaggia, faccio in tempo a prendere solo un bikini e un cambio per dopo, che avevo dentro uno zaino.

La spiaggia è magnifica, e la casa c'è praticamente attaccata.

Dopo essere stai al mare, torniamo a casa e mi avvio per la doccia.




L'amico del mio patrigno- Dylan O'brien/Mitch RappDove le storie prendono vita. Scoprilo ora