Capitolo 13 - Nuove sensazioni

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Clarke Griffin's  P. O. V.

Ero ferma vicino a Echo mentre cercava di sbloccare quel dannato portatile che sembrava essere morto. Octavia si concentrò ad analizzare il sistema dell'FBI e il sistema di Collins Enterprise. Quel silenzio affermava solo che non stavamo combattendo contro dei principianti, al contrario. La preparazione mentale e tecnologica era di alto livello come nella nostra base, il che mi frustrava di più. Le parole di Christopher fecero eco nella mia testa ancora e ancora tormentando i miei pensieri con la verità. Stavo facendo un lavoro terribile, aveva ragione. 

"Credo che la scheda madre sia bruciata. Dovrò aprirlo."  Disse l'agente Hope staccando i cavi collegati al dispositivo. 

"Ci vorrà un po', giusto?"  Sussurrai massaggiandomi le tempie. 

"Sì, agente Griffin . Poi devo praticamente rimontarlo."

Guardai l'orologio, vedendo le lancette indicare le 22:30. Ero esausta. Fisicamente e psicologicamente. Chiusi gli occhi e mi stiracchiai, cercando di rilassare i muscoli tesi del mio corpo rigido. Era stata la peggior giornata da quando avevo messo piede a New York. 

"Clarke, è meglio che vai a casa. Cerca di rilassarti."  Disse Octavia alzandosi dalla sedia girevole. 

"Non posso."

"Certo che puoi. Non farai nessun progresso se sei nervosa e stanca, devi riposare."

"Devo risolvere tutto questo, Blake."  Mormorai di malumore. 

"Ci vorrà qualche ora per rimontare tutto, ma non importa, può andare."  Echo parlò con calma. 

"Non voglio abusare della tua buona volontà, Echo."

"Dobbiamo riposare."  Disse Octavia. 

"Ma devo."  Le risposi. 

"Continueremo domani. Hai detto che saresti andata, ti sei dimenticata?"  Mi chiese Octavia brevemente. 

Io mi limitai a versare una buona quantità di caffè caldo nella mia tazza azzurra. E all'istante ricordai che avevo un appuntamento con Lexa, quindi ora sentivo il bisogno di uscire da quella stanza. 

"Quasi dimenticavo. Devo davvero andare. Domani verrò molto presto."

"Va bene, ti aspetterò per continuare."  Disse Echo. 

"Okay, adesso vado. Chiudi tutto."  Dissi per poi uscire.

*** 

Dopo essere passata dal mio appartamento a farmi una bella doccia e a cambiarmi i vestiti, guidai verso la mansione dei Collins dove mi stava aspettando Lexa. Il tragitto fu lungo dato che il mio appartamento era al lato opposto di dove la coppia aveva la propria residenza. Ma non mi dispiaceva perdere un po' di tempo, infatti, niente mi avrebbe impedito di fare quello a cui avevo pensato per tutto il pomeriggio. L'aria imponente e arrogante dell'impresario mi faceva ancora arrabbiare, le sue parole sarcastiche fecero eco nella mia testa come un disco rotto. Strinsi le dita sul volante, vedendo le mie nocche diventare bianche a causa della forza che usai. 

"Sta facendo un lavoro terribile, e mi sta causando la perdita di molti soldi. Se vuole essere uno dei migliori agenti, dovrebbe allenarsi un po' di più" 

"Sono la migliore, Collins. Molto meglio di te... E sarà Lexa a dimostrarlo."

Un sorriso scappò dalle mie labbra davanti all'idea di ciò che tanto volevo. I miei pensieri correvano ancora freneticamente sin da quando mi ero svegliata, come se mi passassero per la testa un milione di idee. Fu tutto molto rapido e turbolento. Una persona normale sarebbe andata a casa e dopo una bella doccia si sarebbe messa nel suo letto per riposare. Ma io avrei fatto in un altro modo. Quella giornata terribile era servita solo come combustibile per farmi aprire gli occhi e svegliarmi per vedere la situazione reale. La sfida era più grande di quanto immaginassi, e abbandonarla non sarebbe stato così facile. Mai lasciare che qualcuno passi su di te, molto meno umiliarti. Io gli avrei ridato tutto e avrei cominciato con Christopher. Per quanto sapessi che non andava bene, niente mi avrebbe fatta sentire meglio. Non avrei mai potuto vendicarmi allo stesso modo, avevo un caso importante e non potevo permettermi di perdere la più grande opportunità della mia vita litigando con la "vittima". 

Checkmate Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon