Capitolo 38 - Fine di un regno

469 25 5
                                    



Narratore Esterno 

"Entra, cazzo!"  Esclamò un poliziotto. 

Christopher chiuse gli occhi cercando di controllarsi davanti alla tanta ignoranza dell'agente che lo custodiva, ma dopo venne spinto con violenza dentro il Van della polizia. Gli uomini, debitamente armati, gli ammanettarono i polsi e lo misero su uno dei sedili posteriori. Dopo essere stato condannato in tribunale, Collins doveva essere trasferito alla prigione di Downstate, dove avrebbe compiuto quarantadue anni di pena per i suoi crimini. 

"Potevamo essere a casa, ma invece dobbiamo portare in prigione questo coglione."

"Non lamentarti tanto, Bryan! Lo lasciamo lì e poi torniamo in città."

"Ho saputo che era un impresario importante, guarda dove finirà la sua vita."  Disse il biondo più alto sedendosi sul sedile del passeggero. 

"Ho letto qualcosa sul suo caso. Ho sentito dire che sua moglie l'ha messo dietro le sbarre, ci credi? Ho visto la sua foto sul giornale e mio Dio!"  Commentò il moro più basso, sedendosi al posto del conducente.  

"È un bocconcino! Mi piacerebbe averla per me. Me la lasci, vero amico? Ora che morirai in una cella posso prendere il tuo posto."  Scoppiò a ridere il biondo. 

Collins rimase impassibile sul sedile. Sembrava perso o concentrato nei suoi pensieri. Era un tanto allarmante il suo stato psichico, dato che tutto si restringeva sui suoi nuovi piani, che presto si sarebbero realizzati. Battè la punta delle dita sulla sua coscia, mentre canticchiava a bassa voce. La sua testa turbata ricordava ogni istante a lato di sua moglie, enfatizzando ogni minimo dettaglio presente in lei. Lexa era diventata l'unica preda dei desideri di quell'uomo, e non si sarebbe dato pace fin quando non l'avrebbe riavuta. 

"Andiamo verso la sua nuova casa, Re."  Disse il poliziotto, seguito da una risata. 

Il tragitto era lungo, ma a Collins non sembrava importare. L'orario dava ai poliziotti un transito tranquillo dato che era quasi notte. Collins cominciò picchiettare col piede l'angolo del furgone, causando un rumore continuo e irritante. 

"La smetti con quella merda?"  Esclamò il biondo. 

L'uomo continuò, osservando il parabrezza del furgone tra la divisione della cabina e l'area posteriore di esso. Passata la prima ora il GPS indicava che il veicolo era già uscito dal centro della città. Lui continuò a picchiettare col piede, aumentando la frequenza dei colpi in un gesto esasperante. La strada dove stavano proseguendo era deserta e un tanto buia. 

"Cosa pensa di fare questo stupido?"  L'altro esclamò irritato.   "Vuole morire prima di arrivare in carcere!"

Christopher picchiettava più forte, rendendo il rumore insopportabile. Vedeva parzialmente la luce di alcuni fari dal finestrino oscurato del veicolo, indicando che il gioco seguiva ancora il suo corso. 

I colpi diventarono più forti, adesso in vari posti. Collins sorrideva in modo perturbante, e quando il poliziotto fece per abbassare la divisione della cabina, la macchina venne colpita violentemente sul fianco, facendo si che il poliziotto al volante frenasse bruscamente. 

"Che cazzo è stato?"  Mormorò l'agente spaventato, fermando il veicolo in mezzo alla strada deserta. 

"Accelera, cazzo!"  Gridò l'altro poliziotto. 

"Esci subito dal furgone!"  Uno degli uomini aprì la portiera del veicolo, tirando fuori con forza il poliziotto.  Il conducente spalancò gli occhi e tirò fuori la pistola per sparare allo sconosciuto, quando venne fermato con due proiettili nel petto. 

Checkmate Where stories live. Discover now