Capitolo 10 - Resa

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Alexandra Woods's  P. O. V.

La Rolls Royce Phantom andava verso l'enorme cancello di casa mia senza fretta, essendo stati registrati precedentemente dalle guardie di sicurezza lì presenti. Christopher aveva una mano appoggiata sulla mia coscia, facendomi delle piccole carezze. Lo guardai in faccia, sorrideva nonostante la sua stanchezza. Lui mi guardò, per poi sbadigliare per la quarta volta in meno di dieci minuti. Gli sorrisi e mi girai per guardare la donna che c'era dall'altro lato. Clarke non mi corrispose lo sguardo, probabilmente era molto nervosa per quella situazione. Non che io fossi molto tranquilla, dopotutto era la prima volta che drogavo Christopher. Era la prima volta che l'avrei tradito nella nostra propria casa. 

"Siamo arrivati."  Disse l'uomo. 

Carlos si avvicinò rapidamente alla portiera, aprendola per poi farci uscire.

Christopher uscì dalla macchina e come un buon cavaliere mi porse la mano, e dopo fece lo stesso con Clarke. Salimmo le scale in completo silenzio. 

"Finalmente, sono stanchissimo."  Disse sbottonandosi la giacca. 

"Credo che sia ora che io vada."  Disse Clarke.

Io mi girai verso di lei, la quale ricevette uno sguardo anche da Christopher.  "No, resti."  Gli occhi azzurri dell'agente si posarono sui miei per un breve secondo. 

"È tardi, agente Griffin. Resti, chiederò a qualcuno di riportarla a casa domani mattina."  Disse mio marito con calma. 

"Ma..."

"Non c'è ma che tenga, tesoro. Ti accompagno nella stanza degli ospiti."

"Fallo, tesoro e dopo vieni in camera con me."  Disse sbadigliando. 

"Sì, amore."  Mi avvicinai a Christopher e gli diedi un breve bacio sulle labbra, provocandogli un sorriso.

Avrei dato qualsiasi cosa per vedere la faccia di Clarke in quel momento, o almeno sapere cosa stava pensando. 

"Buonanotte, agente Griffin."  Disse prima di andare al secondo piano. 

"Buonanotte, signor Collins."

Una volta che Christopher sparì alla fine delle scale, feci attenzione di nuovo a Clarke. Restammo a guardarci senza dire assolutamente niente. L'atmosfera sembrava pesante e molto intensa. 

"Ti farò vedere la tua stanza."

"Me ne vado."  Disse Clarke mentre si avviava verso l'uscita tranquillamente. 

"No, non te ne vai."  La presi rapidamente dal braccio, facendola fermare. 

"Sì, me ne vado."

"Ha paura di me, agente Griffin?"

Clarke si girò verso di me. Aveva la fronte aggrottata.  "Non ho paura, Alexandra."  La sua voce era profonda, roca e sexy. 

"Benissimo, allora resta."

Clarke sospirò, ancora guardandomi. Non mi azzardai a guardare da un'altra parte. Le avrei fatto vedere che ero forte. Va bene, signora Collins."

Io sorrisi con sufficienza, ma non dissi niente. Mi limitai a girarmi, dando le spalle alla mora e mi diressi ai corridoi. Clarke mi seguì, poco dietro di me. C'erano due stanze degli ospiti in quella casa. Una era al secondo piano, a lato di camera mia e di Christopher, e l'altra era al piano di sotto. Clarke avrebbe alloggiato nella seconda. 

"Dormirai qui."  Dissi entrando nella stanza dove sarebbe rimasta a dormire la donna. 

Clarke lanciò un'occhiata lì intorno, rendendosi conto probabilmente di quanto fosse grande e lussuosa. Dopo i suoi occhi incontrarono i miei. 

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