Capitolo 29 - Resa dei conti

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Narratore Esterno 

Un giorno ordinario. 

Solo un giorno normale. 

Christopher si alzò e baciò la parte superiore della testa di sua moglie, la quale stava riposando serenamente in un sonno apparentemente profondo insieme a lui. Ieri sera era tornato a casa molto tardi; L'incontro con Keana aveva prodotto delle buone e soddisfacenti ore di sesso, il che gli impedì di tornare a casa presto e vedere sua moglie. Ma non era un problema, a Lexa non importava mai se Christopher tornava a casa tardi o meno, non aveva quel tipo di preoccupazioni verso suo marito. Collins si alzò dal letto e camminò a passi pigri verso il bagno della camera dove svolse la sua igiene mattutina. Dopo una doccia calda che appannò le pareti della doccia, l'uomo si mise un asciugamano intorno al bacino mentre con un altro si asciugava i capelli dall'acqua in eccesso. Si fermò davanti al suo armadio guardando il colore dei suoi abiti su misura, dal più scuro al più chiaro, optando per un gessato nero. Dopo essersi preparato alla perfezione si sedette al tavolo per fare colazione mentre controllava le sue mail e messaggi al telefono. L'impresario avrebbe avuto una giornata piena dato che nella sua agenda era presente una riunione molto importante con i suoi più grandi investitori. Avrebbero firmato un nuovo contratto, una specie di rinnovo, e niente sarebbe potuto andare male. 

La Rolls Royce era parcheggiata davanti alla porta principale della mansione aspettando l'uomo d'affari che adesso scendeva le scale verso la macchina lussuosa nera. Carlos, il suo autista, aprì la portiera rapidamente dopo un saluto gentile, che fu ricambiato dall'uomo prima di sedersi sul comodo sedile della sua macchina. Non molto tempo dopo il veicolo andava verso il parcheggio della compagnia petrolifera. Il traffico di quella mattina sembrava cooperare per non farlo arrivare in ritardo. Christopher scese dalla macchina ed entrò nell'edificio monumentale di Collins Enterprise. I dipendenti erano ai loro posti, svolgendo i loro compiti quotidiani come sempre. Alcuni lo guardavano, temendo il suo sguardo imponente, quasi malvagio. Era un uomo rispettato, o meglio, temuto. Non aveva una reputazione molto docile, il che aiutava a mantenere una certa distanza con il resto dei suoi dipendenti. 

"Buogiorno, Christopher."  John lo saluto mentre si avvicinava, facendo si che Collins tendesse la mano evitando che le porte dell'ascensore si chiudessero. 

"Buongiorno."

"Sei pronto per oggi?"  Chiese John grattandosi la nuca. 

"Per cosa?" 

"Per la riunione con gli investitori. Sarà complicato dopo il furto, la sicurezza delle casseforti di Collins Enterprise è bassa. E c'è ancora il problema degli ambientalisti."  L'avvocato sospirò insoddisfatto mentre ricordava tutti i problemi che stava affrontando la compagnia. Christopher fece una smorfia e sospirò osservando il costante cambio di numeri sul pannello dell'ascensore. 

"Risolveremo questo problema, non preoccuparti. E non credo che non vogliano più un contratto con noi, sarebbe assurdo. Perderebbero una società molto importante! E gli ambientalisti sono insignificanti, non mi spaventano per niente."

"Non la vedrei in questo modo."  Disse John con un'espressione preoccupata, facendo si che l'uomo d'affari roteasse gli occhi. 

"Beh, lo farò! Non c'è niente che possano fare contro di me oltre a lamentarsi tutto il tempo."

Il suono dell'ascensore si fece presente, informando gli uomini che erano arrivati al piano richiesto. Le porte di metallo si aprirono dando lo spazio a entrambi per camminare lungo il grande corridoio fino all'ufficio presidenziale. 

"Ho visto un grande movimento sui social network e temo che faranno qualcosa di più grande. Sai come si propagano le cose, e con l'appoggio delle masse questa cosa potrebbe diventare una valanga."

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