Capitolo 35 - Ossessione

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Alexandra Woods's  P. O. V.

"Ti stai godendo la tua nuova casa, Re?"  La mia voce suonò decisa e maliziosa, risuonando in quella stanza così piccola. Non potevo evitare di mostrare il sorriso presente sulle mie labbra. Era incredibile l'effetto che mi faceva quel momento. In quell'istante mi sentivo rinvigorita per potermi godere una realizzazione grande come quella. Christopher si girò verso di me per guardarmi con un'espressione di disprezzo. Aveva la fronte aggrottata, stringendo quel paio di occhi nocciola verso di me, evidenziando le occhiaie di una notte insonne. Indossava ancora la camicia, adesso stropicciata e sporca. Era incredibile come la prima notte in una cella gli stava perfettamente bene, dal mio punto di vista ovviamente. 

"Come osi venire qui?"  Sembrava stanco mentre si avvicinava alle sbarre. Le mani dell'impresario tenevano le sbarre di ferro con forza, mentre il suo viso si allineava al mio. Io ero in piedi davanti a lui, guardando ogni minimo dettaglio di quella scena per tentare di mantenerlo come un segreto prezioso. Christopher mi guardava con furia, con odio. Io potevo vedere nitidamente le sue pupille nere, avvolte da quell'azzurro intenso. 

"Credevi che mi sarei persa questo momento?"  Gli chiesi con un sorriso. 

Vidi la sua mandibola stringersi mentre il suo naso si gonfiava. Strinse più forte le sbarre di ferro, fino al punto da far diventare bianca la pelle delle sue dita.  Avevo aspettato per anni quel momento, e non potevo semplicemente perdermi l'opportunità di godermi quella vittoria. 

"Stronza!"  Lui colpì forte le sbarre.  "Non finirà così, se credi che ne uscirai illesa ti sbagli di grosso."

Io roteai gli occhi annoiata giocando con le punte dei miei capelli, avvolgendole lentamente intorno alle dita. 

"Ah, tesoro! Non stressarti così, non ti farà bene. Non dovresti essere così arrabbiato di vedere la tua bella moglie, sai? Molte persone qui sarebbero felici di vedermi."  Il mio tono di voce era pieno di un sarcasmo esagerato. 

"Solo se vogliono andare all'inferno. Sei il diavolo!"

"Mi piace quando mi elogi, Chris. Mi sento ancora più..."  Feci finta di pensare prima di guardarlo ancora. "Potente."

"Non cantare vittoria, Lexa. Posso ribaltare questo gioco."  Mormorò convinto. 

Lasciai che una risata scappasse dalla mia bocca retrocedendo di qualche passo. Credeva di poter fare ancora qualcosa contro di me? Collins non sapeva davvero con chi stava parlando, o forse sì? 

"Mi stai minacciando, amore mio? Se fossi in te starei molto attento a quello che dici."  Dissi camminando lentamente da un lato all'altro.  "Non mi conosci, Christopher. Non hai idea di chi sono e di ciò che posso essere. Per tutti questi anni, tutto ciò che hai visto non era altro che recitazione. O credi che io sia così ingenua e manipolabile da una merda come te?"

Lui mise un braccio in mezzo alle sbarre cercando di farmi avvicinare. Guardai il suo braccio che si muoveva da un lato all'altro con uno sguardo arrogante e superiore.

"Tsc, tsc. Non provare ad aggredirmi, aumenterà la tua permanenza in carcere. Che, modestia a parte, è molto bella. Tanto da passare il resto della tua vita miserabile dietro le sbarre."

"Stronza, ti ammazzo!"  Gridò. 

"Smettila con questo spettacolino. Non puoi fare niente contro di me!"  Lo disprezzavo.  "Non sai quanto sono soddisfatta di vederti qui. Ho aspettato ogni secondo della mia vita per questo momento! È più piacevole di qualunque notte di sesso passata con te."

L'espressione di Christopher mi fece ridere sonoramente. Non poteva reagire, non come volevo che lo facesse. Forse l'impatto per aver visto la mia vera faccia; audace, imponente e cinica, gli aveva fatto perdere le forze. Alla fine era abituato alla donnina obbediente che eseguiva i suoi ordini come una perfetta idiota. 

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