Capitolo 11 - Lati nascosti

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Clarke Griffin's  P. O. V.

Mantenni gli occhi chiusi mentre Lexa distribuiva dei piccoli baci su tutta la mia pancia, andando verso l'alto. Doveva essere il terzo orgasmo della notte, ero fottuta e completamente esausta. Il mio petto si alzava e si abbassava ansimando col respiro affannato. Lexa accomodò il suo corpo sul mio, facendomi sentire il contatto gentile della sua pelle sudata. Aprì gli occhi, osservando quel paio di occhi verdi davanti a me. Alexandra sorrise soddisfatta, mostrandomi i suoi denti bianchi. Eravamo sdraiate sul tappeto della dala giochi, completamente nude. Allungai il braccio, facendo scivolare la mano sulla schiena della mora, seguendo la linea della sua colonna fino ad arrivare al suo collo. La australiana si portò una mano ai capelli, spostandoli di lato, lasciando una parte completamente libera. La leggera illuminazione che mostrava il corpo della mora faceva risaltare i suoi lineamenti attraenti. 

"Mi ero dimenticata di quanto fossi brava, Alexandra."

Lei sorrise e dopo si morse il labbro inferiore.  "Potrei dire la stessa cosa, Clarke."

Lexa alzò leggermente il suo corpo, appoggiando le braccia intorno al mio collo, restando così con la faccia verso la mia, con una piccola distanza tra noi. 

"Certo che puoi. Sono fantastica."  Dissi presuntuosa. 

"Siamo una bella combinazione a letto."

"Non dovrei, ma sono d'accordo."

"Certo che sì. Sono il meglio che tu abbia mai avuto, Griffin."

"Come puoi essere così presuntuosa?"

"Sono realista, che è diverso."  Lexa inclinò la testa, alternando lo sguardo dai miei occhi alla mia bocca. Lentamente la mora aprì le labbra, e mi fece capire che le avrebbe unite alle mie. Quando feci per baciarla, si allontanò con un sorriso malizioso sulle labbra. Io aggrottai la fronte, ottenendo un'espressione divertita da parte della australiana . Girai i nostri corpi sul tappeto, invertendo le posizioni, adesso ero sopra di lei. 

"Non è giusto."  Esclamò quando tenni i suoi polsi con le mani.

"Tutto è giusto fra noi."  Fu quello che dissi prima di baciarla. 

Le immagini di stanotte con Lexa inondarono i miei pensieri, senza lasciare spazio ad altro. Chiusi gli occhi, sentendo come l'acqua calda percorreva il mio corpo. Aveva già fatto giorno, in quel momento la mora sicuramente stava dormendo insieme al suo marito drogato, oppure no. Chiusi la doccia, prendendo il grande asciugamano vicino a me. Ci misi un paio di minuti ad essere pronta. Subito dopo uscì dalla stanza degli ospiti della mansione Collins, e camminai verso il corridoio della sala principale. Per mia sfortuna, mi incontrai con chi meno volevo scendendo le scale. 

"Buongiorno, agente Griffin."  Collins parlò una volta che si avvicinò. 

L'uomo aveva un aspetto diverso da quello a cui ero abituata a vedere. Christopher indossava dei pantaloni grigi con una maglietta semplice bianca. I suoi capelli erano umidi e ben pettinati. 

"Buongiorno, signor Collins."

"Ha dormito bene?"

"Sì, perfettamente."  Dissi senza guardarlo negli occhi. 

"Benissimo, vedo che sta già andando. Non vuole fare colazione prima?"

"No, grazie. Devo davvero andare."

"Insisto, Clarke. Andiamo."  Christopher mi fece segno di seguirlo al tavolo della cucina, e fu esattamente quello che feci. Camminammo in assoluto silenzio verso il tavolo, il che rese le cose un po' imbarazzanti per me. 

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