«Questo non spiega il perché fossi con lui nella sua stanza» ma è geloso? Si passa una mano tra i capelli dal nervoso.

«Avevo bisogno di andare al bagno» rispondo sinceramente.

«Certo, al bagno» sembra scettico.

Trattieniti Sam, non sorridere Sam, ma non riesco a frenare il sorriso che mi cresce sulle labbra la pensiero che Nash sia geloso della foto che ho con Austin. Allora, sotto sotto, anche se ultimamente me lo mostra di meno, ci tiene a me?

«Non hai sentito del mio piano?» provoco.

«Che cazzo me ne frega di quel piano? A me interessa sapere che cosa ci facessi con Mahone» ripete di nuovo. 

«E se fosse successo qualcosa?» continuo a provocare.

«Non farmi dire che cosa gli farei perché prenderesti paura» spiega, nervoso al pensiero:«E ti lascerei ovviamente »

«E faresti bene» ridacchio:« Ma stavo veramente cercando il bagno, quindi puoi stare tranquillo»

«Perché io e te non siamo insieme in questo momento?» chiede.

«Ah non lo so, forse perché abbiamo deciso di mantenere le distanze?» e sono anche giorni che mi ignori, che non mi rivolgi parola, e via dicendo penso tra me e me. 

«Dobbiamo rivedere questa nostra decisione»

«Com'è andata dagli Evans?»

«Tutto bene» taglia corto.

«E con i tuoi genitori?» si incupisce subito.

«Bene» di nuovo.

«Puoi parlarmene Nash, lo sai che ci sono se vuoi ascoltarmi» gli dico, mantenendo la massima calma mentre mi tremano le mani per una sua possibile reazione. 

«Quindi una foto di Carly?» riprende il discorso di prima.

«Possiamo parlare dei tuoi genitori? Sono giorni che ti comporti in modo strano» insisto.

«No e se insisti chiudo la chiamata» 

Non ce la faccio più a reggere la situazione. Questo suo continuare a tenermi nascosta ogni singola cosa che succede nella sua vita privata mi fa innervosire e, per quanto io lo ami, non ho intenzione di starmene zitta.

«Bene» e chiudo la chiamata. Come lo ha chiesto lui stesso. 

Continuo a guardare lo schermo del cellulare nella speranza che mi richiami, ma dopo mezz'ora non arriva nessuna chiamata da parte di Nash. Grido per qualche secondo e lancio il mio cellulare addosso alla porta... In quello stesso istante la porta si apre e il cellulare va dritto a colpire le parti basse di... Cameron. 

«ODDIO» grido.

«CAZZO» risponde lui portandosi le mani là. 

«Scusami tantissimo, non volevo davvero, non pensavo che la porta si aprisse» salto giù dal letto e corro verso di lui per dargli una mano a stare in piedi e non crogiolarsi a terra dal dolore.

«Perché?» domanda con la voce dolorante.

«Ero arrabbiata»

Continua a tossicchiare:«No, perché cazzo l'hai lanciato a quella velocità»

Effettivamente il colpo deve essere stato molto forte perché non mi sono limitata a trattenermi. Ragiono per qualche secondo su come possa essere successo, non sarei riuscita ad avere una mira di questo tipo nemmeno se mi fossi impegnata, concentrata e Cameron fosse rimasto fermo immobile. 

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