Victim

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La mattina dopo mi svegliai stranamente presto nonostante avessi dormito poco, infatti notai due profondi cerchi scuri sotto i miei occhi e tentai di coprirli come meglio potevo.

-Lu, c'è qualcosa che non va? Mi sembri triste in questo periodo ...

-No Levy, non devi preoccuparti. Tu piuttosto, che mi racconti? Sembra che non parliamo da una vita.

-Beh, no, niente.

Notai che le sue guance assunsero un lieve colore rosso ma decisi di non farci caso. Ci dirigemmo insieme in aula, poiché Loki non mi era venuto a prendere. Angelo o non angelo non mi interessava, poteva fare quello che voleva, io ero intenzionata a non parlargli di Natsu. Entrammo in classe e ci sedemmo all'ultimo banco. Loki era al primo, ovviamente. Il professore iniziò a parlare ma a me la lezione non interessava minimamente e continuai a scrivere cose a caso sul mio quaderno. Non avrei più parlato con Loki, anche se era il mio angelo si era dimostrato un grandissimo falso. Inoltre, da Natsu non potevo fuggire, ma in che situazione mi ero cacciata? All'improvviso la voce dell'insegnante di matematica rimbombò per tutta l'aula interrompendo i miei pensieri.

-Tra una settimana faremo una verifica su tutto quello che abbiamo fatto dall'inizio dell'anno, mi raccomando preparatevi.

Verifica? Matematica? Ma stiamo scherzando? Io e la matematica non siamo andate mai molto d'accordo, e da quando sono entrata in questo collegio che ho smesso di studiarla. In verità ho smesso di studiare tutte le materie da quando sono arrivata qui. Però non potevo permettermi un'altra insufficienza, mio padre mi avrebbe fatto cambiare scuola un'altra volta ed io non volevo lasciare Levy, e in più c'era di mezzo il patto con Natsu. Dovevo assolutamente passare questo test, ma Loki non mi poteva aiutare, o meglio non volevo che mi aiutasse. Sospirai ed uscii dalla classe quando le lezioni finirono. Quando feci per andare verso la mensa con Levy, quest'ultima mi guardò incredula.

-Lucy, oggi vieni con me?

-Si, perché?

-Beh di solito non vieni mai ...

-S-se ti do fastidio posso andare in giardino come tutti i giorni.

-No,figurati

Il suo sorriso mi rassicurò un pochino, ma capii che Levy mi stava nascondendo qualcosa che non voleva che sapessi. In fondo se ero la sua migliore amica non avrebbe dovuto dirmelo? O forse per lei io non ero più la sua migliore amica? Ero felice che conoscesse qualcun altro quando facevo degli incubi, ma adesso non volevo essere sostituita. Ora che avevo capito che né a Lokin né a Natsu interessasse di me, avrei fatto di tutto pur di starle accanto. Non l'avrei forzata a dirmi il suo segreto, poteva scegliere cosa dirmi o no, in fondo io non le avevo mai raccontato niente di quello che mi stava succedendo e lei non mi aveva chiesto nulla. Ci sedemmo al solito posto e mangiammo praticamente in silenzio.

-Lucy, come farai per la verifica?

-Non lo so Levy, tu non mi puoi aiutare?

-Io sono messa peggio di te Lucy, perderesti solo tempo a spiegarmi tutto quello che non ho studiato.

-Beh, io non ho problemi, potremmo studiare insieme.

-No Lucy, oggi non posso, ho da fare.

Quelle parole furono pronunciate con un' indifferenza tale da farmi gelare il cuore. Era davvero la Levy che conoscevo a parlare o stavo sognando? Gli incubi ormai li conoscevo bene e potevo dire che quella era la dura realtà. Se mi avesse abbandonata anche Levy probabilmente sarei caduta in depressione.

-Ok.

Ci alzammo da tavola insieme ma prendemmo due vie diverse. Non sapevo dove lei fosse andata così ritornai in camera ed aprii il libro di matematica. Adesso che ci pensavo non parlavo con Levy come facevamo un tempo, da vere amiche, ed era da un po' che non la vedevo in camera. Forse ero io che mi stavo immaginando situazioni che non esistevano, dovevo essere un po' più tranquilla. Dovevo ricordare che Levy mi aveva sostenuta sempre, che avrei dovuto aspettare con pazienza che mi raccontasse ciò che mi teneva nascosto e che se non volesse farlo dovrei accettarlo. Presa dai miei pensieri non riuscii a fare molto, anzi quasi niente. Mi sdraiai sul letto e ripensai a quando ero piccola, al periodo che decisi di dimenticare. Edna St.Vincent Milley* disse che l'infanzia è il mondo in cui nessuno muore.Per me non era stato così, nessuno avrebbe dovuto vivere un'infanzia triste come la mia, nessuno vorrebbe dimenticare quel periodo come invece vorrei fare io. L'unico momento di felicità arrivava quando incontravo il mio unico amico. Persa tra i ricordi persi la cognizione del tempo e mi accorsi che era ormai tardi. Non avevo voglia di dormire e Levy non era ancora arrivata. Decisi di andare in biblioteca ad aspettare Natsu, tanto a quest'ora non ci sarebbe stato nessuno. Feci tutto il tragitto in punta di piedi ed una volta arrivata mi appoggiai ad una parete come al solito. Dopo pochi minuti sentii uno strano rumore. Mi girai e notai che Natsu stava bussando sul vetro della finestra: mi ero scordata di aprirla. Lo feci entrare e non ebbi nemmeno il tempo di salutarlo che mi sbatté contro la parete. Mi prese i polsi facendoli aderire al muro, accanto alla mia testa.

-Eri ansiosa di vedermi Lucy?

Avvicinò pericolosamente il suo viso al mio facendo sfiorare le nostre fronti mentre il mio battito cardiaco accelerava sempre di più.

-No, ti ho incontrato per puro caso.

Aderì il suo corpo al mio, il fatto che stessi mentendo era palese e se ne era accorto. Avvicinò le sue labbra al mio orecchio mentre arrossivo sempre di più.

-Non mentirmi più, lo capirei, mio demone.

Persi un battito, quella parola provocava sensazioni sconosciute in me. Nessuno mi aveva mai chiamata così, e mi faceva sentire quasi speciale, come se in fondo per lui fossi in un certo senso importante. Si spostò sul mio collo e vi penetrò i canini lentamente. Spostò le sue mani sui miei fianchi ed io ne approfittai per intrecciare le dita tra i suoi capelli. Presi coraggio ed allacciai le mie gambe alla sua vita. Che cosa mi stava succedendo? Sentivo che dovevo avvicinarmi di più a lui, ma perché? Poi mi ricordai che senza il bacio dell'angelo non avevo protezione e che avrei desiderato Natsu, proprio come mi aveva detto lui quando ci eravamo conosciuti. Staccò i suoi canini dalla mia pelle e mi guardò in viso. Lui aveva ancora il sangue che gli colava agli angoli della bocca e i suoi occhi erano rosso fuoco. Quel colore stava iniziando a piacermi tutto ad un tratto.

-Fai la brava bambina con me Lucy.

-Sennò cosa mi fai?

-Perderei il controllo.

Mi staccai dal muro con le mani appoggiate alle sue spalle e le gambe ancora allacciate alla sua vita. Mi avvicinai al suo orecchio e ci sorprendemmo entrambi della mia audacia.

-E allora perdilo.

Il rosso dei suoi occhi divenne ancora più acceso e in un baleno mi ritrovai per terra. Poggiò le sue mani ai lati della mia testa e mi guardò dritto degli occhi.

-Sei sicura di voler giocare con me Lucy?

*Angolinodell'autrice*

Scusatemi per l'immenso ritardo, per farmi perdonare il prossimo capitolo lo pubblicherò prima. Che ne dite? Ringrazio per tutti i commenti e i voti, vi amo *-* Tra qualche capitolo verrà svelato il passato di Lucy e chi ha visto Fairy Tail lo può intuire facilmente. Aggiungerò anche qualche nuovo personaggio, moolto interessante. Alla prossima.

Bacioni :-*

*Edna St. Vincent Millay era una poetessa statunitense.

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