11 Capitolo

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Arrivo davanti alla porta e apro la porta, sussulto e il cuore inizia a battere forte alla vista della persona che ho davanti, che ci fa qua?

"ciao Abigail" mi guarda con i suoi occhi color nocciola, cerca di fare dei passi per entrare ma lo blocco

"non provare ad entrare a casa mia Dallas" mi stupisco di me stessa per aver aperto bocca nonostante dentro stia morendo

"Dallas? Di nuovo così mi chiami, come una volta" ghigna

"cosa vuoi?" chiedo con voce dura

"niente, ti sei dimenticata questa" mi passa la giacca

"bene, ora puoi andartene" afferro la giacca e gli sorrido falsamente

"che scostumata che sei, dovresti ospitarmi e offrirmi qualcosa tipo un caffè" ghigna come al solito

"dovrei fare di peggio con te, sto facendo abbastanza la gentile con te quindi smettila di fare il coglione e ritorna dov'eri" gli sbatto la porta in faccia e scivolo per terra, non sento i passi, quindi sarà ancora qui, dopo un po' sento dei passi segno che se n'è andato.

Inizio a piangere, sento tutto in me rompersi, come un bicchiere d'acqua quando cade e si rompe in mille pezzetti. Penso a cosa ho fatto di male nella vita per meritarmi questo. Piango perché odio il fatto che in questo preciso momento sto pensando solo ai suoi occhi che mi guardavano e alla sua voce. Piango perché ha detto quelle cose, come se non fosse successo niente tra noi, nel modo in cui mi ha parlato. Le lacrime non cadono più perché non c'è ne sono più per quante volte ne ho versate nella mia vita.

Mi alzo e raggiungo il bagno, mi lavo la faccia e decido di andare a dormire.

Il giorno dopo

"Abigail non vieni a lavoro?" chiede Allison entrando in camera mia

"ho preso un permesso di un giorno libero" metto i calzini

"Abigail questo influenzerà sul lavoro e resterai indietro" si siede accanto a me

"lo so, ho solo bisogno di una pausa" le sorrido

"come ti senti riguardo a ieri sera?" chiede

"sto bene" mento cercando di essere convincibile

"lui ha un posto nel mio cuore che nessun altro potrebbe avere Ali, ed è questo che mi da fastidio. Lui mi ha fatto male, mi ha preso in giro e nonostante tutto io non riesco a dimenticarlo, a cacciarlo dal mio cuore. Lui ne ha possesso e questo mi da letteralmente fastidio" dico all'improvviso guardando un punto fisso della camera

"non so cosa dire Abi" dice a bassa voce

"infatti non devi dire niente, non ne parliamo più ok? Vai a lavorare sennò farai tardi, penso che andrò da mia madre" le dico, la accompagno alla porta e dopo averla salutata, vado in stanza e mi preparo per uscire.

Esco di cassa ed entro in macchina e inizio a guidare verso la pasticceria, prendo una torta al cioccolato e vado a casa dei miei, scendo con la torta e suono al campanello

"ciao Abi" mi saluta Jade prendendo subito la torta e portarla in cucina, la seguo e saluto i miei

"alla fine quando ritornerete a New York?" chiedo ai miei

"ecco di questo te ne volevamo parlare, John Dallas ha proposto a tuo padre di lavorare qui dato che c'è una sede dell'azienda qui, lo sapevi che da due anni si sono trasferiti qui a Boston eppure tu non li hai mai incontrati vero?" mi chiede mia madre entusiasta

"no, non lo sapevo e non l'ho mai incontrati" ammetto stupita

"comunque accettate l'offerta?" chiedo e loro annuiscono

"resti a pranzo tesoro?" mi chiede mia madre

"va bene" faccio un piccolo sorriso

"bene, mi aiuti a cucinare?" mi domanda mia madre, annuisco e noto mio padre e Jade uscire dalla cucina

"allora come stai tesoro?" mia madre mi sorride

"bene, ho preso una giornata libera per stare un po' con voi" rispondo mettendo la pentola con l'acqua a bollire

"ti posso chiedere una cosa mamma?" chiedo girando il volto su di lei, annuisce

"papà è arrabbiato con me? Non so, lo vedo strana e non mi parla molto" ammetto

"tesoro, papà non è arrabbiato con te, è solo che vuole vederti felice con qualcuno accanto" sospiro per quello che sento

"so che è difficile Abigail per te avere una persona accanto ma provaci per tuo padre, per me, per tua sorella" mi supplica

"l'acqua bolle" evito l'argomento e metto la pasta nella pentola

"va bene" risponde infranta

"siamo invitati da Gina questo Sabato, se vuoi puoi venire" mi invita ma madre

"io non so.." dico incerta

"è un giorno importante quella sera, è il giorno in cui hanno incontrato James dopo tanti anni" mi informa sorridendo

"oh... sai cosa? Vengo" mi escono le parole dalla bocca senza pensarci, mi maledico mentalmente

"oh fantastico, saremo solo noi e i Dallas" dice euforica mia madre

Che casino ho fatto!

Stupida

Stupida

Stupida

Chiamo tutti per il pranzo che è pronto, tutti entrano in cucina e iniziamo a mangiare e devo ammettere che mi è mancata la mia famiglia anche se certe volto non sopporto i miei. Noto il sorriso gigante di mia madre, di sciuro avrà parlato subito con Gina per la notizia. Scuoto la testa e ricomincio a mangiare.

BACI RICORDATI Where stories live. Discover now