7 Capitolo

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"Abigail sei pronta?" urla mia madre dal salotto

"mi devo vestire e sono pronta" urlo per farmi sentire

È sera e mi sto preparando perché i miei hanno una cena di lavoro importante e mi hanno obbligato ad andarci purtroppo. Spero solo che finisca velocemente perché ci saranno anche i Dallas.

Mi vesto così:

Mi guardo l'ultima volta allo specchio e scendo le scale

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Mi guardo l'ultima volta allo specchio e scendo le scale

"andiamo?" chiedo avvicinandomi alla porta, annuiscono ed entriamo in macchina e partiamo verso il ristorante che hanno scelto

Arrivati davanti al ristorante, entriamo e ci dirigiamo verso il tavolo in fondo della sala, noto già i Dallas e altre persone, salutiamo tutti e prendiamo il nostro posto. E come sempre la sfortuna è dalla mia parte perché a sinistra ho un ragazzo che dal sorriso sembra inquietante mentre a destra ho Sierra.

"Piacere Jonathan" mi sorride il ragazzo accanto

"Abigail" faccio un finto sorriso

"sei di qui o sei venuta con i tuoi solo per questa cena di lavoro?" chiede

"sono di qui" rispondo

"è una città fantastica Boston,io sono di Miami" annuisco

Il cibo arriva e mentre mangio, Jonathan continua a parlarmi e io cerco di dimostrargli con la mia poca attenzione di quanto non mi interessi a conoscerlo rispetto a lui. Sento una mano sulla mia gamba e vedo Jonathan guardarmi in modo strano.

"ci divertiamo bambola, stai zitta" sussurra nel mio orecchio, mi alzo di scatto, mi scuso con tutti ed esco sedendomi su una panchina vicino al ristorante

Chiudo gli occhi e faccio lunghi respiri per non andare nel panico, appoggio la schiena allo schienale della panchina e guardo il cielo pieno di stelle, qualcuno si siede accanto a me, giro la testa ed è Sierra, rigiro la testa e continuo a vedere il cielo. Restiamo così per dieci minuti, nel totale silenzio, senza parlare, solo guardando il cielo con sottofondo il rumore delle macchine che guidano in strada.

"perché te ne sei andata?" mi irrigidisco a quella domanda

"mi dispiace" abbasso la testa

"solo questo sai dire? Dovresti dire "mi dispiace Sierra per essermene andata senza salutare te e gli altri", però non è la realtà vero? Almeno dimmi perché, perché io sono stata di merda quando l'ho scoperto la sera stessa. Quindi voglio una spiegazione e adesso" urla alzandosi, resto in silenzio tremando non solo dal freddo ma anche per quanto mi stia odiando adesso e dal dolore che provo

Mi alzo e mi giro verso l'altra parte della strada per andarmene, non riesco a sopportare questo e potrei scoppiare da un momento all'altro.

"te ne vai di nuovo? In effetti, sei brava a farlo un'altra volta, l'hai già fatto in passato" urla

"io non..." mi blocco vedendo alle spalle di Sierra,Cameron e i nostri genitori ad assistere

"tu cosa? Era meglio quando tu non c'eri più e ora ti ritrovo nella mia vita, che sfortuna vero?" urla arrabbiata

Resto fissa a guardare solo una persona, Cameron, vorrei smettere ma non riesco a staccarmi dai suoi occhi color nocciola, non percepisco niente da lui eppure vedo che c'è qualcos'altro, Sierra si gira e nota tutti fissarci, si volta verso di me e resta a fissarmi

"non me ne frega un cazzo se ci stanno guardando e ascoltando, è l'ultima volta che te lo chiedo, se risponderai bene sennò è finito tutto anche per me, farò finta che non esisterai e che non hai mai fatto parte della mia vita" esclama con voce tremante

"mi dispiace" sussurro abbassando la testa

"mi dispiace anche a me, mi dispiace veramente tanto ad aver creduto a te, che eri diversa dalle altre ma in realtà sei identica alle altre, una stronza senza un cazzo, senza dei sentimenti" urla con le lacrime agli occhi

"ok basta ragazze" intervengono mio padre e John seguiti dagli altri

"state bene ragazze? Oggi è stata una giornata pesante per tutti, ora risolvete e poi andiamo a prenderci un gelato" dice Gina

Guardo Sierra che mi guarda con gli occhi lucidi e capisco che vuole farmi percepire tutto il suo dolore e il suo odio verso di me, inclina un pò la testa e fa un sorriso amaro

"forza dillo Abigail, solo quello hai detto fino ad ora" gli cade una lacrima

"però questa volta guardami negli occhi" aggiunge

"mi dispiace" la guardo negli occhi, me ne vado subito, sento le urla di mia madre dirmi di fermarmi ma non l'ascolto e continuo a camminare per arrivare a casa

Arrivata, entro e vado dritta in bagno, inizio a vomitare tutto, cibo e anima. Dopo dieci minuti, finisco di vomitare, mi cambio e mi sdraio sul letto. Iniziano a cadere lacrime una dopo l'altre.

Mi odio, mi odio perché non sono riuscita a dire niente, solo "mi dispiace", mi odio per farla stare male, mi odio per quello che le ho fatto in passato e che le sto facendo ora, vorrei dirle che non è colpa sua ma poi vorrebbe una spiegazione che io non posso dirgli.

Sento la porta aprirsi e c'è mia madre con mio padre, resto a fissare il soffitto, non ho voglia di vedere i loro visi arrabbiati e delusi.

"penso che tu sia felice ora che ti dirò che abbiamo deciso noi genitori che non faremo più il progetto di stare insieme per una settimana nella stessa casa" dice freddamente mia madre

"buonanotte Abigail" escono da casa

Chiudo gli occhi per smettere di piangere, le labbra tremano come anche il resto del corpo, la testa inizia a farmi male e inizio a singhiozzare. Prendo la lametta e inizio a fare incisioni sul mio braccio, il sangue inizia a fuoriuscire, inizio a provare dolore, tanto e spesso, come ora penso che non servo a niente, che se sparisco nessuno lo sente.

BACI RICORDATI Where stories live. Discover now