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«Puoi dirmi perché siete scoppiati a ridere appena mi avete visto?» Domanda Luca mentre troviamo un posticino per mangiare qualcosa insieme.
Ebbene sì, alla fine sia io che Alessandro abbiamo ceduto, trattenere la risata non sarebbe stato un bene per nessuno dei due. «Ma nulla così» cerco di non guardarlo per non ridere nuovamente, aveva una faccia davvero strana in quel momento, sarà perché mi aspettava nel parcheggio da almeno dieci minuti e pensava mi fossi persa, non sarebbe tanto strano oltretutto ne sarei capace. «E perché ti teneva per mano? Perché vi siete abbracciati dopo che ti ha chiesto scusa? Ma soprattutto, scusa per cosa?» Chiede di fila e wow, quasi resta senza fiato per la velocità con cui fa le domande. A quanto pare ha ascoltato e visto molte cose e io non so cosa dirgli, nemmeno a lui direi nulla riguardo Alessandro. «Luca non sarai mica geloso?» Chiedo curiosa voltandomi per vedere la sua reazione. Lui si gira per un attimo verso di me e poi torna a guardare avanti a se guidando «Geloso di chi? Di Alessandro? No» ribatte scocciato dalla mia domanda «Di me, Luca» continuo io «Sai che ci tengo a te» dice lui, ma quella risposta mi ha lasciata insoddisfatta, speravo in qualcosa di meglio, infatti non rispondo più fino a destinazione.

Ci fermiamo in un piccolo ristorante, uno dei pochi che fanno del cibo buono anche a pranzo, niente pasta scondita o troppo cotta. Anche con i miei ci vengo spesso, o meglio ci venivo, visto che ho perso la bella abitudine di pranzare o cenare fuori con i miei genitori "perché ormai sono grande", a volte crescere ci fa perdere i piccoli momenti con le persone per noi importanti.
«Sai mi fa strano stare qui con te» è lui il primo a parlare dopo un lungo silenzio per tutto il tragitto in macchina
«Non è la prima volta che pranziamo insieme» rispondo mentre giocherello con il menù che non è servito a nulla visto che ho ordinato un risotto ai funghi e basta
«È la prima dopo ieri sera» specifica lui
«Già, è strano» ci penso su è in effetti ha ragione, ma nonostante la stranezza iniziale per me resta comunque una cosa naturale che non mi mette in imbarazzo o a disagio
«È uno strano bello però, per me» lui sorride alle mie parole
«Anche per me» lascio uscire il fiato che per un attimo avevo trattenuto, questa volta ha risposto nel modo corretto, non che sia un test ma alcune cose dette nel modo giusto cambiano e migliorano la mia giornata.

Mentre mangiamo ci guardiamo spesso, ci sorridiamo a caso senza motivo, parliamo dei nostri rispettivi studi all'università e spesso i suoi occhi cadono sulle mie labbra che non vedono l'ora di riassaporare le sue. «Se non la smetti di guardarmi così ti porto via, subito» dice serio trasmettendo al mio corpo mille scosse strane «Fai pure» rispondo con tono ammiccante e lui mi guarda curioso, o forse sorpreso «Sai non conosco questo tuo lato» mi osserva
«Di quale lato parli?» Continuo guardandolo fingendo di non aver capito a cosa si riferisca «Non fingere con me» ribatte prontamente facendomi sorridere «non conosco il lato di te che fai uscire parlando con i ragazzi che non sono tuoi amici» vorrei dirgli che non lo conosco bene nemmeno io questo mio lato perché non lo metto mai in pratica, ma non vorrei sembrare ridicola ai suoi occhi «Magari lo consocerai meglio» lo punzecchio «Magari» continua lui guardandomi senza nascondere la sua reale voglia.

Non vedo l'ora di farti conoscere tutta me stessa.

Dopo aver mangiato, sono stati vani i tentativi di pagare il conto, o almeno di dividere. Infatti dopo che il cameriere ha iniziato a sbuffare ho lasciato perdere.
Spero solo che la prossima volta torniamo a fare metà, o comunque una volta per ciascuno, adesso lavoro e posso permettermelo ancora più di prima, e non vorrei che lui pensasse che sia tenuto a fare gesti eclatanti, perché il nostro rapporto precedente è esattamente quello che avrei voluto avere con un fidanzato, e quindi nonostante certi gesti siano belli e molto apprezzati, non vorrei cambiasse nulla tra noi.
«Quindi alla fine beviamo qualcosa tra di noi?» Domanda lui appena arriviamo avanti casa mia «Si, non va a nessuno di restare a casa stasera» alla fine con Audry e Jennifer abbiamo pensato di uscire ugualmente anche se Ludovica non sarà dei nostri, e i ragazzi si sono aggregati a noi «Ti passo a prendere io?» Chiede mentre accarezza le nocche della mia mano con delicatezza «Solo se mi dai un bacio» nemmeno il tempo di finire la frase che si sporge verso di me avventandosi con dolcezza sulle mie labbra, che furbette lo accolgono immediatamente


Come promesso alle sette in punto del pomeriggio sto uscendo di casa per andare da Ludovica. Da buona ansiosa e perfezionista qual è, vuole avere consigli sul suo outfit per stasera, come se ne avesse bisogno visto che praticamente di solito è lei che dispensa consigli a tutte noi. Ma se un'amica ha bisogno di aiuto noi lo diamo, siamo state sempre così, e poi in realtà mi diverte vederla emozionata e impacciata, non capita quasi mai.

Mentre cammino mi arriva un messaggio che apro immediatamente visto che era già tra le mie mani il telefono e poi la curiosità di sapere cosa voglia da me la persona salvata sotto il nome di FabioilCoglione è tanta

"Fai bene a camminare da sola invece che farti accompagnare da quel bastardo"

Immediatamente mi guardo intorno impaurita da quel messaggio, ma oltre a qualche passante intento a camminare per i fatti propri la sua macchina non c'è da nessuna parte. Il mio cuore batte leggermente più veloce al solo pensiero che lui sta continuando a spiarmi come un pazzo. Ma poi quel bastardo chi? Luca? Ovviamente, solo lui mi porta e riporta ovunque, Dylan è capitato giusto un paio di volte quindi non credo si riferisca a lui.
Senza rispondere, presa dal timore di poterlo incontrare tra una stradina e l'altra, accelero il passo senza guardarmi indietro.

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