34❁

611 30 7
                                    

Nei sei mesi che sono stata con Fabio, se avessi dovuto descrivere la mia vita con una sola parola avrei scelto "perfetta". Sì lo so, sono probabilmente esagerata ma per come vedo io il concetto di perfezione ci stava tutto in quel momento.
La famiglia unita che tutti desiderano avere c'è l'avevo, un fratello come complice per tutte le marachelle e non solo c'è l'avevo, una migliore amica fantastica con cui potevo parlare e sparlare di tutto e di tutti senza peli sulla lingua a ogni ora della giornata c'è l'avevo, degli amici presenti simpatici e speciali c'è li avevo.

Ora, mi sento di avere tutto un po' a metà, tutto un po' cambiato, oserei dire distrutto e scombussolato.

Quello che era il probabile ragazzo della mia vita si è rivelato una carogna, e si, sicuramente la mia fantasia data dalla mia giovane età ci ha messo del suo con fantasie varie, ma non sono una che si fidanza con il primo che capita quindi un minimo ci stava.

La famiglia unita per carità è restata tale se non fosse per Oscar che ha preferito lasciarci soli per alcuni mesi per pensare a sé stesso, e di conseguenza il nostro rapporto è stato messo in stand by, nonostante questo comunque tutte le sere ci auguriamo la buona notte raccontandoci qualcosina della nostra giornata anche se io ultimamente ho omesso molte cose sulla mia vita.
Sicuramente al suo ritorno vorrà sapere tutto, quando ci si mette è un vero e proprio pettegolo.

Per quanto riguarda la questione "migliore amica" beh è un'altra la persona a cui attribuisco quell'appellativo ora, anzi oserei dire tre.
Audry Ludovica e Jennifer, sono delle amiche fantastiche in tutto e per tutto. Perdendo un'amica ne ho trovate tre, quindi probabilmente nel "brutto" ci ho guadagnato, o meglio mi piace pensarla così altrimenti non andrò mai avanti con questa storia.
Loro danno il tocco di colore a ogni mia giornata, chi in un modo chi in un altro.

Poi gli amici... Gli amici ci sono, ma davvero sono tutti tali? Penso e ripenso a tutto quello che succede nel mio cuore e nella mia testa e proprio non riesco a collocare più Luca in quell'ambito, è più forte di me. In compenso però, ho aggiunto alla lista un'altra persona speciale, Alessandro.
Lui con i suoi modi di fare è entrato nel mio cuore senza nemmeno fare troppo sforzo e credo anche io come lui, che se fosse stato etero, un pensierino lo avrei fatto, non sono mica cieca. Lui è uno dei ragazzi più guardati dell'università e con i suoi modi apparenti da bad boy si sa, attira molto di più. Non tutti sanno però che sotto quello scudo c'è qualcosa di troppo sensibile e prezioso da maneggiare con cura. Ed io per quanto sia un compito delicato, ho la fortuna di avere accesso a quella parte di lui.

Ecco, in fin dei conti tutto ciò per dire che non so davvero dove collocare la persona che ho di fronte a me, Dylan.
Mi offre il pranzo, mi fa domande sulla mia vita come se davvero gli interessasse e non come altri che chiedono ma non ascoltano nemmeno la tua risposta e li ritrovi magari a osservare altrove pensando chissà a quale cavolata. Lui no, ti guarda attentamente negli occhi, ti studia, studia ogni movimento e se c'è una cosa che lo incuriosisce su quello che dico non si fa problemi a fare altre domande, incurante di poter apparire "di troppo". È una delle poche persone che si premura di chiedermi se sto bene e non perde occasione per fare apprezzamenti su ogni piccola cosa come ad esempio mentre eravamo al semaforo rosso girandosi verso di me mi ha detto "i tuoi capelli alla luce del sole mi ricordano il miele, e io ne vado matto". Per carità non è nulla di che, non ha detto sei una figa atomica ma a me nemmeno piacciono i soliti complimenti. «Cos'hai?» Chiede appunto lui da persona attenta quale è «Nulla, ogni tanto mi rifugio tra i miei pensieri» ed è la verità «Ci sono anche io tra questi pensieri?» Domanda lui con un sorriso che ricambio «Non svelo mai i personaggi dei miei pensieri»
«Peccato, allora posso solo sperare di sì» continua lui guardandomi e io non so davvero cosa dirgli, ho troppe cose da sistemare nella mia vita per illudere qualcuno, nessuno si merita di avere speranze e poi di vedersele portare via. «Ti porto a casa?» Propone interrompendo il silenzio creatosi tra noi
«Si, grazie» rispondo con un sorriso, è il minimo al momento che posso offrirgli e così appena usciamo dal McDonald's affollato, ci dirigiamo verso la sua auto.

Sono quasi le quattro e i miei mi hanno chiamata almeno due volte a testa per sapere se fosse tutto okay e se avessi mangiato, sono assenti fisicamente ma fanno sentire la loro presenza in altri modi, anzi se possibile sono ancora più presenti del solito. Ogni volta che vanno via per uno, due giorni o come questa volta per una settimana, secondo me nasce in loro come un senso di colpa. Ovviamente a me mancano e non mi piace restare da sola, ma sicuramente non mi sento in alcun modo abbandonata o trascurata, so che lavorano e se nel mezzo si fanno una mini vacanza buon per loro.
Anche perché io non sono andata con loro per questi viaggi anche in tutto l'anno che mi sono rigirata i pollici a casa a far niente, quindi devono stare più che tranquilli, ma quando torneranno sicuramente lo preciserò, non mi piace farli preoccupare.

Quando le ragazze vengono a prendermi ho già studiato un po' qualcosa, e per un nervoso inspiegabile ho continuato a mangiare patatine, cioccolate e schifezze varie, credo proprio che oggi per auto punirmi non mi lamenterò nemmeno quando non avrò più forze per camminare e ovviamente riferisco tutto alle mie amiche che sono pronte a ridere per le mie parole. Anche io riderei di me

«Mi hanno detto che oggi non emetterai alcun tipo di lamento o opposizione» è la prima cosa che mi dice Jack con un sorrisetto che proprio non mi piace, è sadico
Subito guardo verso Jennifer, che sorride imbarazzata. È stata lei a dirlo ovviamente, gli sguardi che si scambiano entrambi ultimamente mi riportano ai giorni di scuola in cui stavano insieme, belli, ma troppo gelosi l'uno dell'altro, troppo piccoli per essere già immersi in tante discussioni immotivate. Quando Jennifer lo ha lasciato non è stata più la stessa e lui nemmeno, ma da quel momento in entrambi è cambiato qualcosa, e chissà forse sta tornando il momento di raccogliere i frutti che hanno seminato nel frattempo: maturità, responsabilità e perché no, giudizio. «Divertiti oggi con me perché credo che non ti ricapiterà più» rispondo a Jack che ride di gusto, sicuramente sta già pensando a tutti gli strani esercizi con pesi e palle strane che mi farà fare.

Mentre facciamo un po' di riscaldamento per preparare i nostri muscoli all'allenamento mi si avvicina Luca in pantaloncini di tuta larghi bianchi fino al ginocchio e una maglietta nera «A che ora sei tornata a casa?» Chiede con nonchalance mentre continua a stiracchiare i suoi muscoli ben evidenziati grazie alle braccia scoperte, attirando la mia più totale attenzione il tatuaggio maori che circonda il suo braccio destro. «Mm alle tre più o meno» cerco di ricordare ma non ho fatto caso all'ora esatta «come mai?» Chiedo subito dopo «Così» si limita a dire «Hai da fare dopo?» Chiedo titubante «Perché?» Mi guarda attentamente «Avevo pensato a un'altra serata tra di noi» spiego velocemente quasi sussurrando, interrompendo la connessione dei nostri sguardi non appena a lui spunta un sorriso.
Non ricevendo risposta alzo la testa giusto in tempo per guardare che stava guardando Giulio, e viceversa. «Stasera non posso» dice con tono freddo e poi si allontana, lasciandomi in un mare di confusione.

Ricomincio Da Qui Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora