Capitolo 17

571 15 3
                                    

POV'S VLADIMIR

La guardai uscire dall'acqua, inerme, senza fermarla. Lei era una donna piena di segreti ma questo non voleva dire che ne avesse solo lei. Decisi di tornare a bordo della barca anch'io e lì, ad aspettarmi, c'era mia cognata, Irina.

<<Che c'è?>>le chiesi brusco, quell'angioletto aveva toccato un tasto che era stato sepolto da tempo.

<<Niente.>>rispose, guardandomi dritto negli occhi. E avrei creduto anche alle sue parole se non la conoscessi bene.

<<Farò finta di crederci ma non me la racconti giusta.>>le dissi mentre mi passavo sul corpo un telo col fine di asciugarmi anche se non vedevo l'ora di buttarmi in doccia.

<<Вспомните Влада: вы посмотрели ей в глаза и увидели пустоту, которую они содержат. Будь осторожен, эта женщина меня беспокоит. (Ricorda Vlad: tu l'hai guardata negli occhi e hai visto il vuoto che contengono. Sta' attento, quella donna mi mette inquietudine.)>>mi disse di rimando, in maniera un po' cupa. Senza ribattere me ne andai lasciandola lì ma portandomi comunque dietro i dubbi che mi aveva messo. Che cosa aveva notato che a me sfuggiva? Che avesse sentito qualcosa? Una cosa era certa: Irina non sbaglia mai.


POV'S LUCIA

Rimasi tutta la mattinata in camera a lavorare fino a quando, verso ora di cena, non decisi di mostrarmi agli altri presenti sulla barca. Quella sera non sarebbero usciti, a quanto avevo capito, quindi, se ne avessi avuto voglia, sarei potuta rimanere con loro. Mi misi un completino estivo semplice e andai nella zona allestita per la cena. Il tavolo era tutto apparecchiato questa volta. Rimasi colpita nel vedere la mia famiglia e i russi conversare amabilmente, come amici di vecchia data. Non so definire che emozioni provai davanti a quel quadretto. Non ero gelosa o irritata, solo che...non li capivo. Come facevano a fidarsi l'un l'altro? Mi spuntò per un attimo un lieve sorriso ma, proprio in quel momento, iniziarono a rimbombarmi nella mente le parole di mia madre.

"Non fidarti mai di nessuno. Le persone sono cattive. Proprio quelli che si mostrano più amichevoli sono i primi a pugnalarti alle spalle."

Il sorriso mi morì sulle labbra, alla stessa velocità con cui era fiorito, cancellandone l'esistenza. Hai ragione mamma, non posso fidarmi di nessuno tranne che di lui. Lui mi ama e io lo amo. Il suo amore è l'unica cosa di cui ho bisogno, l'unica cosa di cui mi importa. Rimisi la mia classica maschera di freddezza e, senza degnare di uno sguardo qualcuno, andai a sedermi a un capo della tavola. Sentii lo sguardo di tutti bruciarmi addosso e il chiacchiericcio, che aleggiava nell'aria precedentemente al mio arrivo, cessò. I miei familiari erano interdetti e sapevano che quella sera non ero in vena di chiacchiere e battute, ormai erano abituati a questi miei "agghiacciamenti" d'umore. Si sedettero tutti a tavola e iniziammo a mangiare.

<<Certo che, per essere una signorina, non sai proprio cosa siano le buone maniere.>>disse una voce, a me ormai familiare, rivolta alla mia persona. Alzai lo sguardo dal mio piatto e, solo in quel momento, mi resi conto che Vladimir era al capo della tavola di fronte al mio, bello come il sole, ovviamente, e con quel ciuffo indomabile davanti gli occhi. Occhi che sembravano ancora più belli a causa del cielo blu chiaro che andava a scurirsi man mano che passava il tempo. Lo trafissi con lo sguardo ma non risposi.

Riportai gli occhi sul mio piatto e lui, non vedendo una risposta, da parte mia, arrivare, continuò imperterrito<<Oltre che sgarbata, sei diventata anche muta?>>con un ghigno strafottente. Tutti trattennero il fiato vedendomi diventare ancora più cupa. Stavo per rispondergli quando arrivò Luigi. Non disse nulla e mi porse direttamente un telefono. Non ci fu bisogno di parole. Mi alzai, lo presi e mi allontanai da lì, lasciando la conversazione in sospeso.

<<Pronto.>>dissi.

<<Lucia-disse a sua volta una voce, a me amica, dall'altro capo del telefono-ti ho chiamato per informarti che sta procedendo tutto come previsto.>>

<<Bene.>>dissi secca ma, subito dopo, aggiunsi<<Come sta?>>non ci fu bisogno di dire esplicitamente a chi mi stessi riferendo.

<<Bene, gli manchi.>>a quelle parole, il mio cuore fece una capriola dall'emozione.

<<Digli che, tra qualche giorno, ci rincontreremo e che, dopo di allora, non lo lascerò mai più e staremo per sempre insieme.>>dissi, poco prima di chiudere la chiamata. Lanciai in mare il telefono e tornai a tavola con il cuore più leggero. Tra qualche giorno lui sarebbe arrivato e finalmente avrei potuto amarlo senza timore.

Caldo come il ghiaccio, freddo come il fuocoWhere stories live. Discover now